IIA, l’indotto ex Irisbus chiede un piano industriale per Flumeri

Alla luce degli annunci diffusi in seno all'assemblea convocata sulla Industria Italiana Autobus del 29 gennaio, il rappresentante dell'indotto della ex Irisbus Carmine Loffredo esprime una serie di criticità e pone una rosa di interrogativi su cui attende immediata risposta da parte di istituzioni e sindacati: "Chi è il nuovo socio che dovrà investire i nove milioni previsti dall'accordo?"

Carmine Loffredo, rappresentante dell’indotto della ex Irisbus interviene dopo l’annuncio del Governo sulla ricapitalizzazione di Industria Italiana Autobus, per esprimere le criticità della strategia annunciata e le perplessità che nutre oggi l’indotto. “L’accordo di programma e l’assemblea del 29 gennaio scorso palesano soltanto le intenzioni, ma manca un piano industriale e quindi, un minimo di calendarizzazione dell’avvio effettivo della produzione in Italia con la conseguente rioccupazione delle maestranze” scrive Carmine Loffredo in una nota.

Il tavolo per la proroga della cassa integrazione straordinaria di Industria Italiana Autobus a Flumeri dell’11 gennaio scorso

“Regione Campania e Mise/Invitalia hanno stipulato un accordo ad un intervento per un rilancio dell’economia in Campania – ma detta intesa contrattuale non comporta elementi nuovi, in quanto il rilancio territoriale con la riattivazione della ex Irisbus è stato auspicato nel tempo da tutti, e si è sempre affermato che non bisogna disperdere un patrimonio (di circa 50 anni) di esperienze dello stabilimento” continua.

Un momento della riunione al Ministero dello Sviluppo Economico dedicata al futuro della Industria Italiana Autobus

In particolare, Loffredo sottolinea che nell’Accordo di Programma non si specifica a che titolo Invitalia si impegna ad investire 18 milioni circa (a fronte di due milioni già erogati), e si dà per scontato che si tratti di un “prestito agevolato”, anche tenuto conto della ripartizione delle quote prospettata dopo l’ingresso del nuovo socio. “Si è data notizia dell’avvenuta  ricapitalizzazione di I.I.A. di 30 milioni di euro (capitale di rischio), “già” sottoscritta per circa 21 milioni dagli attuali tre soci, rispettivamente: Invitalia per 9 milioni, Karsan per 6 milioni, Leonardo per 6 milioni; e che i restanti 9 milioni saranno apportati entro 6 mesi dal un nuovo socio. Mica sarà Zorro?” ironizza Loffredo.

Il rappresentante dell’indotto, nell’evidenziare le criticità della manovra annunciata, si chiede quali possano essere le prospettive nel caso in cui non fosse confermato l’ingresso del nuovo socio. “Se non dovesse entrare il nuovo socio la ricapitalizzazione sarà di 21milioni? Ma sarebbe insufficiente e andrebbe ad inficiare quanto concordato. Oppure si ritornerebbe al punto di partenza, come al gioco dell’oca?”

Sui 18 milioni che saranno resi disponibili da Invitalia, bisogna considerare che saranno erogati soltanto a condizione che venga redatto un nuovo piano industriale dall’attuale compagine societaria I.I.A). “Saremmo alla terza proposta di piano industriale: e qualora non dovesse essere condiviso e approvato?” chiede. “Sembra che i contraenti abbiano la palla di cristallo da cui possono vedere che quanto prospettato si tramuterà effettivamente in una situazione reale oppure è da dedurre che si stia solo prendendo tempo. Ancora una volta ci si chiede a vantaggio di chi”.

Il Vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio

A suo dire, le elezioni europee di maggio inficiano in maniera determinante sulle dinamiche dello stabilimento. “Sicuramente, i sei mesi ipotizzati permetterebbero di scavalcare le prossime elezioni Europee senza la grana ricorrente IIA. Ma, questa soluzione comporta solo benefici per Il Movimento 5 Stelle che attualmente presiede il MISE. Il territorio invece, è sottoposto al rischio che se i promotori di tale programma dovessero perdere le elezioni e dovesse cadere il Governo Giallo Verde, il settimo Governo a cui si affiderà la vertenza dovrà comprendere, interpretare ed impiegare tempo per riorganizzare il tutto: nel frattempo beneficeranno gli attuali costruttori, ovvero Karsan e concorrenti”.

Altro interrogativo posto riguarda la tempistica annunciata: “Perchè occorrono sei mesi per individuare e/o ufficializzare il nuovo partner? Non è anomalo il fatto che prima si sottoscrivano accordi, si stabiliscono i relativi apporti economici per la ricapitalizzazione della I.I.A -conseguentemente le percentuali di quote societarie- e poi si debba procedere per l’ingresso del nuovo socio? Sorge in me e tanti altri la domanda: il partner è già a conoscenza e condivide gli accordi? E se ciò non fosse sicuramente vorrà dire la sua- a partire dal  Piano industriale-; e tutto questo richiederà altro tempo?”

IIA – L’incontro in corso a Roma presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Al centro del tavolo l’ad di IIA, Antonio Bene

La vera domanda che tiene impegnati tutti i portatori di interesse è: “Perchè le istituzioni decidono di finanziare un progetto che non c’è? Si costituisce sulla carta una compagine societaria, contando su di un partner “fantasma da individuare entro 6 mesi, rifilandogli 9 milioni di ricapitalizzazione, a priori?”.

“A me personalmente non resta che sperare nel prossimo piano industriale, che non illustri solo un sogno, come avvenuto nei precedenti, e che non mostri  numeri senza spiegare coerentemente in che modo possano essere raggiunti” aggiunge.

I nuovi bus entrati dagli stabilimenti di Flumeri mercoledì 9 gennaio

“Ritengo, infatti, ancora possibile la realizzazione del polo industriale  italiano, che si prevede a maggioranza statale,  soprattutto con la partecipazione di imprenditori industriali italiani (anche con poche quote  azionarie) capaci di apportare al progetto quel valore aggiunto manageriale, volto ad ottimizzare la qualità e competitività dei bus  da produrre. Ritengo, anche, che in merito ci si possa  attivare  subito e  prima delle prossime elezioni europee. L’ingresso di manager privati eviterebbe che ai posti di comando ci siano solo manager pubblici, premiati dalla politica” e conclude.

“Ritengo che bisogna respingere ancora una volta l’ipotesi che un super uomo, dotato di poteri “celestiali”, possa programmare quello che è stato già annunciato dieci anni fa, perchè dopo tutto questo tempo la produzione di bus in Italia è ancora al palo”.

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