IIA, la Fiom chiede la riapertura dello stabilimento. De Palma a Grottaminarda: “Tutti i lavoratori devono rientrare a lavoro”

Tappa ufitana per il Segretario nazionale della FIOM. Il sindacato chiede centomila euro per la messa in sicurezza e il reintegro dei dipendenti nell'azienda di Flumeri. Diversi i punti chiave che saranno posti all'attenzione del Mise il prossimo 27 febbraio.

Il segretario nazionale FIOM presso la sede di Grottaminarda della Cgil. Michele De Palma ha da poco lasciato i lavoratori dell’Industria Italiana Autobus dello stabilimento di Flumeri.

Assunti precisi quelli del riferimento nazionale della Federazione. I lavoratori tutti, devono rientrare a lavoro per produrre autobus. Questo l’obiettivo che sarà espresso il 27 febbraio al Mise. Con De Palma, si sono espressi sulla vicenda il segretario Fiom Avellino Giuseppe Morsa e il segretario della CGIL Franco Fiordellisi.

L’abbraccio tra il segretario della Fiom De Palma e della Cgil Avellino Fiordellisi

“C’è la ricapitalizzazione ma manca il terzo socio. Ferrovie non c’è. Martedì a Roma andremo per porre sul tavolo delle questioni molto precise – afferma De Palma – vogliamo conoscere il piano aziendale (se c’è) e capirne l’entità. Poi ancora l’assetto manageriale e le persone della società cui possiamo fare riferimento. Ma soprattutto chiederemo un rappresentante dei lavoratori nel Consiglio di Amministrazione”.

Prosegue De Palma, “vogliamo procedere come fatto per Alcoa perché è all’interno del CDA che si prendono le decisioni e si ricevono informazioni. Ancora chiederemo subito 100mila euro per mettere in sicurezza una parte dello stabilimento in modo da garantire subito ai lavoratori, tutti, di riprendere a lavorare”.

Una cosa (tra le altre) è chiarissima: la delocalizzazione in Turchia non sta bene ai dipendenti dell’Industria che di “italiano” ha poco più del nome. Il segretario De Palma ha chiarito anche delle questioni oggetto di polemiche nei mesi scorsi. “Del Rosso non ce lo sciamo scelti ma ce l’hanno mandato e in quel momento se non avessimo accettato, l’alternativa era il licenziamento. Tra l’altro il suo nome compare ancora nel libro matricola aziendale quindi non direi che è uscito del tutto. Bene inteso non ho nulla contro la sua persona, semplicemente c’era un piano industriale e non è stato rispettato”.

Appello inoltre alle istituzioni locali. “Tanto alla Regione Campania quanto ai sindaci” affinché facciano parte della battaglia. “Perché in gioco c’è il lavoro di centinaia di famiglie e poi ci stiamo adoperando anche per l’occupazione futura. Ed è chiaro che qui dobbiamo produrre autobus. Punto. E’ anche importante distribuire il lavoro per tutte le unità e puntare a far arrivare le commesse”.

Situazione sicuramente delicata “sulla quale devo dare atto del fatto che a livello governativo quantomeno si sta cercando di tenere alta l’attenzione”. Perché è anche importante non perdere la riconoscibilità e la reputazione. “Per brindare però – chiude De Palma – voglio fatti concreti e poi inviteremo nello stabilimento, in produzione, il vicepremier Di Maio”.


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