Letture. Rossovermiglio di Benedetta Cibrario

È la storia di una famiglia attraverso varie vicende, che si concretizza in un difficile percorso interiore che ha come meta un vigneto, eredità di famiglia e luogo in cui l’ansia e la debolezza di una vita trascorsa a compiacere gli altri, rappresenta alla fine un ideale di libertà

Letture. Rossovermiglio di Benedetta Cibrario. È la storia di una famiglia attraverso varie vicende, che si concretizza in un difficile percorso interiore che ha come meta un vigneto, eredità di famiglia e luogo in cui l’ansia e la debolezza di una vita trascorsa a compiacere gli altri, rappresenta alla fine un ideale di libertà. La protagonista di Rossovermiglio ricorda il gusto eccentrico e dispendioso della sua famiglia, la ricchezza esibita accanto all’eleganza e ai modi affettati. Il suo matrimonio combinato dai suoi genitori, elemento cardine di una vita progettata da altri la costringe a un rapporto fra due estranei. Suo marito vende il cavallo a cui lei è particolarmente affezionata e la umilia accompagnandosi ad una donna “con un passato”. La libertà a cui inconsapevolmente lei aspira è qualcosa di lontano e impossibile e il suo amore per i cavalli le dona un mimento di pace e di serenità. Cavalcando, si sente come se si dirigesse verso il mondo che ha sempre sognato, vorrebbe fuggire ma si sente stretta in una gabbia e non sa da dove cominciare. L’irrequietezza della sua anima la portava da un’esistenza nobile e legata a certi riti a preda di passioni malate. L’incontro con Trott sconvolge la sua vita, scardina tutto ciò che la tiene legata ad un’apparenza che non rispecchia la sua personalità: è un uragano che tuttavia la fa sentire bella, attraverso l’insistenza e la sfrontatezza degli sguardi di lui. Ella provava l’improrogabile necessità di opporsi a qualcosa di fare ciò che aveva sempre desiderato, ma non era mai riuscita a concretizzare, la sensazione di libertà nell’infrangere i principi secondo cui era stata educata e l’avventura con Trott era un modo per sfuggire a una vita di finzione. Trott si trasferisce da lei e le insegna a fare il vino e è lei si sente amata. Ma poi egli comincia a confonderla con la memoria della giovinezza, assumendo atteggiamenti strani sparisce per giorni e si nasconde come “un fuggiasco impazzito”. Il senso profondo di insoddisfazione che le pervadeva l’anima era unito alla difficoltà di manifestare le proprie emozioni che era considerato una vergogna, non si doveva piangere perché era considerato disdicevole. Non aveva potuto farlo neanche per la morte di suo fratello che le farà il regalo più importante per la sua vita.: la “Bandita”, una tenuta di campagna vinta al padre al gioco e che egli aveva donato a suo figlio. Quelle lacrime di dolore a lungo represse trovano finalmente pace in quella terra che diventa “il suo posto”, il suo punto fermo da cui ripartire, il mondo che la vedrà finalmente protagonista della sua vita e delle sue scelte. La decisione, dopo 50 anni, di dare una festa alla Bandita, riunendo i suoi amici più cari che hanno condiviso con lei i momenti fondamentali della sua vita è un modo per far vedere agli altri come sia cambiata la sua vita: significativo è il suo rifiuto alla richiesta di spiantare alcuni ulivi che lei stessa aveva piantato alcuni anni prima, una ferita che non si rimarginerebbe più. Una persona ritorna dal passato: suo marito Francesco per farle una richiesta per lei incredibile, ma che in un primo momento accetta, ma poi si rende conto che, rivedendolo dopo tanti anni ci sia ancora risentimento tra loro e “desiderio di difendersi l’uno dall’altra”. Alla fine scoprirà di essere stata ingannata, si sentirà abbandonata e amareggiata, comprende di essere andata contro il suo destino ed è stata punita, perché “vi sono privilegi che non perdonano”. L’allontanamento improvviso di Trott è un lampo nel buio che la getterà nella disperazione, ma è costretta semplicemente ad aspettare che “l’ondata di dolore passasse2 per poi riprendere in mano la sua vita e rituffarsi nel suo mondo: il vigneto. Ma lil destino la pone di fronte a una difficile scelta che lei non riuscirà ad accettare. E quella terra in cui aveva messo tutto il suo cuore e le sue energie per farla sviluppare, riuscirà a produrre un vino, che lei chiamerà Rossovermiglio, una sorta di sua creatura, “come è il colore della luna certe sere d’estate, quando sbuca dalla collina, troppo grande dietro a quei boschi e si direbbe uno sbaglio”. Rossovermiglio è un’opera di Benedetta Cibrario.

Ilde Rampino


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