Allerta idrica in Irpinia (con 60 milioni per l’emergenza nel cassetto)

L'Alto Calore Servizi sollecita i sindaci a disporre provvedimenti che razionalizzino l'uso dell'acqua sui territori per prevenire una nuova emergenza. La notte scorsa rubinetti a secco a Lapio e San Mango sul Calore . Problemi potrebbero verificarsi nelle zone più alte anche ad Avellino. Da Lioni Yuri Gioino chiede lumi all'Acs spa. Nota della Cgil: serve una riorganizzazione dei servizi

Torna l’allerta idrica in Irpinia, mentre 60 milioni per l’emergenza restano nel cassetto dal gennaio del 2018. In queste ore molti sindaci lamentano le note arrivate dall’Alto Calore Servizi, che sollecita i primi cittadini a emanare ordinanze per un uso responsabile dell’acqua, limitandolo al consumo umano. L’obiettivo è evitare che si disperda la risorsa per piscine e giardini. La riduzione dei serbatoi ha lasciato a secco i rubinetti a Lapio e San Mango sul Calore la notte scorsa. Problemi potrebbero verificarsi nelle zone più alte anche ad Avellino. Da Lioni Yuri Gioino chiede lumi all’Acs spa, che ha preannunciato in alcune zone dell’Alta Irpinia disagi nelle ore notturne. Ma il richiamo del gestore del servizio idrico coglie tutti di sorpresa. Secondo gli studi realizzati dall’azienda di corso Europa, infatti, le abbondanti piogge di quest’anno non sono bastate a rigenerare falde, che scontano ancora il depauperamento in atto da almeno quindici anni, da quando cioé si è fermata la manutenzione degli impianti e delle reti, causando una dispersione idrica pari alla metà dell’acqua prelevata alla fonte.

La sede dell’Alto Calore Servizi in corso Europa ad Avellino. Il particolare degli uffici di presidenza

Il problema della penuria estiva si ripropone ben oltre l’attuale allerta idrica in Irpinia. Drammaticamente rispunta anche quest’anno, con la beffa che qualcosa si poteva fare e non si è fatto. I 60 milioni stanziati e resi disponibili dalla Regione Campania per finanziare il piano sono fermi in attesa che si sciolga il nodo del rilancio dell’Alto Calore Servizi, sulla cui guida la politica continua a dividersi. E così torna l’allerta idrica, in attesa di verificare se le temperature fuori scala di questi giorni continueranno, peggiorando ulteriormente la situazione. I precedenti non incentivano l’ottimismo. Nel 2017 la penuria idrica ha ridotto la distribuzione idrica nelle case a dodici ore su ventiquattro per gli interi mesi di luglio e, soprattutto, agosto.


Dispersione idrica, il Piano in Irpinia e Sannio

Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della Giunta Regionale della Campania

Il ritorno della allerta idrica in Irpinia in realtà non può essere considerata una sorpresa. Da due anni la Regione Campania si è mossa per abbattere la dispersione idrica in Irpinia, aumentando l’acqua disponibile a parità di prelievo dalle sorgenti. È pronto da tempo il Piano per la ristrutturazione della rete acquedottistica, ormai da tempo malconcia, che fa registrare perdite d’acqua superiori al 50% della massa idrica immessa nelle condutture. La Regione Campania e l’Ente Idrico Campano nel gennaio 2018 hanno richiesto ai soggetti gestori di fornire indicazioni in ordine allo stato delle reti idriche di distribuzione, al loro livello di efficienza e alle problematiche che comportano i frequenti interventi manutentivi. L’Ente Idrico Campano ha acquisito, al riguardo, 159 schede tecniche valutate dalla struttura preposta. Alla fine sono stati individuati 58 interventi prioritari ammissibili a finanziamento per un importo complessivo di circa 59 milioni di euro, erogabili in tre anni. Di essi, 49 progetti riguardano interventi di ristrutturazione, ammodernamento e sostituzione di reti idriche interne di distribuzione gestite da Alto Calore Servizi Spa. C’è un problema. Questi fondi non potranno essere resi spendibili se non da enti o aziende pubbliche. Fino a quando non sarà definitivamente sciolto il nodo del rilancio, cioé fino a quando l’opzione della vendita ai privati non sarà definitivamente tolta dal tavolo, questi soldi resteranno nel cassetto. Compete a tutte le istituzioni locali cooperare perché questo avvenga. Da circa un anno, nonostante il passaggio di consegne alla guida della azienda, il piano di risanamento e rilancio non ha ancora trovato compimento per mancanza di risorse. Esclusa la strada della privatizzazione anche grazie all’intervento della Provincia, ora la soluzione è il prestito, già richiesto alla Cassa Deposito e Prestiti, che richiede garanzie precise dai Comuni. A complicare lo scenario, i dissidi politici sulla poltrona di amministratore unico dell’azienda, che periodicamente vengono rilanciate da fronti politici diversi e perfino tra loro antitetici. Di seguito gli interventi già programmati, ma non ancora attuati per impedire la dispersione idrica ed evitare la crisi

