Gonfalone di Avellino, la pergamena firmata dal Re è in mostra

LA PERGAMENA AUTOGRAFA DEL RE D’ITALIA VITTORIO EMANUELE III ENTRA A FAR PARTE DEL PATRIMONIO DEL MUSEO CIVICO A VILLA AMENDOLA. Il Curatore del Museo Civico, lo Storico dell’Arte Alberto Iandoli, ha riportato alla luce il prezioso manoscritto, per decenni chiuso in una cassaforte di Palazzo di Città. Gli avellinesi e il pubblico ora potranno ammirare questi documenti

La regia concessione del Gonfalone di Avellino ora è a Villa Amendola. Lo annuncia con soddisfazione Alberto Iandoli, ideatore e curatore del Museo Civico. «L’anno 2020, appena iniziato, già porta bene al Museo Civico di Villa Amendola», scrive nella nota con cui ha annunciato l’avvenimento. «L’esposizione museale permanente infatti si arricchisce di un nuovo e significativo cimelio di storia avellinese. Si tratta della pergamena miniata e dipinta a mano relativa alla concessione, da parte del re d’Italia Vittorio Emanuele III di Savoia, alla città di Avellino, nel 1938, del diritto di far uso del Gonfalone Civico», scrive il Direttore Alberto Iandoli. Ed è stato proprio il Curatore del Museo Civico, a chiedere al Sindaco Gianluca Festa l’esposizione permanente del prezioso cimelio di storia del Capoluogo Irpino presso il Polo Culturale di Villa Amendola. Lo Storico dell’Arte Alberto Iandoli ha riportato alla luce il prezioso manoscritto, per decenni chiuso in una cassaforte di Palazzo di Città. «L’importante documento reca la firma autografa del re d’Italia, Vittorio Emanuele III di Savoia». Esso è contenuto «all’interno di un astuccio in lega metallica, accompagnato da uno splendido bozzetto del gonfalone con lo stemma civico, vistato per approvazione da Pietro Fedele, allora delegato del Re alla Consulta Araldica». Iandoli fornisce particolari preziosi anche su questa figura, «Eminente studioso di storia antica, a lui si deve, tra l’altro, a cavallo tra gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso una importante ripresa degli scavi archeologici di Pompei ed Ercolano». «Il bozzetto del Gonfalone per decenni è stato conservato nella cassaforte degli Uffici dell’Economato del Comune di Avellino ed è stato da me individuato a seguito di una ricognizione del patrimonio storico-artistico di proprietà dell’Amministrazione Comunale, che ho effettuato in accordo con il Sindaco Gianluca Festa, e con il Dirigente del Settore Cultura, Gianluigi Marotta», ha aggiunto Alberto Iandoli.


 

Bozzetto del Gonfalone della Città di Avellino concesso dal re d’Italia Vittorio Emanuele III

ALBERTO IANDOLI: «CON L’ESPOSIZIONE PERMANENTE SI FA ANCHE CHIAREZZA SUL VERO GONFALONE DI AVELLINO». Il Curatore del Museo Civico di Villa Amendola spiega che l’autorizzazione ottenuta dal Sindaco di Avellino per esporre «nel nostro Museo Civico la pergamena autografa del terzo re d’Italia e il bozzetto realizzato con tecnica mista su carta, con china, acquerelli e tempere colorate del Gonfalone Civico, che l’accompagna» costituisce «un arricchimento del patrimonio del Museo», ma non solo. Offre, «direi, finalmente, l’occasione di chiarire, una volta e per tutte, la disputa aperta alcuni anni or sono circa le reali fattezze dell’emblema araldico della nostra città. Mi riferisco in pratica alla posizione dell’agnello sul libro, che secondo alcuni, era in piedi, per altri, adagiato. Disputa, ad onor del vero, scaturita dalle diverse rappresentazioni grafiche dello stemma della nostra Avellino, che nel corso del tempo sono state utilizzate sui manifesti istituzionali, sulla carta intestata dell’Amministrazione Comunale e sui timbri a secco o ad inchiostro». Ebbene, l’ufficialità dell’accluso bozzetto del Gonfalone della Città di Avellino alla pergamena di Vittorio Emanuele III, ci dice che l’agnello è adagiato sul libro!», ha affermato Alberto Iandoli.

