Isochimica. L'amianto interrato oltre trent'anni fa

Nuovo fascicolo aperto dalla procura della Repubblica di Avellino sull’Isochimica di Borgo Ferrovia ad Avellino. Avviata un’altra inchiesta con una indagine per ora contro ignoti, in seguito alla morte di un ex operaio dello stabilimento avellinese, Giovanni De Venezia, deceduto a soli 53 anni, stroncato da una malattia che potrebbe ricondursi alle attività industriali dell’impianto, utilizzato per la decoibentazione delle carrozze ferroviarie.

La notizia giunge nella giornata in cui è stato effettuato l’esame autoptico sul corpo dell’uomo. Il medico legale Lamberto Pianese e l’anatomopatologo Noé De Stefano hanno espiantato alcuni organi dal corpo del 53enne su mandato del Pubblico Ministero Pm , titolare del fascicolo. Gli accertamenti sono diretti a verificare un eventuale nesso causale tra la patologia che ha ucciso l’ex operaio e l’attività professionale a contatto con l’amianto durante i processi di decoibentazione, che per decenni sono stati realizzati a Pianodardine.

La nuova inchiesta prende corpo mentre va avanti il processo a 27 persone chiamate a rispondere a vario titolo di disastro ambientale, omessa bonifica e omicidio colposo, nel quale De Venezia non comparirà come parte civile. Spetterà alla sua famiglia, in particolare alla moglie e ai suoi due figli, valutare con il legale Palmira Nigro se procedere.

Nel frattempo, lo scorso 3 maggio il procuratore della Repubblica di Avellino, Rosario Cantelmo, proprio in seguito agli avvenuti nuovi decessi aveva chiesto di cambiare il capo d’imputazione in omicidio colposo per alcuni imputati tra funzionari di Ferrovie dello Stato ed ex dirigenti di Isochimica rinviati a giudizio per lesioni personali gravissime.

Il Palazzo di Giustizia di Avellino

 

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