Anna Marro, candidata del Pd alle elezioni europee nella Circoscrizione meridionale

Riforma dell’Unione europea, sviluppo del Mezzogiorno e rinnovamento del Pd sono alcuni dei temi affrontati da Anna Marro, dirigente medico dell’Asl e consigliere comunale di Cervinara, candidata alle prossime elezioni europee per la lista dei Democratici.

Come è nata la sua candidatura?

«E’ stata un po’ una sorpresa, anche se sono impegnata in politica da molti anni. Ho aderito al Pd sin dalla sua fondazione, nel 2007, partecipando alla prima assemblea nazionale. Un percorso che si è espresso anche sul piano amministrativo, nel Comune di Cervinara. Il mio obiettivo è dare un contributo, mettendo a disposizione le esperienze acquisite nel mio lavoro e nel mondo del volontariato».

Il tema del ruolo dell’Europa nelle politiche nazionali e negli equilibri sociali ed economici è di stringente attualità. Qual è il suo punto di vista?

«Sì, mai come adesso c’è bisogno di una riflessione lucida. Non c’è dubbio che sia necessario costruire un’Europa più giusta e democratica. Le istituzioni dell’Unione purtroppo hanno un po’ tradito alcuni dei principi fondatori, come ad esempio la solidarietà. Ma la risposta non può essere il sovranismo, il nazionalismo o l’isolazionismo. Al contrario è necessario riformare l’assetto dell’Unione, rilanciando la cultura europea, la ricchezza che la rende unica e differente dalle altre, e puntare sul rafforzamento politico di Bruxelles e sulla costruzione degli Stati Uniti d’Europa. Soltanto così sarà possibile avere un ruolo nella geopolitica globale, dominata dalle tradizionali superpotenze e da quelle emergenti».

Per i territori l’Ue costituisce effettivamente un’opportunità di crescita per i territori, non fosse altro per la possibilità di reperire risorse finanziarie attraverso progetti?

«Sì, certamente. Nella prossima programmazione dei fondi, 2021-2027, saranno riservate somme cospicue ai piccoli Comuni, al di sotto dei 5.000 abitanti. Una opportunità da non perdere per i nostri territori. Ovviamente bisogna attrezzarsi, sotto il profilo tecnico, per rispondere ai bandi, ma soprattutto avere idee chiare sugli interventi da mettere in campo. E’ necessario che abbiano una ricaduta reale sul territorio, che attivino, attraverso sinergie, dinamiche virtuose, che incidono sulla qualità della vita delle comunità e sull’economia locale. Servono innanzitutto servizi ai cittadini ed infrastrutture».

Su quale strategia di sviluppo bisognerebbe puntare?

«Va definito un modello di sviluppo sostenibile, che tuteli l’ambiente ed il patrimonio naturale, esaltando le specificità dei territori e valorizzandone le risorse. Il Mezzogiorno ed in particolare le aree interne soffrono una serie di ritardi. Soltanto se vengono rimossi gli ostacoli e si creano nuove prospettive di lavoro e di crescita economica nel Sud del Paese, l’Italia potrà conoscere una ripresa vera e duratura. Di qui derivano molti altri fattori di depressione e di iniquità che registriamo nelle nostre aree».

Dica pure…

«La disoccupazione e le criticità strutturali determinano o alimentano a loro volta altri problemi, come lo sfruttamento,  il lavoro nero, la massiccia migrazione di giovani e di cervelli, il controllo territoriale da parte della criminalità organizzata, l’inaccessibilità a servizi essenziali, come la Sanità, per ampie fasce di popolazione».

Come si inverte la rotta?

«Con politiche di riequilibrio e di ridistribuzione delle risorse, attraverso la pianificazione di interventi mirati e alzando il livello della proposta politica. Serve una classe dirigente adeguata e preparata».

Il Pd ha vissuto non poche difficoltà, contraddizioni e scontri in questi anni. Pensa che sia possibile costruire un percorso nuovo?

«Troppo spesso sono prevalse divisioni, polemiche e faide interne. Adesso è tempo di voltare pagina. Il Pd deve riconquistare la fiducia degli elettori, ritornando in sintonia con i cittadini, ponendosi all’ascolto delle istanze che vengono dalla società e lavorando per la costruzione di condizioni di vita più giuste per tutti, soprattutto per chi è in difficoltà. Sono stati commessi degli errori, per esempio sul reddito di cittadinanza, che non è la soluzione ai problemi, ma certamente è un supporto per tante famiglie che vivono un disagio economico. Zingaretti sta tentando di costruire un partito nuovo, aprendosi a diverse realtà e recuperando lo spirito riformista».

 

 

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