Bandiere dell'Ue davanti al Berlaymont building, quartier generale della Commissione Europea a Bruxelles

Fondi Ue a rischio nella prossima agenda 2021-27. La procedura di infrazione per eccesso di deficit pendente sull’Italia mette a rischio i fondi strutturali, fondamentali soprattutto per un Mezzogiorno nel quale il Governo nazionale non investe più da vent’anni, salvo rare eccezioni.

A Pietrarsa, luogo simbolo per un’Italia che a Portici ha visto cominciare la storia delle ferrovie italiane il 3 ottobre 1839, quando nel Regno delle Due Sicilie veniva inaugurata la prima strada ferrata d’Italia.

“POST2020. Le novità del nuovo ciclo 2021-2027”, è il titolo dell’iniziativa che la Fondazione Ifel Campania ha organizzato per oggi, 6 dicembre, a partire dalle ore 10, presso il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa a Napoli.

Sarà un’intera giornata di riflessione nel corso della quale, grazie al contributo di esperti, addetti ai lavori, esponenti del mondo imprenditoriale, istituzionale e stakeholder, sarà possibile approfondire le tematiche legate ai risultati della politica di coesione e alle sfide della nuova programmazione.

La riflessione su quello che si sta facendo, in relazione alle potenzialità ancora inespresse della leva finanziaria strutturale europea, si fonda sulla preoccupazione di ciò che l’Unione Europea sta decidendo.

La locandina del Forum di Pietrarsa Post2020

“Sono ore decisive per le sorti della nuova programmazione dei fondi strutturali, da cui dipendono gli investimenti nel Mezzogiorno nei prossimi anni”, si legge nella nota regionale introduttiva. “A Bruxelles, infatti, si discute l’impostazione del ciclo 2021-2027, che prenderà concretamente forma a partire dai primi mesi del 2019”. A Pietrarsa, ai lavori nelle sessioni pomeridiane è prevista la presenza di alti funzionari della Commissione e Parlamentari europei. Le conclusioni sono affidate al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

Da questo confronto scaturirà una piattaforma programmatica su cui riprendere il filo di una questione meridionale, mentre le regioni del Centronord sono sempre piu incamminate verso la strada della autonomia dall’Italia e dal Meridionale, sempre più solo nel Paese ad affrontare i propri storici problemi.


IL PROGRAMMA

La bandiera dell’Unione Europea

L’impatto delle politiche di coesione sullo sviluppo delle regioni italiane

Sergio Pietro Destefanis – economista Università di Salerno
Semplificazione, decentramento e sviluppo territoriale: i pilastri per la nuova programmazione dei fondi strutturali
Giorgio Centurelli – esperto politiche di coesione e rafforzamento amministrativo
Mario Caputo – esperto politiche di coesione
Francesco Monaco – Dipartimento politiche di Coesione e investimenti territoriali Anci-Ifel

Tavola rotonda – Trent’anni di politiche Ue per le aree depresse: limiti, risultati e sfide ancora aperte

Pierciro Galeone – Fondazione IFEL
Carlo Borgomeo – Fondazione con il Sud
Davide D’Arcangelo – Prometeofondi
Luca Bianchi – SVIMEZ
Francesco Toso – CRESME
Massimo Sabatini – Direzione Politiche Regionali e della coesione territoriale Confindustria Rossella Paliotto – Fondazione Banco di Napoli
Antonio Mancini – Cassa Depositi e Prestiti CDP

Tavola rotonda – Post 2020: la politica di coesione per costruire la nuova EuropaGiuseppe Chiellino – Il Sole 24 Ore

Nicolas Gibert-Morin – Unità Italia-Malta della DG-Regio Commissione Europea
Michele D’Ercole – Agenzia per la coesione territoriale
Sabina De Luca – Forum Disuguaglianze Diversità
Nicola De Michelis – Consigliere principale alla DG-Regio Commissione Europea
Andrea Ciaffi – Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome – CINSEDO
Micaela Fanelli* – Commissione Econ Comitato delle Regioni – Coordinatrice PES
Lambert van Nistelrooij* – Commissione per lo sviluppo regionale Parlamento Europeo Gruppo PPE
Raffaele Fitto – Commissione per lo sviluppo regionale Parlamento Europeo Gruppo ECR
Andrea Cozzolino – Commissione per lo sviluppo regionale Parlamento Europeo Gruppo S&D (in videoconferenza)

Conclusioni

Vincenzo De Luca – Presidente Regione Campania

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, al meeting dei Giovani di Confindustria di Capri (2015)

PIETRARSA. In questo luogo è nata la storia delle ferrovie italiane. Il 3 ottobre 1839 nel Regno delle Due Sicilie veniva inaugurata la prima strada ferrata d’Italia. Era lunga 7.411 metri e congiungeva Napoli a Portici, sulla stessa direttrice della linea Napoli-Salerno, che oggi costeggia l’area del Museo. Il tragitto fu percorso in 11 minuti da due convogli progettati dall’ingegnere Armand Bayard de la Vingtrie, su prototipo dell’inglese George Stephenson. L’anno dopo veniva emanato il Decreto Reale per l’acquisto di una prima parte del terreno su cui sarebbe sorto il complesso di Pietrarsa, in una località in cui in epoca napoleonica era di stanza una batteria da costa, a difesa della rada di Napoli. L’obiettivo di Ferdinando II era ambizioso: affrancare il suo regno dalla supremazia tecnologica di Inghilterra e Francia. Nel 1842 veniva costruito il primo edificio del complesso. L’anno successivo un rescritto reale destinava l’officina, inizialmente vocata alla produzione di materiale meccanico e pirotecnico per le necessità della marina e della guerra, alla costruzione e alla riparazione di locomotive e vagoni ferroviari.

 

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