I luoghi invisibili di Avellino dopo il sisma dell’80, la mostra denuncia di Scibelli

Gli scatti realizzati e raccolti dall'avellinese Massimo Olivo Scibelli vogliono «documentare  la persistenza accanita ed irriducibile di uno sconcertante 'mostro di inefficienza e di ingiustizia'... uno 'scempio' urbanistico». Inaugurazione venerdì 25 ottobre 2019 ore 18  presso Circolo della Stampa Corso Vittorio Emanuele II

I luoghi invisibili della città di Avellino dopo il sisma dell’80 raccontati per scatti. Una  Mostra fotografica realizzata dall’avellinese Massimo Olivo Scibelli «vuole documentare  la persistenza accanita ed irriducibile di uno sconcertante  ‘mostro di inefficienza e di ingiustizia’. Sarebbe ora di porre fine a tale ‘scempio’ urbanistico». L’evento sarà inaugurato il prossimo 25 ottobre presso il Circolo della Stampa dalle ore 18.

GLI ANNIVERSARI DEL TERREMOTO IN IRPINIA. «Come è noto, gli anniversari rituali sono utili a fornire alibi alla falsa coscienza. In ambito istituzionale ciò avviene spesso mentre in area sociale disinteressata la liturgia conserva spiragli di generosità e lungimiranza», scrive Giovanni Marino nel presentare la postra fotografica. «Nel 2005, l’avellinese Massimo Olivo Scibelli raccolse un significativo consenso per la mostra fotografica, poi in dvd: Il ‘Centro Storico di Avellino fra immagini e ricordi dal 1978/2005’. Scibelli, fotografo dilettante con piglio professionale, ha continuato in questi anni ad osservare giorno dopo giorno la sua amata Città e le criticità urbanistiche non risolte causate dal sisma del 23 novembre del 1980», scrive Marino. «Se occorrono anni per allestire una Mostra fotografica a tema, che rispecchi a pieno ma vada pure oltre il punto di vista personale, l’occhio fotografico di Scibelli registra che molto è stato fatto da quella tremenda sciagura, ma c’è ancora tanto da fare e soprattutto diventa impietoso il suo lavoro fotografico quando  ‘svela’ le questioni protrattesi  nel tempo e in alcuni casi incancrenite».

I LUOGHI INVISIBILI DI AVELLINO DOPO IL SISMA DELL’80 LUNGO L’ASSE VIARIO EST OVEST. Marino indica nel perno della città, l’asse storico sulla via Appia tra est e ovest attraverso Viale Italia e fino a via Francesco Tedesco, come il cuore dei vuoti urbani. «Basta osservare attentamente la sequenza-serpente, per rendersi conto che sull’asse stradale in entrata e in uscita della Città, cioè, quella che va da viale Italia fino a tutto via Francesco Tedesco, passando per Piazza della Libertà e per il centro storico, esistono “luoghi invisibili” per i più svariati motivi: dispute condominiali, fallimenti, speculazione edilizia e disinteresse  dell’amministrazioni passate. E dai luoghi invisibili passiamo alle periferie invisibili, alle dieci zone dei prefabbricati, alle oltre mille  famiglie che vi  furono  ospitate. In questo caso, le condizioni sono ancora peggiori e niente hanno a che fare con la “catastrofe naturale” ma con l’azione e la gestione degli umani».


I luoghi invisibili di Avellino dopo il sisma dell’80. Mostra di denuncia fotografica a cura di Massimo Olivo Scibelli

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