Convolano a nozze due coppie dello Sprar, Torella in festa

PRIMO CASO IN IRPINIA DI CELEBRAZIONE DI UN MATRIMONIO FRA RICHIEDENTI ASILO. Sabato 25 gennaio il sindaco Amado Delli Gatti celebra il rito civile presso la sala consiliare del Comune. "Assistiamo al lieto fine di due coppie che dopo tanta violenza e travagli, hanno ritrovato la serenità e possono coronare il sogno di una famiglia"

Convolano a nozze due coppie dello Sprar, Torella in festa. Sabato 25 gennaio a Torella dei Lombardi si scrive il lieto fine di una favola: due coppie ospiti dello Sprar convolano a nozze alla presenza dei loro figli e con la benedizione dell’intera comunità. Dopo la promessa di matrimonio celebrata il 9 gennaio scorso, il sindaco Amado Delli Gatti in fascia tricolore celebrerà il rito civile nella sala consiliare del Comune, addobbata a festa per l’occasione. A seguire, gli sposi Cinthia e Endurance, e Miriam ed Emmanuel faranno festa al Castello Ruspoli Dimore Candriano con tutti gli amici. Si tratta di un evento straordinario per la comunità torellese, che da settimane lavora ai preparativi e all’organizzazione della festa. Dai fiori all’allestimento della sala, dagli inviti ai regali di nozze e fino al buffet in ristorante: le donazioni di un gruppo di cittadini ha consentito l’organizzazione di un matrimonio in piena regola, che è destinato a catturare l’attenzione non solo dei torellesi, ma anche dei curiosi dai comuni limitrofi.

L’invito alla cerimonia delle due coppie, che festeggeranno al Castello Ruspoli con tutti gli amici

L’amministrazione comunale infatti non si è fatta carico soltanto di organizzare la cerimonia e il rito civile, ma ha provveduto al disbrigo di tutte le pratiche burocratiche inerenti la documentazione. Si tratta del primo caso affrontato dal tribunale di Avellino, in merito all’unione civile delle due coppie di nigeriani ospiti dello Sprar. Solerte è stato anche l’ufficio anagrafe del Comune di Torella, che di concerto con il sindaco ha consentito l’acquisizione di tutta la documentazione necessaria. “Conclusa la fase della burocrazia adesso ci dedichiamo alla festa, e a partecipare al coronamento di un sogno espresso da queste due coppie di nigeriani, ospiti da due anni del centro, che contiamo di trattenere da noi per un progetto di vita futura” ha commentato il sindaco Delli Gatti. “Dopo tanta violenza e malvagità, le due coppie hanno trovato calore umano e ci onorano di partecipare al loro momento di felicità”.

Le coppie sono ospiti dello Sprar intercomunale di Torella e Villamaina, gestito da una cooperativa sociale che si preoccupa di garantire loro non solo la semplice accoglienza ma anche un processo di inserimento nella società. Convolano a nozze due delle tre coppie presenti nel centro, che hanno figli piccoli addirittura nati in Italia, e che sono ancora in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato. “A loro auguriamo tanta serenità e speriamo che vogliano restare con noi e che vogliano crescere qui i loro figli. Oggi sono parte integrante della comunità, che li ha accolti e li protegge, con un grande spirito umanitario” continua il sindaco. “L’apertura dello Sprar è stata infatti una scelta di comunità, che è stata interrogata sull’accoglienza, e quando le famiglie sono arrivate sono state prese in carico dalla collettività. Vorrei inoltre fare un plauso alle donne di Torella, che si sono attivate non appena hanno scoperto che una di loro era incinta: è scattata da subito una solidarietà naturale fra le donne e le mamme, che hanno abolito le barriere linguistiche e culturali. E’ scattato quell’antico ruolo delle donne di attenzione, dedizione e protezione nei confronti di altre donne, che con grande empatia hanno mostrato comprensione per il vissuto e per i trascorsi in mezzo al deserto”.

Poi l’integrazione nella piccola comunità altirpina, facilitata soprattutto dai bambini e della loro immediatezza nelle relazioni, e una piena partecipazione alle attività scolastiche e del paese. “Il matrimonio di sabato è il regalo più bello che questa esperienza sta facendo alle nostre comunità. Personalmente non ho mai avuto dubbi sull’umanità delle comunità delle aree interne, e credo che dovremmo scommettere di più su questo senso dell’accoglienza e dell’ospitalità. Non dovremmo promuovere soltanto gli elementi naturali che caratterizzano il territorio, ma dovremmo inserire anche la forte umanità e solidarietà verso il prossimo, riscontrabile con antiche e nobili radici contadine” conclude.

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