L'ingegnere Luigi Iavarone all.Reggia di Portici - Sala Pallacorda, in occasione di una iniziativa per la promozione del legno come materiale chiave per il settore delle Costruzioni oggi

Il legno può davvero rappresentare una risorsa innovativa per questo territorio se gli imprenditori impegnati nel settore sapranno adeguare la produzione ai cambiamenti richiesti dal mercato. I segnali che arrivano e gli elementi in campo che possiamo constatare rispetto alle dinamiche che regolano il settore in questo momento non offrono particolare chiarezza. Dal polo del legno annunciato dalla Strategia Nazionale del Progetto Pilota e la costruenda Azienda Forestale dell’Alta Irpinia- con la definizione di un partenariato pubblico privato che prevede la cessione delle foreste comunali e demaniali e il know how dei privati- fino alla chiusura di due aziende, la Novolegno di Pianodardine e la Iavarone di Calitri. La prima sotto l’egida del Gruppo Fantoni, friulano,il quale ha evidenziato l’assenza delle condizioni favorevoli di mercato; la seconda invece di proprietà di un ramo della famiglia Iavarone, che a Calitri insieme alla Holzbau (altra aziende friulana), aveva contribuito a connotare una vocazione produttiva e artigianale del posto. Proviamo allora a fare il punto con Luigi Iavarone, leader della Iavarone Group Tecnology, convinto sostenitore del comparto in chiave avanguardista.


Luigi Iavarone

Ingegnere Iavarone, alla luce della chiusura di due aziende in provincia di Avellino dedite alla lavorazione del legno, è corretto definire il comparto con forte potenziale per il rilancio di questo territorio?

“La mia attività, la Iavarone Group Tecnology che ha sedi nel salernitano e nel napoletano ha l’ambizione di costruire qualcosa che da esperienziale possa poi diventare consolidata, partendo dalla considerazione che si lavora una materia prima pregiata e di grande valore. Credo che lo stesso presupposto sia stato quello dell’azienda di Calitri, che appartiene ad altri componenti della famiglia, e che ritengo abbia tutte le carte in regola per rimettere in sesto la produttività e rilanciarsi sul mercato. Il mio obiettivo resta quello di dare valore ad un settore fermo, che non presentava nessun elemento di innovazione, nè una spinta sulla ricerca”.

Al pari dell’edilizia, il comparto ha subito una battuta d’arresto.

“La mia idea è sempre stata molto chiara: niente può rimanere uguale a se stesso, e lo sforzo dell’innovazione sta proprio nel superare alcune frontiere del settore, e cercare di competere sul mercato internazionale, altrimenti si viene tagliati fuori. Avendo l’economia moderna una accelerazione spinta, è necessario adeguarsi in fretta e stare al passo con i tempi. Purtroppo questo non si verifica sempre, e non sempre ci sono le condizioni da parte degli imprenditori stessi per correre al passo delle innovazioni del mercato”.

Il fermo di un’azienda in questo contesto, potrebbe anche rappresentare un congelamento degli obiettivi imprenditoriali per poi pianificare un rilancio futuro. 

“Da queste esperienze può nascere una visione nuova, ma bisogna lavorarci e impegnarsi. Il mio campo di interesse considera la valorizzazione del patrimonio forestale, e non è possibile pensare che l’azienda di Calitri voglia fare concorrenza ai cinesi, anche se è lo stimolo giusto per fare impresa. Io resto del parere che ci sono i margini per fare qualcosa di nuovo, e aprire una nuova fase che si concentri sulle innovazioni”.

La Novolegno di Montefredane in località Arcella

Il Gruppo Fantoni proprietario della Novolegno ha motivato la chiusura degli stabilimenti di Pianodardine con la perdita di fatturato, rinunciando a nuovi investimenti e quindi a innovare la produzione per intercettare altri mercati.

“Su questa vicenda non posso pronunciarmi e non voglio dare valutazioni, ma nel comparto del legno in generale credo sia mancata la voglia di guardare più lontano. Sono state impegnate risorse soltanto nelle attività ordinarie, senza una visione di medio e lungo termine. Gli imprenditori impegnati in questo settore sono ultrasettantenni, il cui problema non è organizzare il futuro, ma l’ordinarietà”.

Giovani Imprenditori di Confindustria Avellino | Business Cafè 2018. Per IWT Iavarone Wood Technology srl, Sergio Iavarone insieme a Beniamino Izzo della start up 3dRap durante il confronto sui temi dell’innovazione e della internazionalizzazione

L’intera famiglia Iavarone viene associata all’industria del legno, con tutte le sue ramificazioni e gradi di parentele. Crede che i tempi siano maturi per una evoluzione delle produttività?

“La società è articolata dal punto di vista familiare, e nonostante ci siano visioni differenti al suo interno, ritengo che il supporto degli uni con gli altri non debba mai mancare. Oltre al confronto familiare però, bisogna allargare il dialogo a tutti gli operatori del settore per aprire un confronto serio sulle politiche da adottare nei prossimi anni”.

Poi c’è il progetto pilota per le aree interne. La progettazione dell’Azienda Forestale dell’Alta Irpinia è valsa diverse proroghe della scadenza dei bandi regionali, e addirittura un congelamento in attesa che la Fondazione Montagne Italia possa licenziare il progetto di massima e ufficializzare il partenariato pubblico-privato. Se Enrico Borghi preme per guidare la cabina di regia significa che il polo del legno ha la sua appetibilità, non crede?

Il Sindaco di Nusco e Presidente della Città dell’Alta Irpinia, Ciriaco De Mita e il Presidente della Fondazione Montagne Italia Enrico Borghi

“Si parla da ben quattro anni della progettazione da realizzare all’interno del progetto pilota. Nessuno ha la responsabilità sulle lungaggini del percorso, ovvio, ma se davvero si concretizzasse quanto annunciato, le aziende sarebbero trascinate in un vortice di innovazione positiva. Le lavorazioni tradizionali sarebbero superate senza shock e le innovazioni sarebbero acquisite dal territorio senza il minimo sforzo. La politica deve considerare  il fatto che i tempi dell’imprenditoria non collimano con quelli della burocrazia e del dibattito politico”.

Per l’azienda di Calitri non tutto è perduto?

“Tutto è aperto, e anche se operai e famiglie vivono un momento di difficoltà, sono convinto che possa essere passeggero. Bisogna lavorare in termini di certificazioni e avanguardia, diversamente si resta indietro. La Iavarone Group Tecnology sta lavorando su aspetti innovativi e interessanti, che si confronta costantemente con la realtà. Credo che su Calitri ci siano tutte le condizioni tecniche e finanziarie per ricominciare, ma non senza un radicale cambio di passo. Infondo quella altirpina è una realtà contenuta che riguarda appena 20 lavoratori, e su cui non sarà difficile immaginare una soluzione”.

Nell’ottobre 2017 nasce in Alta Irpinia la nuova creatura di Iavarone Wood Technology, premiata al SUN 2017
“Un modulo lineare galleggiante in legno di larice siberiano che interpreta in maniera originale e benefica un nuovo modo di stare in armonia sull’acqua”.

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