Laceno d’Oro, oggi la presentazione. Premio alla carriera al regista russo Aleksey German Jr

Dedicata al cinema del reale in Italia», la rassegna d'arte cinematografica si svolgerà dal primo al 9 dicembre ad Avellino. Sabato la consegna del premio alla carriera. Al Circolo della Stampa la presentazione del programma. Lunedì la consegna del Premio alla carriera 'Pier Paolo Pasolini' al regista e attore francese Stéphane Brizé

Sarà presente questa mattina al Circolo della Stampa di Avellino alla presentazione della edizione 2018 del Laceno d’Oro Alexey German jr., il regista russo che riceverà sabato il premio alla carriera.

«Tra le più importanti manifestazioni dedicate al cinema del reale in Italia», il Laceno d’Oro si svolgerà dal primo al 9 dicembre. Proprio nella giornata inaugurale verrà proiettato al cinema Partenio l’ultimo film del cineasta russo, “Dovlatov”, opera presentata al 39esimo Festival di Berlino e al Torino Film Festival, prima della cerimonia di premiazione.

«È un grande del cinema internazionale», si legge sul sito del Laceno d’Oro: «Siamo onorati di consegnare ad Aleksey German Jr il Premio alla Carriera Laceno d’oro». «Il regista – considerato attualmente tra gli autori di punta della cinematografia russa – presenterà ad Avellino, in anteprima campana, il suo ultimo lavoro intitolato ‘Dovlatov’, una poetica biografia sull’omonimo celebre scrittore, premiata durante lo scorso Festival di Berlino con l’Orso d’Argento per il miglior contributo artistico», si legge ancora. Nato a Mosca 42 anni fa, Aleksey German Jr. ha vinto il Leone d’Argento – Premio speciale per la regia alla 65esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia con ‘Soldato di carta’.

La coprotagonista del film ‘I soldati di carta’ di Aleksey German jr

SOLDATO DI CARTA | Disponibile sulla piattaforma Raiplay

L’opera è ambientata nel 1961 in una zona isolata del Kazakistan, allora parte dell’Unione Sovietica, dove il Governo di Mosca attua i suoi esperimenti scientifici per mandare un suo astronauta nello spazio. A sei settimane dal lancio, Pokrovski, l’ufficiale medico incaricato di seguire le operazioni, continua a fare sogni di distruzione e di morte e sta inoltre attraversando una crisi esistenziale e coniugale con la moglie. Nelle angosce e nelle fobie esistenziali del protagonista l’autore riflette quelli di un popolo ormai lontano dai fumi della rivoluzione, ma non ancora approdato ad una nuova dimensione compiuta, impedita dalla costruzione implacabile di un muro di contenimento sulla linea geopolitica di Berlino.

Stéphane Brizé, regista, sceneggiatore e attore francese

PREMIO ‘PIER PAOLO PASOLINI’. Nel corso del Laceno d’Oro sarà consegnato anche un secondo premio alla carriera, intitolato alla memoria del poeta, dello scrittore, del regista, dell’intellettuale, dell’analista, del libero pensatore, Pier Paolo Pasolini a Stéphane Brizé, «uno dei massimi esponenti internazionali del cinema del reale», si legge sul sito. «Il suo ultimo lavoro, ‘In Guerra’, ha incantato pubblico e addetti ai lavori di tutta Europa, aggiudicandosi il riconoscimento di Film della Critica dal SNCCI e applausi a scena aperta all’ultimo Festival di Cannes». Con lui l’appuntamento è per lunedì 3 dicembre alle 20.30 nella Sala 2 del Cinema Movieplex di Mercogliano. «Come sempre, l’ingresso è libero».

UNA ISTITUZIONE CULTURALE CHE SI RINNOVA NEL TEMPO. Il Festival Internazionale del Cinema “Laceno d’oro” è tra le più storiche e importanti manifestazioni dedicate al cinema del reale in Italia. Nata più di mezzo secolo fa, si tiene tradizionalmente in Irpinia, dove è stata fondata nel lontano 1959.


