«In Irpinia si svuotano le case ricostruite». D’Amelio: superare il terremoto economico

IL VICEPRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA, BONAVITACOLA: «DALLA RICOSTRUZIONE LA VISIONE ATTUALE DI UNO SVILUPPO LEGATO AL TERRITORIO». In occasione del 39esimo anniversario del terremoto di Irpinia e in Basilicata, convegno dal titolo: «Non solo emergenze. La Protezione civile oggi tra rischi, prevenzione e volontariato». Il commosso ricordo dell'ex Ministro Giuseppe Zamberletti

«In Irpinia si svuotano le case ricostruite, rischiamo di perdere la comunità se non arrestiamo la tendenza alla desertificazione, allo spopolamento e alla fuga». La Presidente del Consiglio Regionale nella città dove è nata, cresciuta ed è diventata Sindaco, nel cuore di quella Lioni, dove ha assistito da ragazza al crollo di buona parte del suo paese, reso irriconoscibile dalla furia del terremoto di 39 anni fa, con i cronisti sottolinea il vero impegno che va preso nel giorno della commemorazione. Si svuotano le casa ricostruite in Irpinia perché il sistema economico e produttivo di oggi non riesce ad uscire dalla crisi provocata nell’ultimo decennio dalla crisi strutturale prima finanziaria poi economica. «Oggi dobbiamo fronteggiare l’emergenza di un terremoto economico, che sta mettendo a rischio il futuro delle Aree Interne colpite dal sisma del 1980, ma anche dell’intero Mezzogiorno». Rosetta D’Amelio ha accolto nella sala consiliare di Lioni gli ospiti attesi per il convegno dal titolo «Non solo emergenze. La Protezione civile oggi tra rischi, prevenzione e volontariato». Un doveroso omaggio ad una eccellenza italiana che si è strutturata e ha preso forma tra le macerie dell’Irpinia e della Basilicata, grazie all’impegno e alla lungimiranza del compianto ex commissario e ministro Giuseppe Zamberletti, recentemente scomparso. A lui è andato il commosso pensiero dei tanti volontari e dei vertici nazionali, regionali e provinciali della Protezione Civile intervenuti in questo giorno particolare.

«Si svuotano le case ricostruite in Irpinia». D’Amelio: superare il terremoto economico. Nella foto: il convegno a Lioni dedicato alla Protezione Civile el ricordo di Giuseppe Zamberletti. Da sinistra: Maurizio Petracca, Mauro Dolce, Yuri Gioino, Fulvio Bonavitacola, Rosa D’Amelio, Roberta Santaniello

«SOLE E ALLEGRIA, POI UN TRAGICO CREPUSCOLO DI MORTE E DISTRUZIONE». La Presidente del Consiglio Regionale rievoca quei momenti di 39 anni fa. «Era una giornata soleggiata e calda come quella di oggi», ricorda Rosetta D’Amelio con i giovani cronisti, molti dei quali non ancora nati 39 anni fa. Quella sera poi calò il buio e si levò la polvere su un territorio vastissimo. Interi paesi cancellati, migliaia di persone rimaste uccise subito o nelle prime ore dopo i crolli, ma tanti, troppi, imprigionati per giorni in un’agonia segnata dai lamenti, che si risuonavano sempre più flebili, dispersi in un paesaggio deserto, reso spettrale dal vuoto. Fu una vera apocalisse, accentuata dai ritardi con cui i soccorsi giunsero. Tutto questo non si ripeterebbe oggi, con una Protezione Civile capace di intervenire con tempestività e efficienza in ogni possibile condizione di emergenza. «Il Capo della Protezione Civile non è qui con noi, impegnato a fronteggiare le alluvioni nelle città colpite in queste ore da piogge eccezionali», sottolinea Rosetta D’Amelio, rimarcando il valore per l’Italia del sacrificio dei tanti che potevano essere salvati in Irpinia. Centinaia e centinaia di innocenti 39 anni fa esalarono l’ultimo respiro sepolti vivi, in attesa di un aiuto che non arrivò in tempo. Il popolo dell’Irpinia ha saputo soffrire e rialzarsi, da quella immane tragedia ha tratto la spinta per affermare un modello, una visione attuale ancora oggi, ma rischia di veder vanificati i propri sforzi per un altro terremoto. Il sisma di oggi non è provocato dalla natura ma dall’uomo, dall’economia che sta desertificando il Mezzogiorno. Mentre si svuotano le case ricostruite in Irpinia, spiega D’Amelio, ci sono altre zone della Campania che rischiano una eccessiva concentrazione, occorre trovare un equilibrio. Dal terremoto sono scaturite importanti intuizioni per far ripartire lo sviluppo, ha osservato. Costituiscono le risorse per il possibile riscatto, come le grandi infrastrutture non ancora completate, ma rimesse in cantiere, accanto ad altri interventi decisivi e strategici come la ferrovia ad alta capacità, la elettrificazione della Salerno Avellino Benevento.

