«Isabella Morra e il suo sogno», Francesca Sassano ad Avellino

GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE. Ospite dell'Accademia dei Dogliosi, oggi 24 novembre presso l’Hotel de la Ville la scrittrice potentina parteciperà all’inaugurazione del nuovo anno accademico presentando il suo libro dedicato alla tragica vicenda della baronessa e poetessa uccisa nel castello di Favale

La scrittrice Francesca Sassano ad Avellino con «Isabella Morra e il suo sogno». La prestigiosa Accademia dei Dogliosi di Avellino accoglie oggi 24 novembre presso l’Hotel de la Ville, nel corso dell’inaugurazione del nuovo anno accademico, l’avvocato e scrittrice potentina Francesca Sassano, autrice di un bellissimo e intrigante libro che narra la vicenda della baronessa e poetessa del 1500, Isabella Morra, tragicamente uccisa nel castello di Favale. Una storia di solitudine tenebrosa, scandita da silenzi che fermano le parole sul limitare delle labbra, vissute da una donna, Isabella, costretta dagli altri a vivere la sua esistenza come una prigione dorata, attraverso la libertà e la schiavitù di essere donna, i cui desideri inespressi cercano un varco per avere voce e presenza. I suoi pensieri “sogni di vento persi nella notte” lasciano delle tracce: Isabella li avverte dentro di sé e sente che sono impetuosi, “fanno rumore” ma sono costretti a soccombere davanti alle regole imposte dalla società e dal suo casato. Una donna, la cui natura è densa di sensi di colpa che sono l’alter ego delle sensazioni forti che lei prova, rese ancora più pregnanti da una legge ingrata che ne definisce i limiti e la relega in un vuoto, da cui echeggiano le grida di un animale ferito.

Isabella di Morra, nota anche come Isabella Morra, poetessa italiana

Isabella avverte il desiderio di colmare questa mancanza di amore, un desiderio di dialoghi ad alta voce contrapposti al silenzio di una vita che non le appartiene, che le è stata costruita intorno come una gabbia trasparente. Profondo è il suo desiderio di fuggire, di conoscere qualcosa che le è interdetto, impedito da una morale assurda, simile a un vestito rigido che mortifica il suo corpo e la forza e la vivezza delle sue sensazioni. E Isabella riesce a trovare questo varco attraverso la poesia, nei suoi scritti, la vita vera che le viene preclusa diventa un giardino di meraviglie, un fiorire di istanti che ella vive attraverso l’ immaginazione, facendo scaturire i sentimenti che aveva imprigionato dentro di sé, al buio delle candele che illuminano l’oscurità della sua anima inespressa. I suoi pensieri si tramutano in parole, finalmente liberi, simili a “cavalli dalle briglie sciolte e impazzite”; la frenesia di un attimo vissuto diventa la traccia di un suo percorso interiore, la trama fitta in cui raccogliere gli ansiti della sua vita imbrigliata da dettami non scritti, eppure tanto forti da condizionare tutta la sua esistenza.

Lo Stemma dei Morra

Ella si rifugia nella torre alta del castello, che esprime il suo senso di lontananza e distacco dal mondo vero, ma a cui in realtà ambisce, perché sente di essere al di sopra delle semplici e vuote parole di circostanza che gli altri, intorno a lei, pronunciano; vuole una vita diversa e, se non può averla, se la crea, nonostante la sua anima tormentata a contatto con la contraddittorietà dell’esistere. “Sei una donna, ma pensi come un uomo”: queste parole esprimono tutto il contrasto della sua anima, un coacervo di sensazioni che nessuno riesce a comprendere, fatto di attimi spezzati, che ella cerca invano di ricucire. E questa sua forza imprendibile, questa sua tristezza fatta di determinazione viene trasmessa ad un’altra Isabella, come un’eredità pesante che non si riesce a sopportare da sola, ma rappresenta anche un ponte tra passato e presente. L’autrice riesce a dare voce alle inquietudini di Isabella, attraverso le emozioni che parlano, attraverso i suoi passi che dilatano e fanno risuonare l’eco del tempo, per poter affermare la propria identità di donna, attraverso la conquista della propria solitudine e la forza del suo essere, anche se questo disperato desiderio amore la fa sentire “vittima e carnefice del mio stesso inganno”. La scrittrice Francesca Sassano ha approfondito le tematiche di questo interessante testo.

Cosa l’ha spinta a scrivere un libro su una donna come Isabella Morra?
“E’ stato un caso, forse anche una sollecitazione, avevo già scritto storie di donne, amo molto non tanto il personaggio femminile a discapito di quello maschile, quanto la complessità del suo sentire e quindi del suo amare. Non mi ero mai confrontata, però, con personaggi femminili storici, in più avevo sempre scritto in un ambito territoriale diverso da quello della mia terra, la Basilicata. Non c’era una ragione particolare , perché si scrive una storia, almeno per me lo è così, spinta da un’urgenza, quasi che sia essa a tirarti per la manica. Mi è stato rimproverato questo da un amico di Valsinni e proprio la mia indifferenza nei confronti della poetessa Isabella. Confesso, oltre ai ricordi del liceo, poco sapevo, così come spesso accade mi sono incuriosita ed ho iniziato a studiare , partendo da Benedetto Croce e andando ovunque si parlasse di lei. Ne sono rimasta affascinata ed è venuta fuori la mia storia, apocrifa e doppia, di una donna troppo avanti nel suo tempo per trovare comprensione e troppo dentro ai suoi sentimenti per trovare assoluzione. Era poi una storia che doveva trovare un’altra voce femminile, di qui il doppio di cui dicevo prima: è Isabella che racconta di Isabella. Ma non dico di più, per farmi leggere”.

Il suo è un libro intenso che sembra scritto dalla reale protagonista. Cosa l’ha fatta immedesimare tanto in lei?
“Quello di Isabella è un personaggio estremamente trasgressivo, una donna culturalmente elevata per ragioni non tanto di famiglia, quanto di cultura; ha vissuto la sua formazione letteraria quasi fosse un uomo, con un precettore, che ne fa il suo complice in un amore impossibile. Come si può non amare Isabella? Considerando il tempo e i luoghi in cui è vissuta, è una donna che si impone all’attenzione”.

Qual è il messaggio che la storia di questa donna nobile e costretta a scelte difficili può trasmettere alle donne di oggi?
“E’ un messaggio moderno, fatto di coraggio di scelte non convenzionali, di profondità di sentimento e quindi un universale per tutte le donne che oggi non vogliono avere spazio di recinto ma ampiezza d’intelletto”.

Ilde Rampino


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