Traffico urbano

Stop alla targhe alterne con effetto immediato ad Avellino. Revocato il blocco del traffico nel capoluogo che era stato disposto fino a tutto il 30 giugno. Da oggi l’ordinanza firmata il 30 aprile dal Commissario Giuseppe Priolo è stata revocata con effetto immediato su richiesta del Comandante dei Vigili Urbani, Michele Arvonio. Dal 26 aprile scorso non sono stati registrati altri sforamenti dei tetti di polveri sottili ad Avellino.


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La sede operativa della Polizia municipale di Avellino

Stando ai dati registrati dalle centraline in funzione nel Capoluogo la situazione di è normalizzata dopo cinque mesi di regime speciale della circolazione.

Nel frattempo è stata avviata anche una prima riorganizzazione del terminal del trasporto pubblico extraurbano, con il trasferimento in via Fariello, di fronte alla autostazione in costruzione di alcune linee, in particolare quelle da e per Alta Irpinia, Valle Caudina e Partenio.

È da novembre che i dispositivi di limitazione del traffico si succedono senza effetti pratici. Purtroppo, le azioni messe on atto nel solo territorio di competenza del capoluogo appaiono insufficienti. Le emissioni veicolari che alimentano l’inquinamento nel perimetro amministrativo di Avellino non sono solo quelle prodotte dal traffico nell’area comunale del capoluogo. Incidono drammaticamente i flussi veicolari generati dalle grandi arterie extraurbane, dove si impongono limiti di velocità ma non si rileva l’inquinamento generato. Vale per l’Autostrada A16, il raccordo A2 Avellino Salerno Reggio Calabria, l’Ofantina bis Ss7, le strade statali che irradiano verso Benevento e Napoli. Fuori controllo il capitolo delle combustione private nei fondi più o meno agricoli e nei giardini, per non parlare dei caminetti e degli impianti di riscaldamento, attivi anche nelle giornate calde sopra la media stagionale dell’ultima settimana.

Il Palazzo di Governo, la sede della Prefettura di Avellino

Finora è stato inutile il confronto istituzionale, capaci di generare in sette degli ultimi 48 mesi di tentativi una sperequazione tra i diritti di chi usa la città di Avellino per lavoro, commissioni, studio, acquisti, e tutti gli altri cittadini dell’area urbana. Anche per le attività produttive e commerciali l’incapacità amministrativa su scala sovracomunale di affrontare il problema si risolve in una penalizzazione. L’immagine di Avellino in definitiva perde quella attrattività che si paga in termini di fatturato e redditi.

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SOLLECITATA DAL LISIPO, CHE CHIAMA IN CAUSA LA CORTE COSTITUZIONALE. Contro le targhe alterne limitate alle auto fino a Euro 5 aveva provocato la reazione del Libero Sindacato di Polizia, che ha richiesto l’intervento della Prefettura e del Viminale per bloccarlo, ritenendo incostituzionale. In data 3 maggio aveva inviato una lettera aperta al Prefetto di Avellino, «per segnalare i disagi quotidiani che vivono i cittadini a causa di un’ordinanza emessa dal comune di Avellino, che prevede limitazioni e circolazione a targhe alterne nel centro urbano», poi aveva scritto al Ministro dell’Interno il 17 maggio, quindi ha sollecitato Carlo Fatuzzo, Segretario Nazionale del Partito Pensionati, che «presenterà apposita interrogazione alla Camera dei Deputati», si legge in una nota del Lisipo. I Libero Sindacati di Polizia «non esclude ulteriori iniziative da perseguire e si chiede chi debba risarcire gli eventuali danni dovuti dalle limitazioni alla circolazione, intesi anche come impossibilità a recarsi presso strutture per poter eseguire le necessarie cure sanitarie». Con una successiva nota, il Libero Sindacato di Polizia ha fatto sapere di aver richiesto la verifica istituzionale del provvedimento. «Nell’attesa del decorso parlamentare relativo all’interrogazione che è stata argomentata nel precedente comunicato inviato a tutti gli organi di informazione, il LI.SI.PO», si legge, De Lieto ha inviato «una nota alla Suprema Corte Costituzionale per chiedere all’eccellentissima Corte di pronunciarsi sulla questione di legittimità costituzionale relativa all’ordinanza N.161 del 30.04.2019». De Lieto osserva: «La sospensione non annulla l’ordinanza, che può essere ripristinata in qualsiasi momento dallo stesso Organo che ha emesso il provvedimento di sospensione». E si rinvia alla sospetta illegittimità costituzionale del provvedimento adottato dal Comune di Avellino, per il quale a più riprese ha chiesto l’annullamento.

Palazzo di Città e la Torre dell’Orologio, simbolo di Avellino

Alla amministrazione comunale che si insedierà nelle prossime settimane toccherà affrontare prioritariamente la situazione nel merito, per evitare che questi dispositivi, inefficaci a contrastare gli effetti di polveri sottili generate fuori da Avellino, si risolvano in adempimenti utili solo a scaricare responsabilità formali.


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