Comune di Avellino: depositata la relazione dei revisori. Nessuna indicazione sulle misure da adottare

L'organo di controllo si è attenuto strettamente ai propri compiti. Il documento presentato non scioglie il nodo del dissesto, ma approfondisce le cause del disavanzo. Sarà il commissario Priolo, di concerto con gli uffici, a definire una strategia di risanamento dei conti e ad approvare gli equilibri di bilancio.

Piazza del Popolo e l'ingresso al Palazzo degli Uffici

I revisori dei conti del Comune di Avellino hanno depositato, in serata, l’attesa relazione sulle condizioni finanziarie dell’ente, ma il documento non scioglie il nodo della strategia di risanamento da adottare, né entra nel merito dell’ipotesi dissesto.

L’intervento era stato irritualmente sollecitato dalla giunta e dal consiglio uscenti, dopo l’approvazione, da parte dell’esecutivo Ciampi, della delibera con la quale si proponeva la strada della dichiarazione di insolubilità dell’amministrazione cittadina, senza il parere favorevole del Ragioniere capo.

Una relazione che nelle aspettative della politica avrebbe dovuto essere un riferimento per le misure da adottare, facendo pendere la bilancia da una parte o dall’altra, in favore cioè di un piano di riequilibrio o del dissesto, nonostante l’organo di controllo non avesse il compito di fornire una validazione tecnica ai provvedimenti da assumere, né tanto meno di ratificare un indirizzo politico.

Non è un caso, che uno dei componenti il collegio avesse inizilamente respinto la richiesta dell’amministrazione, considerandola inappropriata ed irricevibile. Alla fine, i revisori hanno deciso di effettuare un approfondimento, esclusivamente sulle cause dell’accertato disavanzo, risultante dal Consuntivo 2017, predisposto dal commissario ad acta pro tempore, Mario Tommasino. Un lavoro che l’organo di controllo avrebbe dovuto svolgere in caso di approvazione in consiglio comunale del dissesto, per appurare eventuali responsabilità contabili, da sottoporre alla Corte dei conti.

Si chiude, dunque, per il momento, una procedura nata e portata avanti su una serie di forzature, che ha creato polemiche ed equivoci, senza però mai entrare nel merito dell’analisi lucida ed oggettiva dei conti del Comune.

Spetterà adesso al commissario Giuseppe Priolo, coadiuvato dal subcommissario Tommasino e dal viceprefetto vicario, Silvana D’Agostino, effettuare le valutazioni del caso, per la definizione di una strategia di gestione del disavanzo, di concerto con gli uffici finanziari.

L’unica certezza che rimane di questa vicenda, infatti, è che in cinque mesi di amministrazione non è stata ufficialmente approvata una misura di intervento, pur avendo il dirigente alle Finanze, Gianluigi Marotta, espresso parere favorevole alla redazione di un piano di rientro in quindici anni.

L’ipotesi dissesto, consumatasi tutta all’interno della giunta Ciampi, in sintonia con la linea dei vertici Cinque Stelle, non ha trovato alcun avvaloramento tecnico contabile. La situazione economica del Comune è sicuramente critica, come la maggior parte degli enti locali italiani, ma non per questo necessariamente senza vie d’uscita.

Non è ovviamente compito di un commissario, benché titolare dei pieni poteri, togliere le castagne dal fuoco alla politica, soprattutto se questa appare poco propensa a risolvere laicamente e concretamente i problemi.

Lo staff commissariale, invece, adesso dovrà compiere gli atti necessari per arrivare all’approvazione degli equilibri di bilancio, dopo aver almeno rassicurato l’opinione pubblica sulla chiarezza degli accertamenti contabili finora effettuati, consapevole della delicatezza della fase attuale, contribuendo così a svelenire il clima di Piazza del Popolo.

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