Biodigestore a Chianche, il Comitato contro Ato e Tropeano

Documento del Coordinamento "NO al biodigestore, SI al Greco di Tufo" che preannuncia azioni legali contro la Commissione Via Vas della Regione Campania e chiede le dimissioni del Presidente dell'Ato. Nel mirino anche le Zone Economiche Speciali: «Perché non si trova una sede alternativa per l'impianto?»

Biodigestore in Irpinia, rendering dell'impianto proposto a Chianche.

Con un documento il Coordinamento “NO al biodigestore, SI al Greco di Tufo” preannuncia azioni legali contro la Commissione Via Vas della Regione Campania e chiede le dimissioni del Presidente dell’Ato, Valentino Tropeano. Nel mirino dell’associazione anche le Zone Economiche Speciali, che assorbono aree produttive, sottraendo spazio ad eventuali impianti di trattamento dei rifiuti. «Perché non si trova una sede alternativa per l’impianto?», si chiedono i firmatari, che accusano il Presidente dell’Ato di non aver ancora approvato il Piano d’Ambito, con la indicazione dei siti destinati ad ospitare i nuovi impianti e le attrezzature necessarie alla provincializzazione del ciclo integrato ambientale. «Settecento ettari consegnati alla sola Zona Economica Speciale, tanti altri siti visibilmente abbandonati o inutilizzati, decine di PIP mai resi funzionali, eppure non si sono riusciti a trovare due ettari, tanti sono quelli realmente necessari, lasciando che maturi beffardamente l’ipotesi di Chianche», scrivono nella nota riportata integralmente di seguito. I firmatari concludono sentenziando che «Chianche è una scelta politica, non tecnica, perché solo questo puo’ spiegare il perseverare di una decisione che in altre regioni avrebbe fatto gridare allo scandalo» e «per favore, non parlateci del Trentino, che in tutto e per tutto è altra cosa».


Biodigestore a Chianche, la colpa è di chi non è in grado di trovare le soluzioni giuste

Documento del Coordinamento “NO al biodigestore, SI al Greco di Tufo”

Il Presidente dell’Ato Rifiuti di Avellino, Valentino Tropeano che è Sindaco di Montefredane

In questa grottesca vicenda del biodigestore di Chianche è giunto il momento delle assunzioni delle rispettive responsabilità. Abbiamo già preannunciato il ricorso alle vie legali penali e amministrative per verificare se quanto asserito dall’Ufficio tecnico amministrativo regionale competente in merito al recente decreto riguardante il non assoggettamento alla Valutazione Impatto Ambientale corrisponda alla realtà effettuale delle cose, tanto è eclatante e inconfutabile il non riscontro di quanto sostenuto. Lo stesso dicasi per l’ “Ambito Territoriale Ottimale Rifiuti” di Avellino il quale attraverso la contraddittoria opera di direzione del Presidente Tropeano sta conducendo un’azione per nulla corrispondente a quanto previsto dalla Legge regionale della Campania n.14/2016 relativa alle norme di attuazione della disciplina europea e nazionale in materia di rifiuti.

Ato Rifiuti. La sede dell’ente d’ambito di Avellino nel complesso della Regione Campania sulla Collina dei Liguorini

L’art. 26 , in particolare, prevede che l’Ente avrebbe dovuto predisporre e approvare entro sessanta giorni dalla sua costituzione, in coerenza con gli indirizzi emessi dalla Regione Campania, il relativo Piano d’Ambito attraverso il quale avrebbero dovute essere comunque individuate delle aree di disponibilità vista la non certezza della destinazione del sito di Chianche. Tutto questo il Presidente Tropeano non l’ha fatto preferendo di perdere tempo prezioso in interviste che, invece di spiegare il perché di questa evidente inadempienza, lo mettono a ruota del Sindaco di Chianche rilasciando giudizi alquanto fuori luogo e di non competenza istituzionale. Sono trascorsi tanti mesi dalla costituzione dell’ATO Avellino e non si è avuto il piacere di avere una sola indicazione circa i siti idonei a ospitare in alternativa il biodigestore, cosa che sarebbe stata addirittura obbligata se il Comune di Chianche non avesse avanzato la propria candidatura.

Il logo dell’ASI di Avellino

Settecento ettari consegnati alla sola Zona Economica Speciale, tanti altri siti visibilmente abbandonati o inutilizzati, decine di PIP mai resi funzionali, eppure non si sono riusciti a trovare due ettari, tanti sono quelli realmente necessari, lasciando che maturi beffardamente l’ipotesi di Chianche, che, al di là delle altre motivazioni, ci consegna una spesa per opere di infrastrutturazione, urbanizzazione, consulenze, incarichi tecnici, appalti a dir poco esorbitante (18 milioni di euro) che pagheranno tutti di tasca propria i cittadini ai quali poteva benissimamente essere proposto un Piano regionale di compostiere domestiche e di prossimità , quello si veramente biologico ed economico. Per queste ragioni noi non vediamo più le ragioni perché l’arch. Tropeano debba continuare a ricoprire il ruolo di Presidente di un Ente cosi importante e non si provveda a un logico avvicendamento prima che la vicenda dei rifiuti ci sommerga tutti con i suoi olezzi e i suoi alti costi da pagare. Lo ribadiamo per l’ennesima volta: noi siamo per la provincializzazione dei rifiuti e siamo per il biodigestore , ma laddove la legge chiaramente indica. Oramai è evidente a tutti che Chianche è una scelta politica, non tecnica, perché solo questo puo’ spiegare il perseverare di una decisione che in altre regioni avrebbe fatto gridare allo scandalo. E per favore non parlateci del Trentino, che in tutto e per tutto è altra cosa.


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