Luigi Simeone, segretario della Uil di Avellino

«Sul Traforo del Partenio parola ai cittadini», propone la Uil alla Provincia di Avellino. Sulla ipotesi di un Traforo del Partenio, per collegare il Baianese alla Valle Caudina, c’è confusione, afferma la Uil Irpinia Sannio con il segretario Luigi Simeone. E allora la soluzione prospettata è quella offerta dalla legge sul «Dibattito Pubblico», introdotta con  Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 maggio 2018, n. 76. Il decreto definisce il regolamento recante modalità di svolgimento, tipologie e soglie dimensionali delle opere sottoposte a dibattito pubblico. «La provincia lo può fare (art.3 comma 3 lett. B)», sottolinea Simeone. «Attivi la procedura, che viene definita (art.7 comma 1 lett. A) per informare: «Elaborare  il  dossier  di  progetto  dell’opera, scritto in linguaggio chiaro e comprensibile, in cui è motivata  l’opportunità dell’intervento e sono descritte le soluzioni  progettuali  proposte». Con questo strumento, conclude il segretario della Uil Irpinia Sannio, si può uscire «dalla propaganda» e offrire «deduzioni e controdeduzioni di merito», sulla base dei progetti e sella voce dei cittadini «e quanti possano nel merito offrire valutazioni oggettive». Solo dopo il confronto, «si decida con scienza e conoscenza se e come fare l’opera, così da provare a costruire dal basso». Nella sostanza, offrendo strumenti informativi chiari e trasparenti si potrà dare sul Traforo del Partenio parola ai cittadini.

Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri

IL DIBATTITO PUBBLICO. «Il dibattito pubblico è un processo d’informazione, partecipazione e confronto pubblico su opere di interesse nazionale che si svolge nella fase iniziale di progettazione, quando le alternative sono ancora aperte e la decisione, se e come realizzare l’opera, deve essere ancora presa», scrive la Federazione Relazioni Pubbliche Italiana – FERPI, illustrando il significato della norma. «L’istituto del dibattito pubblico in Francia esiste da più di vent’anni» e ora «è diventato obbligatorio anche in Italia, grazie all’art. 22 del nuovo Codice dei contratti pubblici». L’obiettivo del dibattito pubblico è «migliorare la qualità della progettazione e delle decisioni pubbliche mediante la più ampia partecipazione degli interessati, ma anche anticipare i possibili conflitti con le comunità locali che spesso accompagnano la realizzazione delle grandi opere».


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