Il logo del Laceno d’Oro

Nel 2019 il sessantesimo anniversario del Laceno d’Oro, rassegna diventata Festival internazionale

Il Laceno d’oro – dapprima Rassegna e poi Festival del Cinema neorealista – nasceva nel 1959 grazie alla fede nei propri sogni di due giovani intellettuali irpini, Camillo Marino e Giacomo d’Onofrio, e al nume tutelare di Pier Paolo Pasolini. Promosso dalla rivista “Cinemasud”, il premio cinematografico intitolato “Laceno d’Oro”, legava le sue sorti a una delle località più belle della provincia di Avellino. Il premio era nato, infatti, per valorizzare dal punto di vista turistico l’altopiano del Laceno e intendeva proporsi come un riconoscimento per le migliori opere cinematografiche ispirate al Neorealismo. Da quell’anno, sino al 1988, si susseguirono ventotto edizioni e solo nell’80 il terremoto riuscì a impedirne la realizzazione. Dopo gli inizi bagnolesi, il Laceno d’oro si trasferì ad Avellino e nell’immediato circondario, dove visse, nella seconda metà degli anni ’60 e nei primi anni ’70, il suo periodo più bello. Sarebbe difficile capire la contestazione studentesca in Irpinia senza tener conto di questa presenza significativa e feconda che fu per centinaia di giovani autentica fucina di crescita culturale, l’occasione per aprirsi all’universo dell’autonomia di pensiero e della emancipazione intellettuale. Imparando a conoscere il cinema di impegno civile e sociale, la produzione dei paesi dell’Est europeo, dell’Oriente indiano e vietnamita, dell’America Latina, del Terzo Mondo.

Franco Città ospite del Laceno d’Oro

Il “Laceno d’oro”, da allora, cominciò a identificarsi definitivamente come una “Rassegna” cinematografica caratterizzata da interessanti dibattiti alla fine di ogni proiezione. Della Giuria fecero parte nomi di spicco nel mondo giornalistico, cinematografico e letterario: Pier Paolo Pasolini (che, accettando l’invito di Marino e d’Onofrio, aveva dato un impulso decisivo alla nascita del Premio), Domenico Rea, Cesare Zavattini, Carlo Lizzani, Marcello Gatti, Lina Wertmuller, Giuliano Montaldo, Luigi Zampa, Tinto Brass e tanti cineasti e intellettuali di prestigio. Furono numerose le novità che, anno dopo anno, arricchirono il Premio: nel 1969 fu inaugurata una nuova sezione dedicata ai documentari, la “Rassegna del Passo Ridotto Laceno d’Oro”; in occasione della ventiquattresima edizione fu creato un “Minifestival per ragazzi”, patrocinato dalla Mostra del cinema di Venezia, le cui proiezioni erano destinate agli studenti delle varie scuole medie del capoluogo. E poi ancora mostre di pittura e il primo Festival del teatro d’avanguardia. A essere premiati, per le loro opere, furono artisti già affermati ma, più spesso, registi esordienti e attori giovani. Il “Laceno d’Oro” fu, infatti, definito “Premio portafortuna”, e basta scorrere l’elenco dei vincitori per rendersene conto. Un solo esempio: alcuni futuri Maestri del cinema mondiale (Antonioni, Pontecorvo, i fratelli Taviani, Scola) ottennero in Irpinia, prima che a Venezia e a Cannes, il loro primo riconoscimento ufficiale.

Claudia Cardinale ospite del Festival conematografico Laceno d’Oro nel 1976

Il Festival, divenuto tale nel 1975, perché fino ad allora si era caratterizzato come rassegna, ospitò cinematografie provenienti da tutto il mondo ma privilegiando quelle dei paesi dell’Est e di quelli in via di sviluppo, assumendo così una dimensione internazionale. Da quella stagione nasce per esserne diretta filiazione anche il Premio Camillo Marino che il Circolo di cultura cinematografica ImmaginAzione organizza dal 2001 e dal quale è rinato poco dopo il nuovo Laceno d’oro, con la gemmazione anche del Premio Giacomo d’Onofrio. Notevoli gli autori che dal 2001 ad oggi hanno ricevuto il Premio: Ettore Scola, Gillo Pontecorvo, Aurelio Grimaldi, Antonietta De Lillo, Vincenzo Marra, Ken Loach, Ken Loach, i fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, Marco Bellocchio, Laurent Cantet, Paolo e Vittorio Taviani, Olivier Assayas, Zhang-Ke Jia , nel corso di entusiasmanti serate, durante le quali si è assistito ai capolavori dei registi premiati.

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