Ad Avellino quadro politico stravolto rispetto ad un anno fa, alla vigilia della nuova campagna elettorale. Oltre il civismo, di nuovo presente come non accadeva dal 1995, un laboratorio politico nazionale si intravede all’orizzonte, mentre il Pd cerca la rivincita sui 5s e Forza Italia doma la Lega.

Da domani il confronto elettorale entra nel vivo. Si confrontano 15 liste a sostegno di 8 candidati ad indossare la fascia tricolore. Sono Tre le coalizioni in campo: il centrosinistra guidato da Luca Cipriano, il raggruppamento civico capeggiato da Gianluca Festa e il Centrodestra guidato da Dino Preziosi, che ha ritrovato anche il simbolo di Forza Italia. Una sola lista per la Lega di Biancamaria D’Agostino, Movimento 5 Stelle, Si Può di Amalio Santoro, Cittadini in Movimento di Massimo Passaro e Prima Avellino di Damiano Genovese.

Completamente sovvertiti ad Avellino gli equilibri elettorali che solo un anno fa avevano consegnato al Movimento 5 Stelle la responsabilità di guidare la città. La consegna delle liste ridisegna il quadro politico nel capoluogo, che vede agguerrita la politica tradizionale, aperta al contributo civico, ma salda nella sfida su valori e princìpi. Si capisce che in questo voto non c’è in ballo solo il destino di una città, ma quello di Avellino come parte della Campania, del Mezzogiorno e del Paese.

LO SCENARIO. Le difficoltà per ora mediatiche che vivono le forze di governo a livello nazionale ad Avellino sono palpabili. Non ha infatti rispettato le roboanti premesse della vigilia il tentativo della Lega, che appena oltre il confine dell’Irpinia, un mese fa, era riuscita a conquistare la Regione Basilicata. Ad Avellino è un’altra storia. Il Centrodestra si divide ma la parte più forte resta quella ancorata a Forza Italia e alla civica di Dino Preziosi, ancora una volta candidato sindaco, come sempre dal 2009. Questa articolazione è suscettibile di mutamenti alla luce dei risultati che verranno al primo turno. In sede di ballottaggio sarà interessante capire come si muoveranno queste forze che potrebbero trovare anche un ulteriore apporto nella civica messa in campo dall’avvocato Massimo Passaro, un tempo espressione di Alleanza Nazionale. Il Carroccio si divide anche da Damiano Genovese e, dopo i primi segnali di vitalità mostrati nelle elezioni di secondo livello della Provincia di Avellino, per ora non crea le condizioni per l’avanzata. Anche il Movimento 5 Stelle, che fino a sei mesi fa occupava lo scranno più alto del Comune, forse condizionato da alcune divisioni nella sua base, porta in competizione solo una parte della giunta Ciampi. Molti giovani in lista per un turn over che rende più incerto l’esito del suo assalto alla roccaforte tradizionale del Centrosinistra. Nella giornata in cui si voterà contestualmente anche per il Parlamento Europeo, un peso lo avrà certamente il simbolo. Di questo sono consapevoli in tanti. Sicuramente l’M5S, maggiormente la Lega del lanciatissimo vice Premier Matteo Salvini, ma anche il Partito Democratico (di Enzo De Luca, Rosetta D’Amelio e del Governatore Vincenzo De Luca), capace di puntare ad Avellino in maniera vistosa su un forte rinnovamento della lista. Il Pd di Avellino si propone di rappresentare e incarnare lo spirito di rinnovamento nella continuità di princìpi e valori del riformismo italiano, rilanciato da Nicola Zingaretti al popolo delle primarie tra ampi consensi ottenuti ai gazebo.

Il segretario nazionale del Partito Democratico Nicola Zingaretti

Ci sono conferme tra i candidati che negli ultimi anni si sono segnalati per la responsabilità nell’impegno consiliare, come l’ex capogruppo Ida Grella o il medico Franco Russo, presidente del maggiore circolo Pd per partecipazione nel capoluogo. I democratici sembrano puntare alla svolta che non era riuscita un anno fa, quando sotto il peso della clamorosa sconfitta alle elezioni politiche, avevano subito le conseguenze negative della disfatta renziana. Oggi al Comune di Avellino i democratici si riappropriano della matrice ulivista, recuperando anche un rapporto diretto con la società civile, attraverso l’apporto significativo sia delle due liste vicine al candidato sindaco Luca Cipriano, sia dell’altra componente di ispirazione popolare allestita dal consigliere regionale Maurizio Petracca. In una fase storica dominata dall’antipolitica, qui si aprono invece le porte della politica alla società reale, nel solco dell’insegnamento di Aldo Moro, tante volte citato in questi anni dal senatore Enzo De Luca e, sin dall’inizio della sua campagna congressuale, da Nicola Zingaretti.