La Protezione Civile nazionale, regionale e locale a Lioni per commemorare il 39esimo anniversario del terremoto in Irpinia e in Basilicata

MAURO DOLCE: IL RICORDO COMMOSSO DI GIUSEPPE ZAMBERLETTI. Al posto di Angelo Borrelli è intervenuto il vice vice capo dipartimento protezione civile nazionale, Mauro Dolce, che a Lioni arrivò 39 anni fa. A lui è toccato il compito di ricordare la figura di Giuseppe Zamberletti, il padre della Protezione Civile, l’uomo che concretamente è stato l’artefice della rinascita di territori colpiti da uno degli eventi sismici più devastanti del secolo in Europa. Dolce ha indicato nella prevenzione strutturale, a partire dalla riduzione della vulnerabilità degli edifici, la missione che deve impegnare le istituzioni nazionali, regionali e locali a tutti i livelli. Un tema sul quale si è associato il giovane Sindaco di Lioni, Yuri Gioino: «Manca la cultura della sicurezza sismica» e i «sindaci non hanno strumenti efficaci e adeguati per intervenire, anche sui dissesti idrogeologici». Per Michele Di Sapio, presidente del Forum dei Giovani di Lioni, in una giornata come quella di oggi il pensiero deve andare «ai tanti giovani che il 23 novembre del 1980 hanno perso la vita». Non citata, Samantha Della Porta fu la più giovane vittima del terribile sisma che, il 23 novembre 1980 colpì Irpinia e Basilicata.

Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della Giunta Regionale della Campania

BONAVITACOLA: «L’IRPINIA HA DATO UN MODELLO PER UNO SVILUPPO ECONOMICO LEGATO AL TERRITORIO». Nel suo intervento il Vicepresidente della Giunta Regionale della Campania, Fulvio Bonavitacola, ha sottolineato il tentativo compiuto in Irpinia dopo il terremoto di realizzare un modello economico di sviluppo ancorato al territorio. Oggi molte delle sue prospettive scaturiscono da un ecosistema naturale, architettonico, culturale e agroalimentare. Forse prima di altri territori in Italia, l’Irpinia ha difeso il suo treno del turismo, rilanciando una prospettiva significativa per il trasporto su ferro in questo settore importante per la riscoperta del paesaggio, delle tradizioni, delle grandi attrattive che agroalimentare, artigianato e cultura offrono. Naturalmente, Bonavitacola non poteva non soffermarsi sulla Protezione Civile, riconoscendo che Irpinia e Basilicata hanno fatto da laboratorio 39 anni fa. «Oggi la macchina straordinaria della Protezione Civile italiana è in grado di intervenire sulle emergenze e le calamità anche meno prevedibili fino a qualche decennio fa, ha spietato: quelle originate dal mutamento del clima». Per Bonavitacola, se si svuotano le case ricostruite in Irpinia, completando il rilancio delle infrastrutture, il patrimonio economico locale potrà determinare un rilancio delle condizioni di vita e di sviluppo per tutti.

La commemorazione del sisma dell’Irpinia e della Basilicata 39 anni dopo. Il raccoglimento degli uomini e delle donne della Protezione Civile

RICOSTRUZIONE, SANTANIELLO: ULTIME PRATICHE APERTE. Roberta Santaniello ha fatto il punto per la Regione Campania sulle pratiche della ricostruzione ancora aperte. «Stante un fabbisogno certificato dai decreti ministeriali di 130 milioni aggiornato al 2008, la Regione Campania ha lavorato per convogliare 90 milioni, recuperando giacenze inutilizzate presso i Comuni. Ma ci sono altri fondi, circa 120 milioni di euro, ottenuti dal Dipartimento della Protezione Civile destinati a messa in sicurezza e adeguamento sismico di edifici. La ricostruzione si può finalmente completare, ma nel frattempo si interviene sulla sicurezza, ha spiegato la funzionaria della Protezione Civile Regionale della Campania.

