Lioni- Grottaminarda, corteo fiume per chiedere “Sviluppo, lavoro e dignità”

LA DIRETTA TELEVISIVA NAZIONALE: «IL PRIMO CASO DI UNA PROVINCIA COSTRETTA A SFILARE PER FAR RIPARTIRE I LAVORI DI UN CANTIERE PUBBLICO APPALTATO, FINANZIATO E IN PIENA REGOLA». IN TV LE VERTENZE IIA E NOVOLEGNO. LA RABBIA DI UNA COMUNITÀ. Il corteo fiume di questa mattina a Grottaminarda nei pressi del casello autostradale, che ha visto la partecipazione di migliaia di cittadini e istituzioni arrivati da tutta la provincia per chiedere il ripristino del cantiere dell'asse viario che dovrà collegare il Tirreno all'Adriatico

Il blocco della costruzione della SSV Lioni-Grottaminarda è diventato il simbolo della voglia di riscatto delle Aree Interne e di un Mezzogiorno che è stanco di chiedere spazio in un’Italia oggi bloccata, prigionia di un’agenda lontana dai problemi reali della gente, delle famiglie e delle imprese.

Questo il messaggio che arriva dal cuore della provincia di Avellino, dove si è costretti a sfilare per ottenere la continuità di un cantiere pubblico giunto quasi alla fine dei lavori.

A Grottaminarda istituzioni locali, sindaci in fascia tricolore, rappresentanti delle parti sociali hanno sfilato per contestare al Governo presieduto da Giuseppe Conte nel merito le scelte in materia di infrastrutture e Mezzogiorno.

Un fiume in piena ha attraversato il piazzale antistante il casello autostradale di Grottaminarda. Migliaia i manifestanti hanno chiesto a gran voce il ripristino del cantiere della Lioni- Grottaminarda, congelato a seguito della decisione del Governo centrale di chiudere l’Unità di Missione dell’opera guidata dal commissario ad acta Filippo D’Ambrosio.

Gente comune mescolata a sindaci muniti di fascia tricolore e gonfalone, operai, imprenditori, sindacati, Confindustria e decine di rappresentanze di associazioni stanno marciando in segno di protesta per chiedere al Ministero delle Infrastrutture e ai vertici di Governo di ripristinare la struttura commissariale e consentire il completamento dei lavori di un’opera strategica, che risulta all’80 per cento dello stato di avanzamento.

Una rappresentanza delle maestranze impiegate nella costruzione dell’opera guidano il corteo muniti di bandiere
IL segretario generale della Cisl Mario Melchionna lancia un appello al Governo dai microfoni di Rai Tre
Il sindaco di Teora Stefano Farina e la consigliera di Caposele Gelsomina Monteverde

L’intera provincia di Avellino si è compattata intorno alle maestranze, agli imprenditori e ai sindaci del territorio, per testimoniare l’urgenza dell’intervento da parte del Governo per consentire il completamento dell’opera. Le rappresentanze sindacali, unitamente ai sindaci, si stanno adoperando in queste ore per impedire la sospensione di un’opera considerata strategica per il territorio e per il suo sviluppo, ma anche per salvaguardare i livelli occupazionali e le imprese sub appaltatrici.

Nei giorni precedenti, infatti, sindaci, Confindustria e confederati hanno inoltrato un documento all’esecutivo di Governo per chiedere una risoluzione ad horas della vertenza, che in due mesi ha fortemente danneggiato il territorio e ridotto sul lastrico le imprese sub appaltatrici, con un effetto domino su tutta l’economia locale.

CENTO VERTENZE IRPINE RICORDATE AL GOVERNO E ALLA DEPUTAZIONE. La manifestazione irpina di Grottaminarda è stata seguita in diretta televisiva nel Paese. Vista dall’esterno intanto, e dai salotti di confronto politico dei talk show televisivi nazionali, la vertenza della Lioni- Grottaminarda si inquadra nella cornice più generale dell’abbandono del Mezzogiorno a causa della mancanza del lavoro. L’esponente di Potere al Popolo Giorgio Cremaschi intervenuto sulla questione ai microfoni de “L’aria che tira” su La7, ha evidenziato infatti come non sia più corretto parlare di deindustrializzazione, ma di spopolamento per aree interne, come quelle della Campania interna.

La soluzione da lui indicata infatti, è un Piano per il lavoro in grado di arginare la catastrofe sociale in arrivo e di cui non si ha idea della profondità. “Non sono più sufficienti gli ammortizzatori sociali” ha denunciato all’esponente Pentastellato presente in studio. “Si preveda un piano idustriale di investimenti pubblici o non si può spingere sul reddito di cittadinanza”. La riflessione condivisa negli studi della trasmissione condotta da Myrta Merlino. Siamo, alla luce delle testimonianze riportare da Davide, operaio 41enne della Novolegno, e di Silvia Curcio, Rsa della Industria Italiana Autobus, è l’arretramento del Mezzogiorno d’Italia, legato alla mancanza di investimenti pubblici.

La vertenza Novolegno spiegata da Davide, è la denuncia dell’abbandono del Gruppo Fantoni degli stabilimenti di Pianodardine, che ha deciso di traferire gli investimenti ad Udine. “Ma Novolegno, come Fiat, hanno beneficiato dei fondi statali e ora ci abbandonano”.

Duro l’attacco sferzato da Silvia Curcio, rsa Cgil di Industria Italiana Autobus, che ha sottolineato la grave lacuna della politica condotta da ben “sei Governi e sette ministri, che non ha saputo difendere il principio che gli autobus si devono produrre in Italia: hanno permesso a Fiat di delocalizzare, causando un grave impoverimento del territorio”.

Infine la soluzione prospettata dagli economisti: attrarre investimenti significa dare certezza politica e continuità delle regole. Questa è la via maestra per uscire dalla crisi e far ripartire l’economia.


 


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