Corsa al regalo record in Italia. Avellino, crolla il fatturato del commercio: -20%

Il commercio in città ha registrato una flessione. Si confida nei saldi. Intanto Confesercenti a gennaio 2019 sigla accordo per ottenere il riconoscimento di Centro Commerciale Naturale

In controtendenza con i dati nazionali che rilevano un aumento degli acquisti in negozio, Avellino registra un calo. Una flessione che viene stimata nella misura del 20%. Un dato che ben conosce Confesercenti Avellino, da tempo in prima linea per le strategie di rilancio del commercio in centro città. Da ultimo il “cinema omaggio” fino ad esaurimento scorte concessi in collaborazione con il Cine Teatro Partenio. Ma pure questa non pare essere servita a molto.

“I consumi per i regali di Natale si stanno intensificando in queste ore – dichiara il presidente di Confesercenti Avellino, Giuseppe Marinelli – in generale il periodo pre natalizio non è andato bene. Registriamo un calo. Paghiamo le ripercussioni di alcune decisioni amministrative assunte negli ultimi tempi ma anche nel passato. Tuttavia non è solo questo il motivo”.

Commercio natalizio al Corso Vittorio Emanuele di Avellino (repertorio)

A livello nazionale, il sondaggio condotto per conto di Confesercenti dall’Istituto di ricerche SWG, rende conto di un aumento di presenze presso i negozi di vicinato pari al 2mln di persone in più rispetto al 2017. Stazionario il flusso degli acquisti on line. Aumentano quindi gli italiani che scelgono tra le vetrine reali il regalo da mettere sotto l’albero. Non succede ad Avellino, che non solo non ha confermato i flussi degli anni precedenti (pure toccati dalla crisi generale) ma addirittura è andato in negativo.

“Aspettiamo i saldi che partiranno il 5 gennaio 2019 – prosegue Marinelli – Inoltre la fine dell’ordinanza stabilita per il 31 dicembre dovrebbe già darci un pò di sollievo. Tuttavia siamo consapevoli del fatto che il problema non necessariamente è legato al rompicapo del traffico cittadino. Intanto dai Comuni della provincia non ci si reca in città per fare shopping ma vengono preferite altre destinazioni. I residenti stessi poi, in alcuni casi, si spostano e si recano a Napoli o nei centri commerciali di Benevento o Salerno. Tutto questo rappresenta un fatto negativo perchè nel capoluogo di provincia il commercio è il polmone della città. Se cala sempre di più, il sistema città ne risente”

Non sono presenti grossi centri commerciali “e meno male”, commenta Confesercenti. In barba a tutte le strategie messe in campo, l’Associazione imprenditoriale di Viale Italia non si dà per vinta e aguzza l’ingegno. Per cercare di sollevare il pil degli esercizi commerciali del centro città, a gennaio sarà siglato Consorzio “per avere il riconoscimento di Centro Commerciale Naturale. Così potremmo accedere a finanziamenti europei – prosegue il capo di Confesercenti – e avviare iniziative di ogni genere che servono per attirare persone in centro”.

Piazza Libertá ad Avellino

Una trovata cui ricorrono molti centri cittadini. Si tratta di gallerie e strade commerciali a cielo aperto. Realtà dove i commercianti si uniscono per valorizzare il territorio, offrire servizi migliori ed abbattere i costi mettendo comunque in primo piano la qualità e la correttezza verso il cliente. Ce ne sono moltissimi in Toscana. Ma anche a Milano, Genova, Pordenone, Trieste e Gorizia.

In tutto ciò Bruxelles ricopre un ruolo importante. Come pure Confesercenti. Diventano fondamentali i contatti costanti con le altre associazioni europee legate al settore come pure le pressioni informative sugli uffici della Commissione europea. A quanto pare l’Unione rispetto ai centri commerciali naturali tiene conto del fatto che la bottega non è più quella di un tempo. Si deve interessare anche di ambiente, trasporti, infrastrutture informatiche ed energia. Non può prescindere dal suggerire norme che prevengano più che risolvano i problemi. Facendo strategia dei consumi.

La città si candida ad interagire con enti locali e operatori economici, sociali e culturali. L’Europa premia questa sinergia e un concetto rinnovato di spesa che non si slega dalla tutela e dal rilancio del tessuto urbano. In chiave sostenibile, ovviamente.

Una sfida per il commercio ma anche per l’ambiente e il modus operandi del capoluogo di provincia.

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