UNA EMOZIONE OSPITARE NEL MUSEO UN PEZZO DI STORIA DELLA CITTÀ DI AVELLINO. «Disputa sullo stemma a parte, da avellinese, prima che in veste di Curatore del Museo Civico, non nascondo la mia emozione, quando mi sono trovato tra le mani la pergamena con la descrizione autografa di Vittorio Emanuele III del Gonfalone della nostra Avellino, che ho letto attentamente, e ho maneggiato con tutta la cura che merita ciò che è patrimonio di tutti noi», ha aggiunto con orgoglio il Curatore del Museo, che ammette un’altra sensazione forte: «L’ho provata nello scoprire che, ad accompagnare lo scritto descrittivo di Vittorio Emanuele III vi era la trasformazione in immagine di quello scritto, sapientemente fermata sulla carta con china, acquerelli e tempere colorate. Vi era insomma il nostro Civico Gonfalone, metaforico, onnipresente testimone di pagine liete, o anche tristi di Storia Nostra! Quel Civico Gonfalone che Vittorio Emanuele III di Savoia, con le seguenti parole volle consegnare alla nostra città», prosegue Iandoli, proponendo lo scritto del Re d’Italia:

COSÌ IL RE D’ITALIA: Ci piacque con Nostro Decreto in data uno dicembre millenovecentotrentotto concedere alla Città di Avellino la facoltà di usare un gonfalone civico. Ed essendo stato il Nostro Decreto registrato come avevamo ordinato, alla Corte dei Conti e trascritto nei registri della Consulta Araldica e dell’Archivio di Stato in Roma, Vogliamo ora spedire solenne documento della accordata grazia alla città concessionaria. Perciò in virtù della Nostra Autorità Reale Costituzionale, dichiariamo spettare alla Città di Avellino il diritto di far uso del gonfalone civico miniato nel foglio qui annesso e descritto come appresso : drappo di colore bianco riccamente ornato di ricami d’oro, caricato dello stemma civico con l’iscrizione centrata in oro CITTA’ DI AVELLINO. Le parti di metallo ed i nastri saranno dorati. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto azzurro con bulletti posti a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della Città e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali e frangiati d’oro. Dichiariamo inoltre che di tale provvedimento sia presa nota nel Libro Araldico degli Enti Morali. Comandiamo poi alle Nostre Corti di Giustizia, ai Nostri Tribunali ed a tutte le Potestà Civili e militari di riconoscere e di mantenere alla Città di Avellino i diritti specificati in queste Nostre Lettere latenti, le quali saranno sigillate con Nostro Sigillo Reale firmate da Noi. Dato a San Rossore, addì dodici del mese di Ottobre dell’anno millenovecentotrentanove, quarantesimo del Nostro Regno”.


Pergamena miniata autografa del re d’Italia Vittorio Emanuele III con la quale si concedeva alla città di Avellino “il diritto di far uso del Gonfalone Civico

«Immagino quella che è stata l’emozione dell’allora Sindaco di Avellino, Edoardo Grella, primo cittadino del Capoluogo Irpino, o come si chiamava allora, ‘Podestà’ di Avellino, dal 21 Giugno 1938 al 30 Giugno 1942, nell’aprire, come è accaduto a me, oltre ottant’anni dopo, l’astuccio in lega metallica contenente il prezioso dono di un sovrano ad una comunità, la nostra, che da oggi è possibile ammirare nel Museo Civico di Villa Amendola».

Pergamena miniata autografa del re d’Italia Vittorio Emanuele III con la quale si concedeva alla città di Avellino “il diritto di far uso del Gonfalone Civico

LEGGI ANCHE: 

Museo civico di Villa Amendola «teca della memoria avellinese»

La bella Avellino dei quadri di Antonio Forgione in un libro

ARTICOLI CORRELATI