Le Colline Feudi San Gregorio

Zonin 1821 sarebbe pronta a rilevare la casa vinicola irpina Feudi San Gregorio. Sarebbe in dirittura d’arrivo l’acquisizione, in queste settimane al centro dell’attenzione in Irpinia, in particolare da parte degli imprenditori locali del settore.

Ma Antonio Capaldo chiude la porta. “Nessuna intenzione di cedere la mia attività, almeno fino  quando sarò in vita”, ha dichiarato Il timoniere della azienda vinicola irpina, che peraltro spiega di non aver ricevuto personalmente contatti diretti dai veneti.

La Zonin 1821 è una delle più importanti aziende vinicole private italiane, tra i principali nomi sulla scena internazionale in questo settore. Fondata nel 1821, è alla settima generazione della famiglia Zonin, guidata dai fratelli Domenico, Francesco e Michele Zonin e da un team manageriale con a capo l’amministratore delegato Massimo Tuzzi.

Negli ambienti irpini del vino, il celebrato marchio irpino, nato sulle colline di Sorbo Serpico per “affermarsi come simbolo del rinascimento enologico nel contesto meridionale italiano”, circola da tempo la voce di un interesse del marchio Vicentino di Gambellara per Feudi, una realtà ormai affermata del vino italiano. Da cantina è diventata un gruppo di livello nazionale in tre lustri, cresciuta oltre i confini provinciali. Ha sviluppato in Toscana, in particolare, ma anche in Lombardia, nel Lazio e nel Veneto, la sua filosofia industriale originaria distillata in un know how figlio della cultura imprenditoriale irpina.

La radice di Feudi nella vigna di Lapio

Il vino di Feudi affonda le radici in un entroterra dalla storia antica, perché coltivato a viti fin dai tempi della Roma repubblicana, come testimoniano i testi lasciati da Plinio, Columella e Strabone, sottolinea da sempre la proprietà della casa irpina. In questi luoghi sapienti sono tornate a vivere radici preziose, da cui poi si è originato il marchio della famiglia Capaldo. La portata dell’operazione in discussione è destinata a cambiare la storia stessa della enologia irpina.

FEUDI, CASE HISTORY UNICO. In quindici anni Feudi di San Gregorio si è affermata come una delle più importanti e famose realtà vitivinicole del Mezzogiorno, sviluppando il progetto innovativo elaborato dalle famiglie Ercolino e Capaldo. Da San Gregorio, contrada che si estende nel territorio di Sorbo Serpico su colline “a volte dolci a volte aspre, con un’altitudine compresa tra i 400 e i 600 metri, che hanno come minimo denominatore terreni con una riuscita miscela di strati sedimentari e ceneri vulcaniche) e climi particolarmente adatti alla coltura della vite”, Feudi si è espansa rapidamente. L’azienda “dispone di una superficie superiore ai 100 ettari vitati, tutti coltivati con criteri rigorosi che privilegiano qualità a scapito della quantità”. La gamma dei vini dei Feudi di San Gregorio é piuttosto articolata, ma ha dei vertici ben riconoscibili, spiegano dall’Azienda. “Il primo senz’altro é il Patrimo, un merlot in purezza, che ha segnato una nuova strada nell’enologia campana, un vino morbido e complesso al tempo stesso, ma é sui vitigni autoctoni, coltivati i in singoli cru, che meglio si riconosce la cifra stilistica dell’azienda. Dal Taurasi Riserva Piano di Montevergine, “un rosso austero ed elegante al tempo stesso”, al Serpico (che prende il nome dal monte sopra Sorbo Serpico), un aglianico più moderno, rotondo e avvolgente”, fino al Greco di Tufo Cutizzi, “un bianco, sapido, concentrato, persistente”, al Fiano di Avellino Pietracalda, “un vino più di carattere, decisamente minerale”, quindi al Campanaro, “miscela tra greco e fiano, che dà un vino davvero singolare”.

