Riabilitazione, D’Amelio: Criscuoli polo di eccellenza al Sud

La Presidente del Consiglio regionale ha annunciato la definizione del fabbisogno dei posti letto da assegnare alla neuroriabilitazione, aprendo di fatto le porte alla fondazione Don Gnocchi. L'annuncio da parte della manager dell'Asl di Avellino dell'accreditamento della Clinica Montevergine nella rete dell'emergenza urgenza territoriale

La Regione Campania ha definito il fabbisogno del codice 75, ovvero della neuro-riabilitazione. Il governatore e commissario della sanità regionale Vincenzo De Luca conferma che le strutture che sono in condizione di esercitare potranno godere dell’accreditamento e spalmare entro i confini regionali una spesa stimata in 30 milioni di euro all’anno sostenuta per coprire i costi delle migrazioni ospedaliere. Una notizia particolarmente attesa dalla Don Gnocchi di Sant’Angelo dei Lombardi, annunciata questa mattina dalla Presidente del Consiglio regionale Rosa D’Amelio, che ha confermato il suo personale sostegno ai vertici del polo riabilitativo nazionale giunti in Alta Irpinia per presentare il Piano Strategico della Fondazione per i prossimi anni.

Se le regioni del Nord Italia sono state definite sature dal punto di vista della presenza delle strutture riabilitative, la Campania si presenta come un terreno fertile per strutture e posti letto qualificati in alte specialità. Lo sa bene la Presidente del Consiglio Rosetta D’Amelio, che nel corso del suo intervento di chiusura dei lavori tesi a concertare una strategia di politica sanitaria per la cura del paziente fragile, dal ricovero in ospedale e fino al rientro a casa, ha evidenziato la posizione strategica del presidio di Sant’Angelo dei Lombardi, “che dista 100 km da Potenza, 1 ora da Napoli, 1 ora da Foggia e 1 ora da Campobasso; e che ha tutte le carte in regola per candidarsi a polo interregionale di riferimento per l’intero Mezzogiorno” ha spiegato alla platea.

In prima fila, nel parterre istituzionale, il presidente del Progetto Pilota Ciriaco De Mita, il presidente della Fondazione Don Enzo Barbante, la manager dell’Asl di Avellino Maria Morgante, S.E. Monsignor Pasquale Cascio, il sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi Marco Marandino, il direttore generale della Fondazione Francesco Converti, il direttore scientifico Maria Chiara Carrozza, il direttore medico e socio assistenziale Lorenzo Brambilla, e il direttore sanitario del Criscuoli Angelo Frieri, fra gli altri.

Il progetto di rilancio delle attività della struttura riabilitativa, arriva in concomitanza con l’annuncio da parte del direttore generale dell’Asl di Avellino dell’ingresso della Clinica Montevergine nella rete dell’emergenza urgenza territoriale, coordinata quindi dall’azienda sanitaria locale. “Il progetto di rilancio a Sant’Angelo rappresenta una sfida importante sull’innovazione: questo non è un piccolo paese delle aree interne della Campania e del Mezzogiorno, ma è Europa, tale per cui deve potersi confrontare con altre realtà e offrire servizi di qualità” ha argomentato la presidente.

“Anna Marro ci ha illustrato che la medicina territoriale ha già fatto passi da gigante, e che è stata predisposta una App per le persone ‘fragili’ e costrette all’isolamento geografico. E’ stato fatto più di quel che si immagina, ma non è abbastanza e bisogna fare di più. La qualità dei servizi offerti e delle prestazioni devono diventare una attrattiva extra-regionale. Bisogna lavorare sugli ospedali e liberarli dai ricoveri impropri per liberare i pronto soccorso e snellire i costi complessivi.

Il 99 per cento delle prestazioni in Campania sono pubbliche e il privato occupa una piccola parte, che però deve bene integrarsi con il pubblico. Abbiamo bisogno che la Don Gnocchi alzi l’asticella: non vogliamo una riabilitazione medio- bassa, ma prestazioni di alta qualità. Elevare il livello della risposta sarà utile tanto alla Regione Campania quanto alla Fondazione stessa” indica D’Amelio.

Nel ventaglio delle strutture del servizio sanitario nazionale presenti in provincia di Avellino elencate dalla Presidente del Consiglio Regionale, insiste anche la presa in carico del paziente dall’ospedale al territorio. “Questa provincia è piccola e si presta alle sperimentazioni: avviamo un percorso di valorizzazione sociale. La mia ambizione è che la provincia di Avellino diventi un riferimento per tutta la Regione Campania. Purtroppo gli assessori alla sanità non hanno firmato il Patto per la Salute e nel 2020 c’è il rischio che 2 miliardi di euro vengano decurtati dalla spesa del Sistema Sanitario Nazionale. Questo avrebbe gravi ripercussioni in una regione commissariata come la nostra, dove il personale è all’osso e i medici fanno turni massacranti. Nel disagio, noi abbiamo dovuto selezionare le priorità e scegliere l’alta specializzazione, la qualità e la formazione per dare risposte ai bisogni delle persone” ha concluso.

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