Luigi Di Maio

Atteso a lungo dalla folta delegazione di parlamentari, eurodeputati e candidati, il Vice Premier Di Maio ad Avellino arriva nella notte più lunga per il governo Conte. A differenza di un anno fa, quando si concesse alle delegazioni di lavoratori presenti per le varie vertenze, stavolta le numerose rappresentanze, a partire dalla IIA e dalla FCA, devono accontentarsi di colloquiare con lo staff. Nessuno spazio al dramma dei lavoratori della Lioni Grottaminarda, lasciati senza stipendio e senza cantieri per ragioni incomprensibili dal Ministero delle Infrastrutture. I pensieri sono a Roma, dove Matteo Salvini sta costruendo le condizioni per ridisegnare il governo tra pochi giorni, quando confida nel largo sorpasso alle europee per imporre un rimpasto dei ministeri, probabilmente per chiedere la testa del professor Giuseppe Conte, sicuramente per cambiare l’agenda programmatica, oggi bloccata secondo il Carroccio dai veti pentastellati. Dall’autonomia differenziata al decreto bis sulla sicurezza, dalla rielaborazione dell’abuso d’ufficio alle briglie imposte ai cantieri strategici, il primo partito del Paese, non più il Movimento di Grillo e Casaleggio, è pronto ad essere ascoltato dagli elettori in autunno, se non ci sarà ragionevolezza. Certo, manca ancora il grimaldello giusto per forzare le porte di Palazzo Chigi, un rotondo sorpasso al voto di domenica, ma ormai è questione di ore, va ripetendo il leader del Carroccio ai suoi, consigliando pazienza.

Il palco montato dal Movimento Cinque Stelle in via Matteotti ad Avellino per il comizio del Vice Premier Luigi Di Maio accanto al candidato sindaco pentastellato Ferdinando Picariello

Ad Avellino Luigi Di Maio è venuto per sancire l’appoggio a Ferdinando Picariello, ma di questioni irpine se ne parlerà poco. Sullo schermo il vecchio da spazzare via è incarnato dai volti di Silvio Berlusconi o Paolo Cirino Pomicino, si torna sul ritornello dei cosiddetti vitalizi, si promette di sostituire i Governatori, Vincenzo De Luca in primis, nella nomina dei Direttori Generali della sanità locale, ma l’Irpinia spunta per rivendicare il merito del governo sulla presunta rinascita della IIA, i cui operai non hanno avuto modo però di dire la loro. È un’agenda che non tocca la domanda di lavoro dei giovani, non risponde alla richiesta delle famiglie e delle imprese che vogliono l’abbassamento delle tasse, mentre sentono sempre più opprimente il peso nella vita reale dei conti pubblici fuori controllo, con lo spettro di un aumento generalizzato dell’Iva. Al posto del Reddito di Cittadinanza oggi c’è il salario minimo in Italia e in Europa, ma nessun accenno al Cuneo fiscale o a ricette per rilanciare l’occupazione. Un anno dopo, i temi sono più o meno gli stessi, ma le condizioni sono cambiate. Lo sa lo stesso Vice Premier, che deve ricordare di essere venuto al mondo nella vicina clinica Malzoni sotto il viale Italia, per toccare un argomento in qualche modo collegato alla città. Peccato che a differenza di allora, inizio luglio 1986, oggi gli alberi davanti alla clinica non ci sono più.

Nella notte in cui il Quirinale ha messo (per qualche giorno) ordine in una compagine di governo ormai a brandelli, tra dimissioni agitate dal Sottosegretario Giorgetti e il Consiglio dei Ministri sospeso sui decreti Famiglia e Sicurezza in attesa delle europee, Di Maio dribbla il sindacato che lo attendeva per parlare di lavoro, preferendo propinare un altro capitolo della sua versione della questione morale. Nicola Zingaretti era una speranza, ma non ha gestito bene le dimissioni del Governatore in Umbria, Matteo Salvini ci ha messo tre settimane ad ingoiare il rospo del passo indietro delle dimissioni di Siri, ma delle vicende romane e del Comune di Roma, così come del no al processo sul caso Diciotti proprio  veneficio del collega Vice Premier, non ha accennato. Dopo un’oretta e mezza, salutato da una salve di flash per gli immancabili selfie, il Vice Premier ha lasciato Via Matteotti e i suoi supporters con il candidato sindaco, che ad Avellino dovrà cavarsela da solo (con i 32 candidati, il sottosegretario Carlo Sibilia e i parlamentari Maria Pallini e Michele Gubitosa). Un saluto agli eurodeputati e ai candidati alle europee Piernicola Pedicini, Laura Ferrara, Vito Avallone, Isabella Adinolfi, Rosa D’Amato e Chiara Gemma, poi è già tempo di pensare a Roma. Appena ritrovata, Avellino è già lontana.

 

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