DAL VENETO ALLE REGIONI ITALIANE E ALLE AMERICHE. Zonin 1821 è già presente in sette regioni a vocazione vitivincola. Amministra una estensione di campi coltivati a vite di circa 2mila ettari affidati alle capacità di 32 tra enologi e agronomi che operano su 9 tenute autonome, a cui si aggiunge la decima negli Stati Uniti a Barboursville Vineyards in Virginia. E’ evidente l’interesse di questo grande marchio nazionale, capace di produrre elevate quantità di bottiglie, per un’azienda come quella di Feudi nota per la qualità dei suoi “Aglianico Docg”, “Fiano di Avellino Docg” e “Greco di Tufo Docg”. Tra i valori fondamentali esibiti da Zonin c’è il rispetto della storia, delle tradizioni e del patrimonio territoriale, culturale e umano di ogni tenuta e di ogni vigneto. I veneti acquistando il marchio punterebbero ad acquisire, tutelare, valorizzare ed implementare il metodo di Feudi, la sua filosofia aziendale, la sua capacità di dialogare con la terra. Attualmente la famiglia Zonin affidata alla responsabilità del presidente Domenico, dei vice presidenti Francesco e Michele, guida oltre al marchio originario, in questo modo gli altri dieci significativi brand di settore. Vediamoli: Ca’ Bolani- Antichi Poderi Conti Bolani nel Friuli; Tenuta Il Bosco nell’Oltrepò Pavese, giacimento di Pinò nero e di spumanti; Castello del Poggio, marchio astigiano del Piemonte nel Monferrato, il maggiore vigneto piemontese; Abbazia Monte Oliveto, fattoria in San Gimignano nel senese, dove si produce tra l’altro la famosa “vernaccia” di San Gimignano DocG; Castello d’Albola – Radda in Chianti, celebrata meta esclusiva dell’enoturismo, ricavata all’interno di una splendida villa trasformata durante il Rinascimento dalla preesistenza di un castello, già sede delle più nobili famiglie toscane. Ancora, Rocca di Montemassi nella Maremma Toscana, dove si produce il Doc Monteregio di Massa Marittima; Masseria Altemura, nel cuore della penisola salentina; Principi di Butera in Sicilia, antica tenuta appartenuta ai principi Branciforte e ai Lanza di Scalea, dove si producono vini di classe mondiale; Barboursville – Vineryards la tenuta viticola nell’east coast sognata dal terzo presidente americano Thomas Jefferson, con un ristorante italiano internazionale, il “Palladio”, noto in tutto il mondo; Dos Almas a Santiago del Cile, vigneti giunti alla settima generazione, che uniscono la tradizione vinicola italiana con il terroir cileno.

Degustazione promossa da Feudi di San Gregorio a Milano nel 2015, in occasione dell’Expo nei padiglioni di Piazza Irpinia
I fratelli Domenico, Francesco e Michele Zonin, alla guida della Zonin 1821

VERSO I 200 ANNI DI ATTIVITÀ, ZONIN PUNTA AD ESPANDERSI. ECCO IL PIANO QUINQUENNALE.  Mentre si avvicina il 200esimo anniversario di Zonin1821, il 2019 rappresenta un  anno importante nell’evoluzione dell’azienda dove la lunga tradizione enologica di famiglia convive con un  modello imprenditoriale contemporaneo”. Così il Gruppo si è presentato nelle scorse settimane al Vinitaly. “Chiuso il 2018 con una produzione di 51 milioni di bottiglie e un fatturato di 202 milioni di euro,.Zonin1821 ha approvato un nuovo piano industriale quinquennale che punta a una crescita del gruppo con  l’obiettivo di raggiungere i 300 milioni di euro nel 2023”, hanno annunciato i vertici aziendali.

Alessandro Benetton

IL GRUPPO EUROPEO DI INVESTIMENTO FONDATO DA ALESSANDRO BENETTON “21 INVEST” È ENTRATO NEL CAPITALE DELLA SOCIETÀ VENETA ALLA FINE DEL 2018: HA IL 36%. Alla fine dello scorso anno, 21 Invest, il noto gruppo europeo d’investimento, ha sottoscritto un aumento di  capitale riservato di 65 milioni di euro e una rispettiva quota del 36% nella società, con lo scopo di  continuarne e accelerarne la crescita internazionale. Supporterà la strategia espansiva dell’azienda. “Oltre a importanti obiettivi di crescita interna, i fratelli Domenico, Francesco e Michele Zonin, alla guida  dell’azienda, sono impegnati anche in nuovi progetti di acquisizioni internazionali, dopo Barboursville  Vineyards in Virginia e Dos Almas in Cile”, hanno annunciato a Verona nelle scorse settimane i vertici della Zonin 1821.

LE NOVITÀ PRESENTATE AL VINITALY DA ZONIN 1821. A Vinitaly 2019 Zonin 1821 nel nuovo stand progettato dallo  studio milanese CR34 di Ettore Vincentelli e Roberto Di Stefano, architetti con lunga esperienza nel mondo del design, sono state presentate due principali novità, che verranno annunciate quest’anno. “Riconfermano l’impegno della Famiglia
Zonin nella valorizzazione di ogni territorio attraverso un grande lavoro di ricerca sui vitigni autoctoni”, hanno spiegato dalla Zonin: Si tratta di “Zìnzula, rosato di Negroamaro di Masseria Altemura, tenuta vitivinicola pugliese nel cuore della penisola salentina di proprietà della famiglia Zonin dal 2000, un omaggio allo splendore della costa e  alla più bella delle grotte salentine: la Zìnzulusa”. È poi “Principi di Butera Blanc de Noirs Pas Dosé, ottenuto da Nero d’Avola in purezza coltivato nell’azienda vitivinicola situata nelle terre dell’antico Feudo di Butera in Sicilia, vicino a Licata, di proprietà della Famiglia Zonin dal 1997”. Inoltre, al Vinitaly Zonin 1821 ha proposto la degustazione dell’annata 2015 di Chianti Classico Docg Gran Selezione “Santa Caterina” di Castello di Albola, “la tenuta situata nel cuore del Chianti Classico di proprietà della  Famiglia Zonin dal 1979, che quest’anno ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di 95/100 punti dalla nota rivista americana Wine Spectator”.

 

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