Dopo 40 anni la strada “industriale” Calitri Muro Lucano è stata inaugurata e aperta alla circolazione. Il sito produttivo di Nerico, condiviso prevalentemente da Calitri e da in misura minore Pescopagano, rientra nella gestione del Consorzio Asi di Avellino. Quella che si è inaugurata ieri, una sorta di tangenziale industriale delle aree interne sull’asse Calitri Muro Lucano, di fatto consente alla SS7 Appia, la Ofantina bis, un accesso diretto in Basilicata. C’era anche il Governo al taglio del nastro, per un momento storico. Questa infrastruttura rientrava nella visione di sviluppo precedente a quella poi elaborata dopo il terremoto del 1980, pur essendone poi diventata parte nell’ambito degli interventi straordinari collegati alla ricostruzione.
L’OPERA. La Calitri Muro Lucano è una strada di 35 chilometri, progettata nel 1978 per collegare le due aree industriali altirpina e lucana. Si tratta dell’ormai celebre via che passava bruscamente dall’asfalto all’erba, documentata da diversi servizi d’inchiesta giornalistici nazionali, che per anni hanno raccontato la storia della grande incompiuta costata 20 miliardi di lire per ogni chilometro realizzato. Oggi dopo 40 anni il fatidico taglio del nastro avvenuto sotto una delle tre gallerie presenti nel tracciato, alla presenza di amministratori e autorità, per inaugurare un nuovo corso, politico e industriale dei collegamenti infrastrutturali delle aree interne. In particolare, il Sindaco di Calitri, Michele Di Maio, ha ricordato la tenacia di un parroco, Don Salvatore Datteri, che in qualità di parroco di Castelgrande era solito celebrare messa ogni domenica sotto la galleria interrotta. “E’ anche grazie alla sua costanza che l’opera non è stata dimenticata” ha commentato, alla presenza del Sottosegretario alle Infrastrutture Salvatore Margiotta, accanto ai sindaci di Pescopagano, Castelgrande, Rapone, Ruvo del Monte, Ruoti, Barangiano, Bella e Muro Lucano; e con le rappresentanze Anas, a cui compete la gestione del tracciato.
IN ATTESA DELLA LIONI GROTTAMINARDA, SALDATE LE AREE INTERNE TRA CAMPANIA E BASILICATA. “La grande questione delle Aree Interne registrata su tutta la Dorsale Appenninica d’Italia non può più essere affrontata solo all’interno del contesto regionale, ma deve uscire fuori dai confini e assumere una sua dimensione trasversale: l’interregionalità è senza dubbio il nuovo approccio a cui tendere”, ha aggiunto il sindaco Michele Di Maio, a margine della cerimonia. Reduce dall’esperienza di confronto con i “Sindaci d’Italia” al Quirinale, dove i rappresentanti dei piccoli Comuni italiani hanno discusso con il Presidente della Repubblica la condizione di isolamento lungo la dorsale appenninica, il sindaco di Calitri aggiunge nuovi elementi al dibattito sulla Strategia Nazionale e promuove il recupero degli scambi turistici e commerciali di nuove rotte.
IL COLLEGAMENTO. La Calitri-Muro Lucano consente all’Irpinia di raggiungere l’area industriale di Bellamuro su un tracciato che andrà a sostituire la vecchia strada, estesa su 50 chilometri di curve e saliscendi vorticosi, con tratti fino a mille e 200 metri sul livello del mare (più alto del Laceno). Oggi il tracciato stradale conta tre gallerie, due a Castelgrande e una a Muro Lucano: sono state eliminate altitudine e curve tortuose che limitavano di fatto la circolazione dei tir diretti all’area industriale. “Dopo 40 anni di attesa l’area industriale di Calitri Nerico Pescopagano potrà raggiungere con facilità l’area di Bellamuro, a cui segue Balvano, che ospita gli stabilimenti della Ferrero, e si innesta sulla strada per Potenza”, spiega il Sindaco Di Maio. “Muro Lucano è sempre stato un interlocutore e un riferimento privilegiato di Calitri, per gli scambi commerciali e artigianali. Senza contare le enormi possibilità per il turismo che si aprono: dalle cascate su un affluente dell’Ofanto, il torrente Ficocchia, alla possibilità di raggiungere in pochissimo tempo l’osservatorio astronomico di Castelgrande, che è una succursale di quello di Napoli. “L’interregionalità si arricchisce di un’arteria fondamentale, e da qui bisogna ripartire per costruire una nuova vivibilità delle aree interne” conclude. In attesa della Lioni Grottaminarda, Avellino e Potenza si uniscono in un legame più stretto, accorciando le distanze industriali in un comprensorio che conta tante grandi eccellenze comuni, dalla Fca di Pratola Serra e Melfi, alla Ferrero di Sant’Angelo dei Lombardi e Balvano, ma anche tratti di contiguita culturale nel paesaggio e nella agricoltura.
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