Rievocazione europea per il ‘Dono delle Sacre Spine’

Mentre domani inizia la manifestazione (in calendario fino al 13 agosto) si annunciano collaborazioni con autorità religiose e culturali a Parigi, Berlino e presso la Santa Sede. Contatti in Italia con Comuni e soggetti istituzionali di Abruzzo, Campania e Lazio. Obiettivo la promozione turistica di Ariano Irpino nel Continente. Lunedì conferenza stampa con la partecipazione dei protagonisti impegnati nella rievocazione, Sergio Muniz e Raffaella Modugno. Scarica il depliant della manifestazione

Il 'Dono delle Sacre Spine'. Nella foto: Don Sergio Melillo, Vescovo di Ariano Irpino

Una rievocazione europea per il ‘Dono delle Sacre Spine’. Mentre domani inizia il programma della manifestazione (in calendario fino al 13 agosto) si annunciano collaborazioni con la Città del Vaticano, con autorità religiose e culturali della Francia e della Germania, quindi con Comuni e soggetti istituzionali di Abruzzo, Campania e Lazio. «Grazie all’iniziativa Marsica Medioevale, un itinerario storico e culturale che si basa sull’ultimo percorso di Corradino di Svevia e Carlo I D’Angiò, la città di Ariano Irpino con la sua rievocazione storica è proiettata verso un orizzonte di promozione turistica», si legge in una nota diffusa dai promotori. Di questo si parlerà nel corso della conferenza stampa convocata presso il Grand Hotel Biffi, con la partecipazione dei protagonisti della rievocazione di quest’anno, Sergio Muniz e Raffaella Modugno. In cantiere c’è «un progetto di rete in grado di far conoscere la Rievocazione storica del dono delle Sacre Spine oltre i confini regionali», partendo da «un gemellaggio tra Scurcola Marsicana e Ariano Irpino». E proprio «nell’ottica di questo scambio nella rete di Marsica Medioevale, al corteo storico del 12 agosto parteciperanno il sindaco di Scurcola Marsicana, Maria Olimpia Morgante, il presidente di Marsica Medioevale, Lorenzo Fallocco e altri amministratori che hanno aderito al progetto».

La sede della Diocesi arianese nel cuore della città

L’evento, promosso e organizzato dall’Associazione Sante Spine, si prepara a festeggiare un importante anniversario: i 750 anni ( 1269 – 2019) del dono delle Sacre Spine alla città di Ariano da parte di Carlo I D’Angiò. La manifestazione storica è stata presentata in grande stile a Napoli, al Maschio Angioino, nei giorni scorsi. Oltre al presidente dell’Associazione Sante Spine, Giancarlo Sicuranza, e ai soci, hanno partecipato alla conferenza stampa: il sindaco di Scurcola Marsicana, M.Olimpia Morgante, il presidente e il vicepresidente dell’associazione Marsica Medievale, rispettivamente Lorenzo Fallocco e Rosa Giammarco; e ancora, il neo assessore alla cultura del comune di Ariano, Francesca D’Antuono, Ilaria Perrelli, portavoce del presidente del Consiglio regionale della Campania, Eraldo Ammannati, direttore artistico della XXIII edizione della Rievocazione storica del dono delle Sacre Spine, monsignor Alberto Lucarelli, cancelliere vescovile della diocesi di Ariano – Lacedonia, l’artista Marco Dell’Oriente, autore del quadro simbolo dell’edizione 2019, il fotografo e videomaker Marco Peluso, autore dello spot promozionale dell’evento.


INFORMAZIONI E APPROFONDIMENTI

Sito della Associazione Sante Spine


Dono Sacre Spine – Depliant, il programma

Le reliquie preziose, delle Sacre Spine, rappresentano un tesoro inestimabile per la diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia. La millenaria tradizione e il forte culto dei devoti arianese hanno messo in rilievo l’aspetto tradizionale e taumaturgico

dal sito santespine.it

IL CULTO. Le Spine di Ariano incastonate in una turrita meravigliosa scultura argentea, in due ampolle di cristallo, tripartita, con decori di gigli di Francia, presenta la struttura inferiore ogivale sostenuta da due angeli e l’altorilievo dell’ecce-Homo, lo stemma della città di Ariano sec. XVII. Colpisce per la bellezza anche le immagini dei Santi Patroni Elzeario e Beata Delfina. Il reliquiario presenta delle analogie stilistiche con le guglie della Sainte Chapelle di Parigi. Le sue spine la lunga di 6 cm e la piccola di 5.5 cm sono dure, di colore avorio, eccetto la punta che è nera. Il reliquiario è stato concepito come un ostensorio , decorato da festoni e figure sacre, le spine sono racchiuse in due cilindri di cristallo. E’ probabile la manifattura di maestri argentieri napoletani. La popolazione arianese ha sempre custodito la forte devozione, affiorano nel medioevo le processioni penitenziali che dalle contrade e specie dal santuario di S. Liberatore, “con il capo coperto da corone di edera e di biancospino, in tempo di calamità, di prolungata siccità o di abbondanti piogge, giungevano in cattedrale, dove erano esposte le S. Spine, invocando la pioggia ristoratrice o il sole benefico”. Intonavano laudi e canti religiosi.

