Il Premier Conte durante il question time alla Camera dei Deputati

Il Premier Conte alla Camera ha annunciato l’esito del tavolo sulla Whirlpool, avendo acquisito la notizia durante il question time. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha assicurato che gli stabilimenti di Napoli saranno mantenuti grazie ad uno strumento normativo che consentirà di garantire il mantenimento dei livelli occupazionali. Le parole di Conte hanno anticipato il comunicato ufficiale emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico al termine dalla riunione al Mise. dove Il Ministro Luigi Di Maio ha presieduto il tavolo su Whirlpool, presenti i rappresentanti dell’azienda, del sindacato e degli enti locali. «In apertura dell’incontro i rappresentanti dell’azienda hanno illustrato cinque opzioni per garantire la salvaguardia dello stabilimento di Napoli, che vede coinvolti circa 420 lavoratori», si legge nella nota . Tra le ipotesi presentate, «è stato deciso di proseguire il confronto su quelle che prevedono di investire nei prodotti di alta gamma, di spostare in Italia alcune produzioni realizzate all’estero e di individuare una nuova mission per il sito di Napoli, attraverso la realizzazione di un nuovo prodotto». Quindi, «è stata categoricamente esclusa la possibilità di procedere a uno spostamento delle produzioni tra gli stabilimenti presenti in Italia».

La riunione al Ministero dello Sviluppo Economico dedicata alla Whirlpool

Da quanto si legge nel comunicato del Ministero appare evidente che sarà lo Stato a garantire le condizioni per mantenere uno stabilimento altrimenti destinato altrove. Di Maio è stato chiaro: dato che «l’obiettivo da perseguire è garantire la continuità produttiva e la salvaguardia di tutti i lavoratori del sito di Napoli», si legge nella nota ufficiale, «per supportare l’azienda nella ricerca di una soluzione condivisa tra le parti il Ministro ha annunciato la presentazione di uno strumento normativo che permetterebbe a Whirlpool di accedere a una decontribuzione per circa 17 milioni di euro nei prossimi 15 mesi, con sgravi fiscali sugli oneri relativi ai contratti di solidarietà. Una proposta che è stata accolta positivamente sia dall’azienda che dai sindacati». Nonostante questo, servirà un tavolo tecnico per arrivare all’intesa operativa. «E’ stato quindi deciso di proseguire il confronto tra le parti in un tavolo tecnico, al fine di entrare nel merito delle opzioni in campo e verificare qual è la migliore sia in termini di produzione e di investimenti, sia di salvaguardia di tutti i lavoratori». Quello che resta, al netto del fatto che sarà lo Stato a farsi carico di una multinazionale americana a Napoli, è che all’ombra del Vesuvio potrebbe essere anche cambiato il prodotto. Evidentemente, l’azienda non recede dall’idea di produrre altrove quello che fino ad ora è uscito dalla fabbrica campana.

CISAL: AZIENDA ARROCCATA, NONOSTANTE LA POSITIVA PROPOSTA DEL GOVERNO. «Nonostante gli sforzi compiuti dal governo nazionale per risolvere positivamente la vertenza Whirlpool, gli esiti della riunione tenuta oggi al Ministero ci rassegnano forti preoccupazioni sul futuro dei lavoratori dello stabilimento di Napoli e dell’intero indotto campano, a causa della chiusura manifestata dall’azienda». Ad affermarlo è Giovanni Centrella, coordinatore nazionale della Cisal Metalmeccanici. «La proposta avanzata dal ministro Di Maio – continua il dirigente del sindacato autonomo – di approvare un provvedimento ad hoc, per consentire una consistente decontribuzione per la società, del valore di 17 milioni di euro, al fine di garantire la continuità produttiva della struttura partenopea e di salvaguardarne i livelli occupazionali è sicuramente un’opportunità concreta e significativa per un’azienda che voglia consolidare la posizione sul mercato e rilanciare i propri stabilimenti. Purtroppo però la risposta dei vertici della multinazionale è stata assolutamente inadeguata e deludente. Le ipotesi paventate dal management per uscire dalla crisi hanno smentito, nei fatti, gli annunci delle scorse settimane, in merito alla disponibilità a non dismettere l’impianto partenopeo». Ma, osserva Centrella «non si risolvono i problemi né nascondendosi dietro un dito, come abbiamo più volte sostenuto, né tantomeno erigendo muri. I vertici della Whirlpool non possono ignorare i grandi sforzi economici che le istituzioni pubbliche italiane hanno compiuto in questi anni, per sostenere una realtà produttiva importante, che peraltro – è bene ricordare – non vive una situazione di crisi, ma piuttosto il contraccolpo di scelte strategiche sbagliate, conseguenti all’espansione dell’azienda». E conclude: «A pagare il prezzo di questi errori non possono essere i lavoratori. E’ pertanto inaccettabile che ci si ostini ancora a procedere lungo questa direzione. E’ necessario, invece, avviare rapidamente una seria riflessione, i cui obiettivi imprescindibili siano la continuità ed il rilancio della missione produttiva dello stabilimento di Napoli, unitamente alla tutela di tutti i posti di lavoro, compresi quelli dell’indotto. Altre opzioni non sono praticabili».


Il manifesto pubblicitaria della Whirlpool riscritto dagli operai, che protestano contro quello che vedono un concreto rischio di chiusura dello stabilimento

CONTINUA LA PROTESTA DEI LAVORATORI: 430 POSTI DI LAVORO A NAPOLI E 600 DI INDOTTO (150 IN IRPINIA). Dopo aver riscritto i manifesti pubblicitari della multinazionale, i lavoratori della Whirlpool restano scettici in attesa di una fumata bianca che continua ad essere rinviata. Con i 430 operai della multinazionale restano sospesi i 600 dell’indotto, 150 dei quali lavorano a Sant’Angelo dei Lombardi, Montoro e Forino.


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