Agricoltura, c’è il regolamento per i Distretti. Petracca: opportunità per l’Irpinia

Il Presidente della Commissione regionale Agricoltura illustra le possibilità offerte dalla nuova normativa in termini di aggregazione di soggetti pubblici e privati per la promozione delle eccellenze agricole. «il Regolamento affida la proposta di individuazione di un distretto ad un Comitato promotore la cui componente privata dovrà essere maggioritaria rispetto alla componente pubblica», si spiega nel comunicato.

Maurizio Petracca, consigliere regionale del Partito Democratico

Approvato il regolamento per i Distretti Rurali in attuazione della legge regionale n. 20 dell’8 agosto 2014. «Trova applicazione il riconoscimento e la costituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità», osserva il presidente della Commissione Agricoltura della Regione Campania, Maurizio Petracca. «Si va a dare operatività ad uno strumento che si rivelerà molto utile e di grande impatto per quei territori campani naturalmente vocati alla ruralità, in particolare le aree interne e quindi l’Irpinia», prosegue Petracca. «Con questo Regolamento si mettono a disposizione dei sistemi locali strumenti di grande efficacia soprattutto in termini di strategie di sviluppo, di competitività del sistema produttivo, di opportunità per l’agricoltura di qualità ed in genere per l’agroalimentare che trova espressioni di grande rilievo in particolare in alcuni ambiti territoriali irpini», si legge nella nota. «La nascita dei distretti, a cui ora bisogna lavorare con slancio, incrocia la definizione della nuova programmazione 2021-2027 dei Fondi Strutturali per lo sviluppo rurale, che vede la Regione Campania già impegnata per determinare condizioni di contesto maggiormente aderenti al comparto agricolo regionalme complessivamente inteso».

L’ingresso alla sede della Regione Campania, a Napoli

IL PROFILO DEI DISTRETTI. Il regolamento individua e distingue i distretti rurali (DIR) intesi come “sistemi produttivi locali caratterizzati da un’identità storica e territoriale omogenea che deriva dall’integrazione fra attività agricole e altre attività locali nonché dalla produzione di beni o servizi di particolare specificità e coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali” ed i distretti agroalimentari di qualità (DAQ) sono, invece, “sistemi produttivi locali caratterizzati da una significativa presenza economica e da una interrelazione e interdipendenza produttiva delle imprese agricole e agroalimentari nonché da una o più produzioni certificate e tutelate ai sensi della vigente normativa comunitaria o nazionale oppure da produzioni tradizionali o tipiche”. In particolare, «il Regolamento affida la proposta di individuazione di un distretto ad un Comitato promotore la cui componente privata dovrà essere maggioritaria rispetto alla componente pubblica», si spiega nel comunicato. «Il Regolamento individua gli suoi organi (assemblea dei soci, consiglio direttivo, presidente, tavolo di consultazione ed organo di controllo) e gli elementi minimi da prevedere nel regolamento di funzionamento del distretto, oltre a disciplinare il rapporto fra distretti e amministrazione regionale». Il Presidente Petracca sottolinea quanto sia importante «che gli ambiti sappiano dialogare al loro interno, mettendo insieme parte pubblica e privata, sistema delle imprese e riferimenti istituzionali. Sono certo che in Irpinia nasceranno esperienze importanti da questo punto di vista, modelli da esportare anche altrove. Ancora una volta viene ribadita l’importanza vitale della concertazione, della coesione e della sinergia per intercettare opportunità di finanziamento e strumenti di crescita».


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