Aquilonia dialoga sulle Casette Asismiche a 90 anni dal sisma

LA TRACCIA DEL NUOVO PAESE DOPO IL TERREMOTO DEL 1930. La nota del Comitato Palazzine Bene Comune: sì al dialogo con l'Amministrazione, che ha sospeso le procedure di demolizione. Si avvia il confronto per un possibile recupero, ma i civici chiedono il ritiro delle delibere con cui si disponeva lo smantellamento.

Casette Asismiche di Aquilonia, realizzate dopo il terremoto del Vulture nel 1930

Aquilonia dialoga sulle Casette Asismiche del 1930. Nel 90esimo anniversario del terremoto cosiddetto ‘del Vulture’, che cancellò l’antico paese, rinato dal nuovo insediamento realizzato per gli sfollati di allora, «la vertenza è a una svolta». Lo scrive il Comitato Palazzine Bene Comune, dopo l’apertura del confronto con il gruppo di maggioranza «Aquilonia-Carbonara» (che sostiene il sindaco Giancarlo De Vito) e il comitato civico. Da due anni i cittadini che compongono questa associazione si battono per la conservazione dell’antico insediamento cittadino. «L’incontro è stato richiesto da Aquilonia-Carbonara per consentire un confronto diretto tra le rispettive impostazioni dopo due anni di prese di posizione pubbliche e di interventi sui media», si legge in una nota diffusa da Palazzine Bene Comune, che sottolinea di aver «accolto con favore» l’iniziativa. «Fin dalla sua costituzione» il Comitato «richiede di potere esporre le proprie ragioni al cospetto di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella decisione sulla sorte delle casette».

Tra le casette asismiche la nuova Aquilonia ripartì 90 anni fa. Il Terremoto del Vulture del 1930 l’aveva distrutta. Il comitato Palazzine Bene Comune ritiene l’insediamento emergenziale di allora una radice culturale del paese attuale

AQUILONIA DIALOGA SULLE CASETTE ASISMICHE, «CONFRONTO APERTO SULL’IMPEGNO A VALORIZZARE IL SITO». Il Comitato riepiloga i termini dell’intesa da cui è ripartito il dialogo. «Il gruppo di maggioranza Aquilonia-Carbonara, rappresentata tra gli altri dall’avv. Lello Gala e dal consigliere comunale Vito Maglione, ha dichiarato con nettezza che si debba soprassedere all’attuazione dei provvedimenti di demolizione almeno finché non si sia svolto un confronto costruttivo che superi le polemiche in corso e affronti il tema nel merito, ed ha riferito che di questa impostazione il Sindaco è già informato», si legge nel comunicato. «Tale posizione, hanno ribadito gli esponenti Gala e Maglione, è indipendente dagli esiti della procedura di Verifica dell’Interesse Culturale richiesta dal Comune di Aquilonia alla competente Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, che dovrà pronunciarsi in merito al valore storico-culturale dei 6 edifici in base a quanto disposto dagli artt. 10 e 12 del D.Lgs 42/2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio)». In altri termini, «Aquilonia-Carbonara ha assicurato chee la posizione esposta nel corso dell’incontro resterebbe valida anche qualora la Soprintendenza non dovesse riconoscere formalmente l’interesse culturale degli edifici in questione», si precisa. «Ciò fermo restando che la valutazione che l’Amministrazione comunale è tenuta a fare in merito alla sorte delle ‘casette’ dovrà necessariamente tenere conto di aspetti tecnico-amministrativi che secondo Aquilonia-Carbonara sono ancora da chiarire, e di ogni altra esigenza e aspettativa della comunità, al fine di perseguire il bene comune».


IL COMITATO: SVOLTA RILEVANTE, MA «SI ATTENDE IL RITIRO DEI PROVVEDIMENTI CHE DISPONGONO LA DEMOLIZIONE». Il comitato Palazzine Bene Comune, rappresentato dal regista Michele Citoni, dagli architetti Angelo Castucci, Katia Fabbricatti ed Enzo Tenore e dall’ingegnere Virginio Tenore, «ha accolto tale presa di posizione con sorpresa e interesse, considerandola come una novità che può costituire premessa di una svolta nel dibattito», viene affermato nel comunicato. I rappresentanti del comitato hanno tuttavia osservato che «i formali e chiari pronunciamenti per la demolizione – contenuti in una deliberazione di Giunta, in una determinazione dell’Ufficio tecnico e nella Relazione inviata dal Comune alla Soprintendenza e accompagnati da quanto dichiarato in passato dal Sindaco alla stampa – costituiscono un’emergenza di fatto ancora non superata, e hanno ribadito che ritengono comunque necessaria la formale decadenza dei provvedimenti di demolizione, che, a loro giudizio, oltre a essere errati nel merito contrastano con quanto disposto dalle norme sui Beni Culturali sopra citate proprio in quanto emanati dall’Amministrazione prima della necessaria Verifica dell’Interesse Culturale». I rappresentanti del comitato Palazzine Bene Comune hanno inoltre sottolineato che «solo una volta sgomberato il campo dalla suddetta emergenza la questione delle ‘casette asismiche’ del 1930 potrà essere considerata dalla comunità non come un problema ma come una possibilità: un’occasione, attraverso la conservazione di un brano del tessuto storico originario del paese di Aquilonia, sia per rafforzare l’identità del paese e il radicamento dei suoi abitanti, sia per progettare nuove funzioni e servizi».

Casette Asismiche di Aquilonia, 90 anni di vita dopo il terremoto del 1930

SI APRE UNA FASE DI STUDIO. Tutti i partecipanti all’incontro hanno concordato sul fatto che «il conflitto attorno alla questione delle “casette” debba evolvere generando momenti di studio della questione sotto ogni aspetto tecnico e culturale, azioni di informazione, sensibilizzazione e coinvolgimento della cittadinanza, confronto pubblico sulle possibilità concrete di rigenerazione e riuso degli edifici, così da consentire una decisione finale sulle nuove destinazioni d’uso che sia partecipata e fondata su una riflessione approfondita». Aquilonia dialoga sulle Casette Asismiche del 1930 a 90 anni dal sisma che chiuse una parte della sua storia, ricominciata tra quelle mura.


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