Tagliati i parlamentari, ora la nuova legge elettorale

Via libera alla riforma costituzionale che riduce da 945 a 600 il numero dei parlamentari. Hanno votato a favore maggioranza e opposizione, salvo +Europa e Noi con l'Italia: 553 i sì contro 14 no e 2 astenuti. Esultano i Cinque Stelle. Sibilia: è la rivoluzione democratica. Uncem avverte: equilibrare la rappresentanza per non far scomparire i territori montani

Tagliati i parlamentari, ora la nuova legge elettorale

Tagliati i parlamentari, ora si apre il confronto sulla nuova legge elettorale. La legge costituzionale che sancisce il taglio dei parlamentari è passata con una maggioranza bulgara. Hanno votato a favore le forze di maggioranza (cioé M5s, Pd, Italia Viva, Leu) e quelle di opposizione (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia). Contro si sono espressi solo il gruppo di Emma Bonino +Europa e Noi con l’Italia. Astenuta la deputata Pd eletta all’estero Angela Schirò e il deputato del Movimento 5 Stelle Andrea Coletti.

Dario Franceschini, Ministro dei Beni Culturali

ORA (NUOVA LEGGE ELETTORALE) PER NUOVI COLLEGI. Le quattro letture, due per ogni Camera, hanno sancito la riduzione sul piano generale dei deputati (da 630 a 400) e quello dei senatori (da 315 a 200), ma ha compresso anche il numero dei seggi esteri: da 12 a 8 alla Camera, da 6 a 4 al Senato. Cambia anche il rapporto tra numero di elettori ed eletto. Alla Camera il rapporto è di uno a 151.210 abitanti, al Senato di uno a 188.424 abitanti. Con questo voto, pertanto, va in archivio l’attuale assetto dei collegi e, conseguentemente, dilatando le circoscrizioni, diventa quasi obbligato il passaggio ad un sistema proporzionale. Su questo terreno la partita comincia oggi, al netto della contrarietà della Lega, che ha depositato un quesito referendario per proporre al Popolo italiano di abolire la quota proporzionale.

Il Sottosegretario di Stato Carlo Sibilia, deputato dell’M5s

CARLO SIBILIA (M5S): TAGLIATI I PARLAMENTARI, QUESTA È UNA RIVOLUZIONE DEMOCRATICA. «Con il taglio dei parlamentari, che oggi porta da 630 a 400 i deputati e da 315 a 200 i senatori eletti, si perfeziona una rivoluzione democratica: un passaggio fondamentale che prelude alla riforma del meccanismo con cui vengono eletti i membri del Parlamento». Così il Sottosegretari di Stato Carlo Sibilia, intervenuto con una nota dopo il via libera in quarta lettura alla legge costituzionale che riduce il numero dei deputati e dei senatori a partire dalla prossima legislatura. «Quella di oggi è una vittoria per il Paese: da anni lavoriamo per raggiungere il risultato di riportare i cittadini al centro della vita politica e restituire credibilità alle istituzioni, senza tralasciare il tema della razionalizzazione della spesa pubblica: si prevede un risparmio di 100 milioni l’anno, 500 a legislatura», spiega Sibilia. «In 10 anni il taglio dei parlamentari può far risparmiare 1 miliardo di euro alle casse dello Stato. È stimato che con i quattrini risparmiati si possono realizzare 133 nuove scuole o 67.000 aule per i nostri bambini, acquistare 13.000 ambulanze o immettere in organico 11.000 medici o 25.000 infermieri, mettere in circolazione 133 nuovi treni per i pendolari: provvedimenti utili al cittadino. Quei cittadini che spesso sono stati chiamati a fare dei sacrifici e si aspettano che la ‘macchina dello Stato’ diventi via via più leggera e meno costosa». Quanto alle critiche su una compressione della rappresentatività dei territori, Sibilia replica che «il peso politico non si misura con il numero dei parlamentari quanto piuttosto con la qualità della rappresentanza stessa: questo vale anche per gli irpini che, al pari di tutti i cittadini italiani, con la necessaria riforma del sistema elettorale che seguirà, dovrà poter scegliere attraverso le urne i propri rappresentanti a Montecitorio e Palazzo Madama»

Uncem, il logo dell’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani

BUSSONE (UNCEM): «POSITIVO IMPEGNO DI MOLTI DEPUTATI PER UNA LEGGE ELETTORALE CHE NON TAGLI LA RAPPRESENTANZA. LA RIDUZIONE PESA SU AREE RURALI E MONTANE». «Negli ultimi due mesi, Uncem ha più volte ripetuto che il taglio dei Parlamentari, approvato oggi alla Camera, non deve tagliare la capacità democratica dei territori rurali e montani di eleggere i propri rappresentanti. Di avere cioé nelle Istituzioni, in Parlamento, una voce certa, continuativa e non occasionale per tutte le aree del Paese, non solo quelle urbane e più densamente popolate». Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, l’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani. «Finora la rappresentanza è sempre stata espressa con numeri importanti dalle città. Un condominio della periferia di Roma conta più di venti Comuni insieme di una valle alpina. I sistemi a preferenza e i sistemi elettorali con grandi circoscrizioni, vedono soccombere i territori, le zone montane e rurali, i piccoli Comuni. Non possiamo accettare sia così o ancor peggio anche dopo il taglio sancito con la legge votata oggi a Montecitorio. Per questo Uncem ha apprezzato l’impegno di molti Deputati, e Senatori, nel ribadire che la legge elettorale sarà decisiva nell’evitare che pezzi di Italia non siano più presenti in Parlamento con donne e uomini eletti». In questo quadro, ha proseguito Bussone, «il lavoro da fare nella legge elettorale e nel disegno delle Circoscrizioni sarà decisivo. Vogliamo avere fiducia in quanti oggi e nelle ultime settimane si sono espressi a favore di un riequilibrio della rappresentanza territoriale. Uncem non starà zitto», avverte. «Sappiamo bene, con tutti gli Amministratori locali italiani, che a seguito della modifica costituzionale cambia anche il numero medio di abitanti per ciascun parlamentare eletto. Per la Camera dei deputati tale rapporto aumenta da 96.006 a 151.210. E se non si disegnano intelligentemente i collegi individuando una compensazione territoriale, superando il solo numero di abitanti, la montagna, le aree interne, le zone a bassa densità di abitanti, soccomberanno. Non avranno più riferimenti. E a perdere non saranno queste aree. Ma tutto il Paese».


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