L’ELENCO DEGLI INTERVENTI PER COMUNE E PER GESTORE INCARICATOFonte delle tabelleConsiglio di Distretto “Calore Irpino” – Ente Idrico Campano – Piano di Interventi della Regione Campania per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione del Distretto Calore Irpino

Il Sindaco di Lioni, Yuri Gioino

LA NOTA DEL SINDACO DI LIONI. «Alle ore 10 di questa mattina, sabato 15 giugno, è arrivata al Comune di Lioni una comunicazione da parte di Alto Calore relativamente alla necessità di sospendere l’erogazione idrica nel centro urbano, a partire dalle ore 23 di oggi. Vorremmo capire dall’amministratore unico le motivazioni di questa riduzione. È possibile che sette giorni di temperature alte possano determinare una riduzione delle sorgenti al punto da creare questo grave disservizio ai cittadini e alle attività commerciali?». La nota del sindaco di Lioni, Yuri Gioino, incarna lo stupore e i dubbi che l’improvvisa mancanza d’acqua suscita nelle comunità locali. «Vorremmo sapere quali sono i Comuni interessati dall’interruzione del servizio idrico e se esiste un piano razionale, concreto ed equo per affrontare il problema. Noi amministratori, ormai da anni, cerchiamo in tutti i modi di collaborare, con personale e risorse dei Municipi, per venire incontro alle difficoltà dell’ente, sicuramente non ascrivibili alle recenti gestioni ma rispetto alle quali si rende necessaria assoluta chiarezza», aggiunge il sindaco. «Auspico risposte da parte di Alto Calore e, intanto, invito i miei concittadini a razionalizzare il consumo dell’acqua al fine di ridurre il fastidio per tutti. Sono certo che ancora una volta la popolazione lionese saprà affrontare con responsabilità i disagi», conclude Gioino.

Franco Fiordellisi, segretario della Cgil di Avellino

LA FILCTEM CGIL ALL’ATTACCO. Sulla questione è intervenuta anche la Cgil con una nota firmata dal segretario provinciale di Avellino Franco Fiordellisi. «La nostra provincia, come noto a tutti, contiene uno dei bacini idrici più importanti del Mezzogiorno, quindi è impensabile parlare di crisi idrica, anche perché la matematica non è un’opinione», scrive. «A fronte di una disponibilità complessiva emunta di oltre 70 milioni di metri cubi /anno, il consumo per i residenti irpini e beneventani dovrebbe essere pari a circa 40 milioni di metri cubi /anno (considerando una dotazione pro-capite di 250 l / abitante al giorno per i 433.248 abitanti serviti – fonte: sito ACS)». Di conseguenza, prosegue, «il surplus è di circa 30 milioni di metri cubi / anno, i quali vengono dispersi per la nota e grave situazione delle reti idriche, oltre che per le cosiddette “perdite amministrative”, ovvero consumi non rilevati e non fatturati». La Cgil scarica le responsabilità sull’Alto Calore, che «non si salva solo con un prestito o un mutuo, ma soprattutto mettendo in campo, come prima azione propedeutica al rilancio dell’azienda, la tanto decantata riorganizzazione che, secondo il nostro punto di vista, deve mirare all’efficientamento complessivo delle attività», scrive. In particolare, bisogna aumentare il numero dei tecnici operanti sul territorio (ricordiamo che attualmente, in alcuni casi, un solo operatore deve coprire fino a sei Comuni e che gli impianti di depurazione possono contare su un numero limitatissimo di operatori), istituire l’unità letturisti in modo permanente, così da tenere sotto controllo i contatori installati, dando agli utenti la percezione di una gestione efficiente e continua nel tempo». E conclude: «La Filctem CGIL, unitamente ai propri iscritti, è disponibile a confrontarsi nel merito con i vertici aziendali,rispetto alle questioni qui sommariamente esposte, nell’interesse dei lavoratori, dei cittadini e dei Comuni soci i quali devono essere maggiormente coinvolti per assumere una concreta responsabilità anche sugli aspetti gestionali ed operativi dell’azienda che, inevitabilmente, incidono sulla vita quotidiana delle loro comunità».


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