Resta un mirabile frammento: Spina pungente / ca pungisti lu miu Signore / Pungimi stu core / E pirdona lu piccatore. / Pirdona mio Dio / Perdona pi pietà e / Lu dono ca fece Cristo a / La santissima Trinità.

Il Vescovo di Ariano, l’agostiniano Fra Luigi Morales (1659-1667) nel 1660 rispose al vicere conte di Pignorando di non poter accogliere la richiesta del dono di una spina perché il popolo e “assai geloso di questo sacro tesoro e avrebbe potuto crerare tumulti”. Le Spine erano custodite già nel 1517 epoca della “confezione della Platea Urbana et foranea del Vescovo, futuro cardinale, Diomede Carafa e conservata ab antiquo nella tesoreria della cattedrale arianese. Nel sec. XVII i vescovi Ottavio Ridolfi (1613-1624) e Paolo Caiazza (1624-1641) in diverse occasioni portarono a piedi nudi il reliquiario delle S. Spine nella chiesa di S. Angelo per implorare la divina misericordia. Solo nel 1737 fu costruita la cappella delle S. Spine, voluta dal Vescovo Mons.Tipaldi dove troneggia una bellissima tela Cristo coronato di spine. La festa in tempo pasquale era celebrata nella II^ domenica dopo la resurrezione, con recita dell’Officio proprio. Ad istanza del vescovo di Ariano nel 1850 la congregazione del Sacri Riti concesse la conferma dell’officio proprio diocesano, il quale riprende l’ufficio proprio delle S. Spine concesso,nel 1723, al Duomo di Napoli, la cui recita fu poi estesa alla Cattedrale di Andria e di Ariano. Nel XVIII secolo, il vescovo arianese Filippo Pirelli, durante la S.Visita, volle prendere dalla base della seconda spina alcune frammenti, uno di questi fu donato alla famiglia Vitoli di Ariano , dove attualmente è custodita, nella cappella privata, in un piccola teca di cristallo insieme ad altre reliquie.

Reliquiario delle Sacre Spine

LA LEGGENDA. Da un manoscritto proveniente dalla famiglia Pisapia, donato al Museo civico di Ariano, attribuito allo storico Vitale , del sec. XVIII, si apprende che un pellegrino proveniente dalla Terra Santa abbia fatto una sosta ad Ariano, non riusciva proseguire il suo viaggio, a causa di una forza misteriosa che lo costringeva a non riprendere il cammino. Questi portava nascosto gelosamente custodito nella bisaccia un prezioso deposito: tre Sacre Spine. Il pellegrino volle aprire il cuore rivelando il suo segreto al Vescovo di Ariano. Alcuni dubbiosi non vollero credere all’autenticità delle sacre reliquie , pretesero la prova del fuoco. Due Spine rimasero intatte, mentre la terza si bruciò. Da allora le Spine furono portate trionfalmente nella cattedrale e custodite con venerazione dalla chiesa arianese. Altra tradizione era quella della processione nella domenica dopo la 2^ domenica dopo l’Assunzione di Maria, veniva portato il processione il reliquiario delle S. Spine, sopra un altare portatile in Piazza Grande, veniva fatta la benedizione propiziatrice per la città e diocesi da parte del Capitolo della Cattedrale. Gli anziani ricordano con commozione che in ogni ostensione del reliquiario delle S. Spine, tutte le calamità naturali cessavano all’istante, dopo che folle di pellegrini, donne con corone di spine e fiori, in processioni penitenziali da ogni contrada convergevano verso la cattedrale arianese. Alla fine di queste poche note vogliamo dare un omaggio alla profonda devozione del poeta sacerdote Pietro Paolo Parzanese. Il nostro cantore della “memoria passionis” e della “croce salvifica “, volle invocare nei celebri panegirici del 1832, del 1847, e del 1849 la divina provvidenza per le provate genti irpine, di riportare Cristo al centro della propria vita e via per il riscatto e la salvezza. Meriterebbero un ripubblicazione per l’attualità.
“Ariano mia culla, e , se il ciel mel concede, mia sepoltura, esulta di santo gaudio, e di celeste sorriso ti allegra. Balzino per letizia, come sciolti arieti,i tuoi colli, le tue valli echeggino di festivi clamori. … Padre dei cieli, il tuo popolo invoca; egli t’offre in olocausto queste spine tinte nel sangue del tuo Figlio, e sarà lieto, se ascolterà queste voci intuonate altra volta per Osea: Soepiam vias tuas spinis, et sponsabo te mihi in sempiternum”. (Panegirico s. Spine, 1832).


DONO DELLE SACRE SPINE, DEPLIANT PER IL 750ESIMO ANNIVERSARIO | Sfoglia il depliant qui sotto oppure scaricalo in formato pdf


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