Mario Del Goleto tra le ceramiche realizzate dell'artigianato artistico altirpino prodotto nel laboratorio di Sant'angelo dei Lombardi

Un centro di eccellenza della ceramica e della porcellana nei pressi del polo culturale dell’Abbazia del Goleto. A Sant’Angelo dei Lombardi un “Villaggio dell’artigianato artistico collegato a Capodimonte e alla sua scuola napoletana di Caselli, riferimento europeo nel settore. La sfida è di Mario Del Goleto, docente dell’Istituto Caselli, presidente della cooperativa “Ceramiche artistiche Del Goleto”, il laboratorio artigianale nato circa 40 anni fa all’ombra dell’Abbazia di Sant’Angelo dei Lombardi.

TURISMO E ARTIGIANATO, BINOMIO PER UNA SFIDA ATTUALE. All’indomani del sisma, dopo il 1980, Del Goleto aveva scommesso sul connubio fra turismo e artigianato, nell’ambito di quello che sarebbe stato il “Villaggio dei Beni Culturali”. Nonostante le traversie e le fasi altalenanti di produttività, il laboratorio ha resistito nel tempo, proponendosi quale riferimento dell’artigianato artistico e ponte di comunicazione fra la scuola di Capodimonte e le aree interne.purtroppo, le decine di pullman di turisti che arrivano nel fine settimana per visitare il sito non vengono condotte in questo tempio dell’arte, e le innumerevoli creazioni interamente lavorate a mano dagli aspiranti artigiani non hanno sostituito l’oggettistica in vendita nella vetrina dell’unico bar di fronte all’Abbazia. Ma oggi la sfida dell’artigianato artistico potrebbe rilanciarsi.

Professor Del Goleto, 40 anni fa con l’artigianato artistico fu lanciata una sfida economica in rosa nel cuore dell’alta Irpinia. Le donne furono protagoniste dell’iniziativa di un polo che oggi definiremo dell’eccellenza nel settore della ceramica con la cooperazione.

“La cooperativa nacque nel 1982 come ‘Ceramiche artistiche Goleto’, poi Lucignolo, poi Ceramiche artistiche Del Goleto, con un chiaro gioco di parole fra il mio nome e il luogo. Nasceva da un gruppo di ragazze di Torella dei Lombardi: Maria Rosa Valvano, Maria Teresa Imbriani e Adele Di Nenna. Fu un primo esempio di imprenditoria femminile in questo ambito”.

Qual era il suo ruolo?

“Ero docente all’istituto di Capodimonte e consigliere comunale al Comune di Sant’Angelo dei Lombardi quando mi proposero di aprire un’attività legata alla ceramica, in vista del costruendo Villaggio dei Beni Culturali proprio nell’area intorno all’Abbazia”.

Ingresso al viale dell’Abbazia del Goleto- Sant Angelo dei Lombardi

L’Abbazia stessa era al centro di un grande progetto di recupero e valorizzazione, visto lo stato di abbandono in cui vesava già prima del terremoto. Qual era il disegno?

“L’obiettivo della politica di quegli anni era di lanciare il sito dedicandolo alle arti e ai mestieri, legandolo allo sviluppo dell’artigianato locale. Il recupero dell’Abbazia avrebbe trascinato un incremento dell’artigianato artistico e il progetto avrebbe trovato il suo sbocco naturale. Furono coinvolti tanti ragazzi, nelle attività di laboratori di restauro, lignei e della pietra, grazie anche ad Antonio Massarelli di Brescia. Nello stesso momento in cui io proposi di creare una cooperativa, Marescotti aprì la pizzeria, lui in un prefabbricato di legno, io in uno di zinco”.

Continui.

“Mi misi alla ricerca della solidarietà, che trovai nelle Marche, in Toscana, presso le Acli, la Caritas e tante altre associazioni che ci finanziarono il progetto e quindi le attrezzature per la cooperativa. Non fu semplice, ma ottenemmo anche il sostegno dell’allora sindaco Rosanna Repole, che divenne socio fondatore,  insieme a Francesco Acocella, Michele Giammarino, Leonardo Cetta ed io. Francesco Pastena si occupò dell’impianto elettrico, ed altri artigiani sono passati di qua per darci una mano, così come tanti appassionati e diplomati all’istituto d’arte si sono alternati nelle attività”.

Artigianato artistico di Sant’angelo dei Lombardi

La cooperativa si affermò?

“Frequentavano il laboratorio ragazzi di Torella, di Castelfranci ma anche di Avellino: chiunque è venuto ha arricchito le conoscenze e migliorato le impostazioni. La produzione andava bene ed ottenemmo commesse da Faenza da parte di un’azienda impegnata nel settore floreale, dall’Aci di Napoli per la produzione di posacenere con lo stemma del Comune di Napoli; da parte della Croce Rossa Tedesca ma anche da parte di Comuni e associazioni”.

Le donne hanno avuto un ruolo determinante in questo percorso.

“Sì, ma non per molto. La maggior parte dei soci delle cooperative erano donne, ma in quegli anni non era facile parlare di imprenditoria femminile. In pochi anni l’esperienza delle donne naufragò, e nel tempo questa è diventata una piccola cooperativa con tre soci: oltre a me, Marta Buonamico e Alessandro Marchitiello”.

Cosa è diventato quel laboratorio oggi? 

“Oggi il laboratorio ha una collaborazione con Capodimonte, ed è inserita nei progetti di alternanza scuola- lavoro, quindi ospita allievi per insegnare loro la tecnica della lavorazione della porcellana”.