Giuseppe Zamberletti, già commissario per gli interventi nelle aree del Cratere dopo il terremoto dell’Irpinia e della Basilicata, poi Ministro e padre della Protezione Civile

L’EX SINDACO DI VALVA, FIGLIULO: «FERMI SUI CONTI 200 MILIONI SPETTANTI A COMUNI NAPOLETANI E CASERTANI: DARE POTERI AI SINDACI». Anche Michele Figliulo, già sindaco di Valva, si è soffermato sugli ultimi capitoli aperti della ricostruzione, osservando che uno strascico burocratico di questo tipo può essere considerato una anomalia tutta italiana. Ha citato l’esempio di «fondi per 200 milioni fermi presso la Banca d’Italia, benché destinati ad interventi nel casertano e nel napoletano, mentre l’Irpinia è al 94% della ricostruzione». Per Figliuolo occorre dare i poter ai sindaci sulla spesa se si vuole superare il blocco burocratico. L’ex Sindaco ha ricordato l’immane lavoro prodotto dal Commissario Zamberletti, che è riuscito a migliorare in alcuni casi la situazione precedente al sisma: «Cinque Comuni del Cratere fino al 1980 non avevano acqua corrente in casa: fu Aamberletti a portarla nelle case, noi la chiamiamo Acqua di Zamberletti…».

Claudia Campobasso e Italo Giulivo, della Protezione Civile Regionale dellaCampania

CLAUDIA CAMPOBASSO: «DAGLI ANGELI DEL FANGO AL VOLONTARIATO ORGANIZZATO, IL MIRACOLO DELLA PROTEZIONE CIVILE ITALIANA». Apprezzato l’intervento di Claudia Campobasso, Dirigente regionale e provinciale della Protezione Civile, che in un passaggio non ha mancato di sottolineare criticità dal punto di vista idraulico del fiume Ofanto lungo la Valle. Nella sua relazione, salutando le organizzazioni di volontariato presenti, ha ripercorso le tappe di costruzione della Protezione civile italiana, le cui prime basi furono gettate a Firenze durante l’alluvione del 1966, grazie allo straordinario volontari non solo italiano registrato nella circostanza per salvare i libri e le opere d’arte minacciate dalle esondazioni dell’Arno. Da allora, attraverso la tragedia di Irpinia e Basilicata, si è arrivati al sistema di volontariato organizzato che oggi fa scuola nel mondo.

Sisma in Irpinia 39 anni fa, a Lioni il capo della Protezione civile Borrelli. Nella foto: Lioni distrutta dal sisma nei giorni successivi al terremoto

ITALO GIULIVO: «IL TERREMOTO DI IRPINIA E BASILICATA HA DISTRUTTO UN TERRITORIO ESTESO QUANTO IL BELGIO, UNA TRAGEDIA IMMANE». Tra i vari relatori, c’è chi ha voluto attirare l’attenzione sulla dimensione della tragedia vissuta da Irpinia e Basilicata nel 1980. In particolare, Italo Giulivo, Presidente regionale della Protezione Civile, ha sottolineato la potenza distruttiva delle tre scosse in sequenza che la sera del 23 novembre 1980 hanno interessato il Mezzogiorno tra Tirreno, Adriatico e Ionio, un’area grande quanto il Belgio. Non solo da lì è nata la moderna protezione civile, na sul piano scientifico si è dimostrata la inconsistenza delle conoscenze sull’organizzazione di una risposta alla calamità naturale. Ma quella lezione è servita. «Siamo stati presenti a tutte le calamità naturali che si sono succedute in Italia, con tecnologie d avanguardia,  cani da ricerca e capacità di tempestività su tutto il territorio nazionale. Abbiamo oggi reti efficienti, una conoscenza puntuale del grado di pericolo di ogni territorio, promuoviamo campagne di sensibilizzazione della popolazione, tutto questo grazie a Zamberletti». La Protezione Civile italiana è costantemente pronta ad intervenire, ha spiegato. «Facciamo prima», è il nuovo slogan per affrontare le sfide future.

I relatori del convegno sulla Protezione Civile a 39 anni dal sisma, rendono omaggio alle vittime del terremoto del 23 novembre 1980. Il Sindaco di Lioni, Yuri Gioino e il presidente del Forum Giovani Lioni, Michele Di Sapio; Roberta Santaniello (delegata Protezione civile del presidente della Giunta regionale/presidente del Comitato ricostruzione Sisma ’80); Michele Figliulo (già sindaco di Valva); Italo Giulivo (direttore generale Protezione civile Campania); Maurizio Petracca (presidente VIII commissione Consiglio regionale Campania); Fulvio Bonavitacola (vicepresidente Regione Campania)

MAURIZIO PETRACCA: «ENTI LOCALI E TERRITORI NON SONO PRONTI IN CASO DI CALAMITÀ». Se la Protezione Civile è in grado di agire in ogni momento, per Maurizio Petracca, consigliere regionale ed ex Assessore al Comune e alla Provincia di Avellino, gli enti locali non alo sono. «In questi giorni è opportuno fare una considerazione: siamo pronti per affrontare un nuovo sisma? Solo parzialmente. Sono stato assessore alla provincia per la protezione civile in occasione della nevicata del 2010, quando il Prefetto ci convocò alle 2 di notte per il comparto sulla sicurezza. C’è molto da fare, in particolare sulla prevenzione».


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