Museo Mastroberardino, l’Irpinia del Vino celebra tre secoli della sua storia

Apre una istituzione culturale privata che offre un elemento forse decisivo per consacrare il Vino irpino sulla scena internazionale. Vinificatori dal '700, i Mastroberardino si offrono come il punto focale per raccontare il protagonismo dell'Irpinia in questo settore dell'eccellenza italiana

Ad Atripalda Piero Mastroberardino ha inaugurato il Mima, il Museo d’Impresa Mastroberardino Atripalda. Questa istituzione culturale privata offre un elemento forse decisivo per consacrare il Vino irpino sulla scena internazionale. Vinificatori dal ‘700, i Mastroberardino si offrono come il punto focale per raccontare il protagonismo dell’Irpinia in questo settore dell’eccellenza italiana, testimoniando che in provincia di Avellino quella enologica non è una vocazione recente.

IL PROGETTO. I Mastroberardino aprono gli archivi di famiglia, rendendo disponibili al pubblico 10mila documenti, accessibili e consultabili nel Museo. I trecento anni del percorso familiare sono scanditi dagli eventi continentali, che precedono di oltre un secolo l’unità d’Italia,

A Pompei, vigneti nella Villa dei Misteri

UN LUOGO ULTRAMILLENARIO. La storia dei Mastroberardino inizia e si sviluppa nei secoli a pochi passi dai resti di quella che fu la antica città di Avellino. Atripalda e l’Irpinia si propongono idealmente con la Civita tra le capitali vitivinicole del Belpaese.  E del resto, prima di loro queste terre hanno conosciuto la vite già nei tempi lontani della Repubblica di Roma, come la stessa narrazione di alcuni dei vigneti appartenenti a questa famiglia ci ricorda. Non è forse un caso la presenza tra gli scavi di Pompei dei Mastroberardino,.che nel 1996 hanno riportato in vita vinaccioli scoperti dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici.

LA TECA. L’esposizione allestita nei locali dell’azienda è il frutto di un meticoloso lavoro di raccolta e catalogazione del materiale fotografico, documentale ed epistolare realizzato da Piero Mastroberardino. Erede diretto di questa tradizione familiare italiana della viticoltura italiana nel mondo, il docente di economia aziendale all’Università di Foggia presiede  l’Istituto Grandi Marchi

Piero Mastroberardino (Foto Mastroberardino)

L’IDEATORE. Nel rappresentare nel Museo la vicenda di una famiglia che da secoli contribuisce al successo e al prestigio del vino italiano nel mondo, si fissano nel tempo avvenimenti decisivi per l’evoluzione politica, economica e sociale del Mezzogiorno, aiutando a ricostruire uno spaccato della vita reale in periodi tragici, come quelli a cavallo con l’ultimo conflitto mondiale. “Il museo si articola in tre spazi, che fissano, ciascuno, gli archi temporali narrati: dal 1700 al 1954. Un lasso temporale che racconta la nascita e il progressivo sviluppo e radicamento di un’impresa vinicola che si intreccia alle vicende della famiglia attraverso ben dieci generazioni, fino a mio nonno”, anticipa Piero Mastroberardino a Nuova Irpinia. “Ogni periodo narrato attraverso un patrimonio documentale e fotografico si arricchisce di episodi salienti riferiti al contesto storico, e che assumono grande rilevanza nello studio sull’Irpinia e sul ruolo che da secoli gioca a livello internazionale. Il racconto di questo territorio attraverso la produzione vinicola spazia su tre secoli di storia, dimostrando che questa vocazione della nostra terra non è riscontrabile solo negli ultimi decenni” spiega.

Gioacchino Murat

“La prima indagine sull’Irpinia è stata condotta da Giocchino Murat che nel 1700 ha censito 20mila ettari di vigneti in Irpinia, non a coltura specialistiche ovviamente, ma tutto questo deve farci riflettere sul fatto che la nostra storia arriva da lontano”, continua. Di qui il prezioso lavoro di ricostruzione di tre secoli di storia, attraverso il lavoro di una famiglia che ha scelto di portare in tutti i continenti questi vini, quando l’esportazione non rientrava negli orizzonti culturali delle imprese dell’epoca, e garantendo una forte presenza nei primi del ‘900 in mercati lontani e considerati inaccessibili, a causa delle difficoltà logistiche.

Cantine Mastroberardino inizi del 900 (Foto Mastroberardino)
Le cantine Mastroberardino oggi (Foto Mastroberardino)

“Nel corso di questi tre secoli di storia il quartier generale è rimasto immutato” prosegue. “L’evoluzione dell’azienda è avvenuta all’esterno, con investimenti in altre zone, ma la famiglia non si è mai allontanata dalla dedizione ad una vocazione di pregio, mantenendo saldi i principi che poi sono diventati un riferimento per tutta l’Irpinia”. Il museo infatti, non è solo un omaggio celebrativo alla famiglia, ma è anche uno strumento di conoscenza attraverso la microstoria illustrata dalle lettere e dai documenti in cui il visitatore può rivivere i grandi eventi della storia generale. “L’esposizione museale consentirà una passeggiata attraverso gli episodi più significativi, l’impatto delle due guerre sull’azienda, l’impresa Fiumana di D’Annunzio, che dirottò un piroscafo diretto in America Latina che conteneva un carico delle nostre bottiglie, e mio nonno dovette pagare il riscatto al poeta per far arrivare il vino a destinazione”.

Gabriele D’Annunzio nella uniforme dell’Aeronautica

E poi ancora. “Nel 1936 quando l’Italia era impegnata nella Campagna d’Etiopia, la Gran Bretagna tentò di ostacolare il piroscafo Cesare Battisti che aveva i nostri vini a bordo. Molti episodi gustosi raccontati durante il percorso dimostrano che i tanti dettagli hanno in realtà costruito una trama storica secolare di questa azienda”.

I MATERIALI RECUPERATI. Non essendo mai stata modificata la sede aziendale, Piero Mastroberardino ha avuto la possibilità di ricostruire la storiografia familiare. “Ho avuto la fortuna di essere riuscito a recuperare tutta la raccolta epistolare, le opere, il materiale fotografico e documentale, per poi catalogarlo e allestire un museo: parliamo di 10mila documenti che saranno fruibili all’intera collettività e a quanto vorranno venire a farci visita” racconta.

Il mima, Museo di Impresa dei Mastroberardino, famiglia che ha scritto tre secoli di storia nel settore del vino italiano

L’inaugurazione dello spazio museale allestito alzerà il sipario su tre gradi teche, che con i documenti, i carteggi, le fotografie, documenteranno altrettanti periodi storici. La prima teca raccoglie le testimonianze relative al periodo compreso tra il 1700 e il 1914; la seconda Il periodo ricompreso tra il 1914 e il 1932 e, infine l’ultimo racconta il lasso di tempo intercorso fra il 1933 e il 1945, ovvero fino alla fine della Seconda Guerra mondiale, che si esaurisce con il nonno Michele. “Il museo non è completo: manca la seconda parte dell’allestimento, che sarà dedicata invece agli anni dal ’45 al 2000, incentrata sulla storia professionale di mio padre”, anticipa il professore, che conferma la stesura di un volume incentrato sulla vicenda della famiglia Mastroberardino. L’opera uscirà entro la fine dell’anno.

Antonio Mastroberardino (Foto Mastroberardino)
Angelo e Michee Mastroberadino (Foto Mastroberardino)

LE TENUTE DI MASTROBERARDINO | link

I VIGNETI DI MASTROBERARDINO 


I VIGNETI NEGLI SCAVI DI POMPEI, PRESSO LA VILLA DEI MISTERI


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