In Irpinia i comuni di Calitri e Ariano Irpino vantano una tradizione antica della lavorazione della ceramica. Secondo lei è possibile una contaminazione fra Capodimonte e la provincia di Avellino forte abbastanza da imporsi sui mercati?

“La cooperativa è impegnata proprio su questo fronte: gli alunni della scuola di Napoli sperimentano il tentativo di una contaminazione fra la porcellana di Capodimonte e la tradizione storica della lavorazione della terracotta o delle maioliche presenti soprattutto fra Calitri e Ariano Irpino. Grazie ai laboratori estivi ho colto un maggiore interesse dei ragazzi alla tradizione di Capodimonte storicizzata e la ricerca applicata all’innovazione della tradizione. Lo scambio delle esperienze artistiche è sempre produttivo ed ha la forza di rilanciare un territorio, se canalizzata e amministrata”.

Un esempio di ceramica artistica

La produzione di oggettistica in porcellana è legata ad un disciplinare molto rigido, che prevede dei requisiti.

“Le ceramiche di affermata tradizione sono certificate dalla presenza storica, dalle linee, dalle forme, dalle tecniche di lavorazione ed altri aspetti, che consentono di continuare a produrre solo in quel luogo”.

C’è bisogno di una strategia politica?

“La latitanza delle istituzioni e della politica in generale stavano consentendo la cancellazionr dell’Istituto Caselli di Capodimonte con la sua storia secolare. Anche grazie al mio impegno è stato ricollocato e ora è un ‘Istituto ad indirizzo raro’, unico in Italia e il terzo in Europa per la lavorazione della porcellana, dopo gli altri due in Francia e in Germania, riconosciuti come aziende di Stato, mentre da noi Il Caselli è una scuola”.

Dunque, cosa propone?

“Non un progetto di valorizzazione, io mi occuperei della salvaguardia ambientale del sito, quello del polo culturale collegato all’Abbazia del Goleto, nel quale l’artigianato può giocare in ruolo decisivo. È una questione che porto avanti dal ’79, e che ho sostenuto anche quando nel post terremoto la Dc voleva l’industria a tutti i costi”.

Oggi come può essere rilanciata questa scommessa?

“Serve una politica che deve essere perseguita dalle istituzioni, a partire dai Comuni e fino ai livelli più alti. In questo contesto si inserisce l’artigianato l’artistico, prodotto di nicchia che offre un valore aggiunto alla realtà di un sito straordinario, dalle potenzialità non del tutto esplorate”.

Produzioni originali artistiche in porcellana

L’artigianato artistico oggi può rappresentare un’occasione di rilancio produttivo in Irpinia, può cioè sviluppare economia?

“La ceramica è il settore più trascurato di tutti e da tutti i livelli, perchè non suscita interesse. La plastica ha ridotto l’utilizzo dei prodotti di ceramica a tavola, e nonostante io sia fermamente convinto che rappresenti un pilastro dell’economia, non trova il giusto riconoscimento”.

Lei non ha un marchio, nè ha lanciato la cooperativa sui mercati esteri. Perchè?

“Il marchio servirebbe a connotare l’azienda non il prodotto: tutelare l’oggetto è molto difficile, anche se gli elementi della lavorazione e la storicità sono tratti distintivi molto chiari. I finanziamenti che vengono assegnati all’artigianato riguardano solo le ditte individuali, e raramente le società: la cooperativa per rientrare in questa logica dovrebbe essere composta dal 51 per cento di artigiani riconosciuti”.

Un esempio della produzione altirpino di artigianato artistico

Come pensa possa decollare il laboratorio sul piano economico?

“Intanto è necessario lo spazio: ci vuole un laboratorio di almeno mille metri quadrati e un investimento non inferiore agli 800 mila euro. Questo ci consentirebbe di avviare una divulgazione della conoscenza di quest’arte, che è in via di estinzione, esperienze dimostrative nelle scuole e nelle manifestazioni culturali, e aprire una campagna di recupero del bello e delle sane abitudini a tavola”.

E poi?

“Va incrementata la domanda di artigianato artistico. Le opere pubbliche, ad esempio, costituiscono un volano potenziale importantissimo. Anzichè basare tutto solo sul cemento armato, si potrebbe valorizzare le costruzioni con elementi artistici funzionali ad essere duraturi nel tempo”.

Con la proposta lancia anche un allarme, dunque?

“Se non si interviene non ci sarà più l’artigianato artistico in Irpinia. Occorre ricordarsi che il turista pretende tutto: l’accoglienza, la qualità, servizi e la possibilità di comprare oggetti di pregio e valore. L’artigianato artistico è un volano”.

Ceramiche, porcellana e terracotta caratterizzano la domanda del turista in Campania

La presenza delle scuole è determinante per mantenere viva la tradizione e incentivarne l’innovazione. Il collegamento qui è solo Capodimonte?

“Calitri non ha l’indirizzo di ceramica al Maffucci, dove oggi si punta sul legno. Trattandosi di una realtà storicizzata può avere un rilancio economico e artistico, ma bisognerebbe costruire un percorso come quello del Caselli di Napoli e richiamare la presenza degli artisti sul territorio, che con la loro esperienza potrebbero valorizzare il prodotto. La contaminazione con Matera dovrebbe agevolare questo percorso”.

L’ECCELLENZA DELL’ISTITUTO CASELLI DI CAPIDIMONTE A NAPOLI | Il sito

IL COMPLESSO MONUMENTALE | IL SITO DELLA ABBAZIA DEL GOLETO

Lo splendido complesso monumentale dell’Abbazia del Goleto a Sant’Angelo dei Lombardi

 

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