Gianluca Festa durante la presentazione dell’iniziativa “W la libertà” ad Avellino

Una parte significativa dell’ultima esperienza amministrativa del Pd, quella guidata dai sindaci Giuseppe Galasso e Paolo Foti oggi si ritrova altrove. In gran parte nella coalizione civica di Gianluca Festa, che alle tradizionali tre liste messe in campo nel 2009 aggiunge l’apporto dell’ex assessore e presidente del consiglio comunale Livio Petitto. Più che sotto la spinta del deputato Umberto Del Basso De Caro, lo schieramento civico dell’ex vice sindaco di Galasso, Gianluca Festa, porta fuori dal Partito Democratico una sinergia con Petitto che ha segnato in maniera rilevante molti capitoli dell’amministrazione comunale avellinese negli ultimi dieci anni. L’anima di opposizione e di governo che tra il 2013 e il 2018 hanno costretto in minoranza il sindaco Paolo Fonti nella sua stessa maggioranza, corrono contro il Partito Democratico di Giuseppe Di Guglielmo, Leo Annunziata e Nicola Zingaretti, schierato con Luca Cipriano.

In questo quadro, sarà interessante capire quali prospettive intende aprire la sfida lanciata da Si Può con Amalio Santoro, medico stimato e protagonista segretario del Partito Popolare alla fine degli anni ’90, quando con Antonio Di Nunno sindaco scrisse pagine importanti per il centro sinistra avellinese. Le forze in campo ben restituiscono l’immagine di una città frammentata nel contesto di un Mezzogiorno che stenta a trovare una sua identità. Abbastanza probabile prevedere che non sarà sufficiente il primo turno per assegnare la responsabilità dell’amministrazione comunale.

Ma è proprio in quelle due settimane di ballottaggio che si deciderà il destino di Avellino. Le possibilità combinatorie sul piano delle alleanze sono molteplici; occorrerà verificare chi rimarrà fuori tra le maggiori coalizioni (per numero di candidati) riuscirà ad accedere al ballottaggio.

Il segretario provinciale del Pd, Giuseppe di Guglielmo, con i rappresentanti della lista Pd depositata al Comune di Avellino. I Democratici sostengono il candidato sindaco Giuseppe Di Guglielmo

I TEMI DELLA CAMPAGNA ELETTORALE. Dalle schermaglie registrate nelle ultime ore di vigilia della campagna elettorale, sono emersi già i profili di candidati e schieramenti. In attesa di ascoltare i protagonisti della sfida per la fascia tricolore nel capoluogo, si delineano le posizioni in campo. I Cinque Stelle puntano a portare nel contesto locale quella battaglia sulla questione morale che stanno agitando nei confronti dell’alleato di Governo, Matteo Salvini, segnatamente dopo il ‘caso Siri’. Glissando sulle conseguenze delle inchieste in corso sulla capitale, tentando di far dimenticare che hanno impedito il proseguimento del procedimento giudiziario contro un ministro autorevole espressione del governo sul caso Diciotti, la loro campagna sarà incentrata ancora una volta sulla rivendicazione di una svolta etica nella istituzione comunale. Si ritroveranno contro obiezioni da tutte le parti, sia per il diverso contesto in cui oggi si sviluppa il dibattito elettorale, sia perchè il candidato sindaco scelto dai pentastellati si pone in continuità con una giunta di cui ha fatto parte, risultata poco incisiva soprattutto sulla questione finanziaria. Tutti i provvedimenti assunti durante quella fase amministrativa sono arrivati per commissariamento, prima e dopo la decadenza del sindaco. La Lega riprenderà certamente i temi cari al Ministro dell’Interno e cercherà tra i giovani il suo target privilegiato. Il Carroccio trarrà dal disagio sociale delle giovani generazioni, dal sentimento anti europeista serpeggiante nelle periferie urbane il carburante per imprimere un’accelerazione alla propria corsa elettorale. Del tutto diverse le partite che giocheranno le forze europeiste. Mentre la coalizione civica di Gianluca Festa si concentrerà prevalentemente su temi squisitamente localistici, puntando a delegittimare l’avversario di centrosinistra, il Partito Democratico, Luca Cipriano e i Popolari di Maurizio Petracca fonderanno sul rinnovamento di Avellino la loro battaglia, in previsione della sfida regionale che tra un anno si giocherà a Napoli e in Campania. Con le liste così ampiamente rinnovate, il centrosinistra nato sullo slancio del riformismo di Nicola Zingaretti punterà a collocare Avellino al centro di un processo di trasformazione e cambiamento dell’intero Mezzogiorno, basato su pilastri della legalità, dell’innovazione e della trasparenza. Su questo terreno ci potrebbe essere un incontro dopo il 26 maggio con Amalio Santoro, testimone della nascita di quel processo costituente ulivista, che è stato poi la base per la nascita del Partito Democratico in Irpinia. Le forze in campo hanno un mese per convincere i tanti indecisi che ingrossano il veri partito di maggioranza relativa ormai da decenni, quello dell’astensione. Sarà quello il vero ago della bilancia, concordano diversi analisti ed osservatori.

Le elezioni degli ultimi anni a partire dallo stesso esito referendario del 2016 dimostrano che non è sufficiente sommare portatori di voti e ceto politico per fare breccia nel sentimento popolare, che oggi più che mai si orienta con grande volatilità. La credibilità delle idee farà la differenza, molto più di qualche portatore d’acqua.

 

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