Terremoto in Irpinia, dopo 38 anni “una ricostruzione morale”

Il giorno della commemorazione in tutti i comuni della provincia. Nei paesi rasi a suolo dalla furia devastatrice del terremoto, le celebrazioni religiose alla presenza delle autorità civili e militari. I sindaci "La ricostruzione materiale è la fine di un percorso, ora c'è una comunità da rinsaldare"

L’Irpinia commemora il trentottesimo anniversario dal sisma del 1980. “Ricordare per conoscere e capire” è l’adagio seguito dai comuni del cratere, maggiormente colpiti dalla furia devastante del sisma, che oggi celebrano le migliaia di persone che persero la vita quella tragica sera del 23 novembre, ma provano anche a saldare una nuova unione fra chi è rimasto, fra chi è sopravvissuto.

La riproduzione della prima pagina delle Cronache di Potenza del 27 novembre 1980. Un minuto e venti secondi bastarono per uccidere 2.735 persone e per ferirne 8.848. La forza del terremoto del 23 novembre del 1980, che nell’epicentro raggiunse il nono-decimo grado della scala Mercalli, sconvolse l’Italia intera. ANSA

Le comunità dell’intera provincia si chiudono oggi in un religioso e composto silenzio, per vivificare la memoria di chi non c’è più, ma anche per testimoniare alle nuove generazioni la immane tragedia, per raccontare di paesi e piazze che resistono al tempo e alla memoria. Oltre alle celebrazioni religiose, officiate con riti solenni, i comuni promuovono momenti di riflessione, di indagine, di conoscenza, per trarre dal cataclisma insegnamenti per il futuro.

L’AUDIO ORIGINALE DELLE TRE SCOSSE TELLURICHE IN SUCCESSIONE DEL 23 NOVEMBRE 1980

Ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi raso al suolo dalla furia del terremoto

Parlare di terremoto significa aprire il dibattito sulla nascita della Protezione Civile, ma anche della prima grande manifestazione di solidarietà nazionale, della necessità di fare prevenzione e mostrare dedizione agli adeguamenti sismici delle costruzioni. Parlare di terremoto significa discutere della nuova grande ondata migratoria che nel 1980 produsse un autentico vuoto dei paesi della Campania interna; senza contare la grande trasformazione del tessuto sociale e antropologico che ne conseguì.

Nelle maglie di questi grandi temi, oggi i campanili suonano a lutto. Da Lioni a Castelnuovo di Conza, nel salernitano, da Bagnoli ad Avellino, si susseguono incontri ed iniziative di ogni genere. Questa mattina, le scuole di Calabritto e Caposele hanno incontrato il Colonnello Schettino, che nei giorni seguenti il 23 novembre del 1980 arrivò a Calabritto insieme ai militari di Caserta per prestare soccorso.

La visita del Capo dello Stato Pertini dopo il terremoto

La sua testimonianza resa alla presenza dei più giovani, ha riportato alla luce vecchi ricordi, dell’intervento sul posto, delle sensazioni provate e mai assopite. “Il colonnello Schettino è rimasto cinque mesi a Calabritto in quanto, originario del nord Italia aveva avuto esperienze nella gestione dei soccorsi del terremoto del Friuli, anche se lui stesso ha confermato che il terremoto in Irpinia fu completamente diverso” ha spiegato Gelsomino Centanni sindaco di Calabritto al termine della cerimonia.

“Parlare dopo 38 anni del terremoto del 1980 è doveroso: molti genitori dei bambini che erano presenti stamattina a scuola non erano nati, e ricordare il passato significa costruire un futuro migliore” ha continuato Centanni. “Abbiamo parlato di solidarietà, di ricostruzione- che ormai alla fine del suo percorso- del fatto che il vecchio paese non esiste più. Basti pensare che l’estensione oggi è diversi chilometri in più”.

Teora 1980 rasa a suolo dal sisma

Trentotto anni sono troppo pochi per emarginare una ferita ancora sanguinante. Resiste lo spartiacque che ha accompagnato tutta la fase della ricostruzione, che sancisce il ‘prima’ e il ‘dopo’ terremoto. “Il paese di prima non esiste più, è stato stravolto: non solo nell’urbanistica, ma soprattutto nei rapporti, nelle relazioni sociali, nelle abitudini” sottolinea il sindaco. “Oggi abbiamo i condomini e una gran solitudine, che ha alterato la vita stessa del paese e il senso delle piccole comunità. Abbiamo avuto la forza di ricostruire, e alle nuove generazioni dobbiamo trasmettere messaggi positivi e dare loro la possibilità di conoscere il paese com’era prima” conclude.

Stadio Partenio di Avellino

Alla sua “Lettera alla comunità”, il sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi Marco Marandino affida un messaggio di commozione e speranza di rinascita insieme. “L’anniversario del sisma deve essere occasione di rinnovamento e rigenerazione per ognuno” si legge.

“In occasione del trentottesimo anniversario del sisma del 23 novembre 1980, è necessario ricordare con profonda commozione il sacrificio di vita di numerosi nostri concittadini.
La memoria di quel tragico evento in ognuno di noi determina, certo, il cordoglio per la straziante sciagura, ma deve attivare anche una riflessione condivisa. Ricordare, cioè, l’autentica solidarietà e lo spirito di coesione – che si generarono all’interno della comunità nell’immediato post-sisma – ci deve spingere, sempre e comunque, indipendentemente dal ruolo sociale che svolgiamo, ad un impegno costante e generoso.

Quindi l’occasione dell’anniversario non può essere esclusivamente un momento retorico di celebrazione, bensì il presupposto di una rigenerazione e di un rinnovamento per ognuno.
Invito tutti a dare il proprio contributo per migliorare le condizioni complessive, in una fase che vede l’intero territorio provinciale arretrare ed impoverirsi. Ancora una volta dobbiamo sforzarci di abolire le divisioni, di superare le fragilità e di trovare sempre più numerose forme di collaborazione e di confronto, per concorrere ad una società compatta ed autenticamente viva. Dalle macerie concrete di quei giorni e dalla ferite che ne sono seguite, ancora laceranti, si recuperi, insomma, la voglia di una rinascita integrale” conclude.

Caposele, TERREMOTO 1980. Ancora un contributo d’immagini ed emozioni.Queste foto a colori di cui molte inedite ci fanno tornare in quei momenti tristi che vogliamo tramandare alle generazioni che fortunatamente non hanno vissuto la tragedia.E’ un modo per non dimenticare, ma anche per far capire che dalle difficoltà ci si può risollevare e crescere insieme uniti per migliorare le proprie comunità.Buona visione. Archivio video "SELEteca" La SorgenteCaposele channel https://youtu.be/HzeVVniIRPgCatalogo seletecahttps://issuu.com/lasorgenteCatalogo foto:https://www.flickr.com/photos/salvatoreconforti/

Pubblicato da Salvatore Conforti su Venerdì 23 novembre 2018


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