Biodigestore, Di Marzo: escludere i distretti vinicoli. Il presidente del Consorzio di Tutela “Vini d’Irpinia” Stefano Di Marzo ha inoltrato una lettera ai soci per chiedere un sostegno alla campagna di mobilitazione intrapresa dal Comitato “no al biodigestore a Chianche”. Nella lettera, Di Marzo evidenzia la necessità di fare fronte comune per difendere il lavoro di valorizzazione che è stato portato avanti negli ultimi anni, e consentire il rafforzamento delle certificazioni di qualità e di eccellenze che hanno raggiunto le produzioni vinicole irpine. Non solo l’areale del Greco di Tufo e della Docg assegnata al territorio, sono invitate a schierarsi contro l’installazione del biodigestore tutte le produzioni Doc e DocG della provincia.
L’invito arriva in vista della manifestazione unitaria promossa a Petruro Irpino il 25 settembre prossimo, dove presso la sala consiliare alle ore 19.00 si riuniranno le popolazioni della Valle del Sabato per spiegare le ragioni del No al biodigestore di Chianche e per chiedere uno sviluppo sostenibile del territorio. La manifestazione è stata promossa dal coordinamento “No al biodigestore e Sì al Greco di Tufo”.
|LA LETTERA DEL CONSORZIO DI TUTELA DEI VINI D’IRPINIA|
Gentile Socio, ,
da circa due anni siamo impegnati come aziende, comuni, associazioni in una battaglia di civiltà che si pone l’obiettivo di impedire che un impianto industriale di trattamento di rifiuti organici e similari sorga nei nostri territori.
Questo “biodigestore” dovrebbe ospitare un quantitativo ingente di tale materiale da scarto, rispetto al quale è impossibile garantirne la rigorosa qualità e la corrispondente quantità nell’azione di conferimento. Esso dovrebbe essere collocato incredibilmente a Chianche,nel cuore dell’areale D.o.c.g. del “Greco di Tufo” e non in zone produttive idonee, espressamente indicate dalla normativa in materia e dalla strumentazione di pianificazione urbanistica vigente in Campania e in provincia di Avellino.
Per queste ragioni occorre capire che non si tratta di una battaglia di campanile limitata alla sola area ora interessata ma al complesso di tutti i territori a vocazione agricola di pregio della nostra provincia.
Con la minacciata violazione dell’area del “Greco di Tufo” si rischia di aprire una simile nefasta prospettiva per altri comuni degli areali delle D.O.C.G. e D.O.C. irpine. Bisogna capire che in questo modo non ci saranno più isole felici in questa provincia e che, al di là delle implicazioni geografiche, nessun territorio può consentirsi più atteggiamenti di disinteresse o di indifferenza.
La battaglia è comune e investe senza eccezione alcuna tutti gli attori e i soggetti della filiera enologica presenti sul territorio provinciale. Per il nostro settore si tratta di dimostrare una grande maturità e un alto senso di responsabilità nel sostenere concretamente e unitariamente questa battaglia insieme alle stesse popolazioni .
Pertanto con questo spirito solidale vi invitiamo a rendere pubblica la condivisione delle ragioni che sono alla base di questa battaglia comune e a unirvi alle iniziative sempre civili e propositive del nostro Coordinamento.
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