Il Comitato Scientifico del master Arint “Architettura e progetto per le aree interne” del Dipartimento della facoltà di Architettura della Federico II di Napoli scrive al Ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli sulla stazione dell’alta capacità ferroviaria Hirpinia di Grottaminarda e le ragioni della geografia a sostegno di un progetto di sviluppo territoriale. Una lettera che in queste ore è stata condivisa anche dal Presidente del Forum dei Giovani della Regione Campania Giuseppe Caruso, che commenta: “Condivido pienamente la lettera. È fondamentale, alla luce degli allarmanti dati sulla disoccupazione e sullo spopolamento, attenzionare e proiettare nel futuro la questione delle aree interne. Molto c’è da fare e perdere alcuni “treni” potrebbe comportare il profilarsi di situazioni tragiche per noi e per il nostro territorio”.
Federico Verderosa gruppo di lavoro

Il collegio scientifico in seno all’università intanto, composto da 17 docenti- architetti e guidati dal coordinatore del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II Francesco Rispoli, evidenzia che “la realizzazione della stazione Hirpinia è un importante nodo del Corridoio Ferroviario Ottavo, connessione tra l’Europa Occidentale e l’Europa Orientale, della linea Alta Capacità-Alta Velocità Napoli-Bari- Varna.

La linea TAC-TAV e la stazione Hirpinia, collocata in un luogo geografico strategico per le connessioni infrastrutturali in senso ovest-est (Napoli-Bari) e nord-sud (Grottaminarda-Lioni-Salerno), costituiscono l’unico vero motore possibile su cui fondare un progetto di sviluppo territoriale che riattivi l’economia e la vivibilità dell’intero Sistema Irpinia, potenziando le connessioni con la Puglia e la Basilicata da una parte e con Napoli e il centro Italia dall’altra”.
La mappa
Il progetto di alta formazione messo in campo dagli accademici nelle aree interne della Campania interseca la geografia infrastrutturale descritta, e tende è a fornire gli strumenti utili a realizzare le trasformazioni necessarie a frenare lo spopolamento e l’abbandono; per promuovere, al contrario, la riattivazione di processi virtuosi di sviluppo a partire dalle potenzialità naturali, culturali ed ambientali dei loro paesaggi.
La lettera è stata condivisa in maniera unanime dalle amministrazioni regionali e locali,
dalle associazioni attive sul territorio e da tutta la comunità irpina. Nel contempo, il comitato si interroga e interroga il Ministro su quale sia invece il progetto di sviluppo territoriale sotteso al parere della Commissione Lavori Pubblici del Senato che ha approvato di valutare la “possibilità di procedere, relativamente all’intervento AV/AC Napoli Bari, senza la variante di Grottaminarda”. Il Ministro dunque, è stato interpellato sulla nuova individuazione di una infrastruttura capace di sostenere la perdita di una opportunità di tale portata per un territorio così vasto e per una comunità che l’ha accolta all’unanimità. Non solo. Gli architetti chiedono quale studio di fattibilità tecnico-scientifica dimostri l’effettiva realizzabilità e sostenibilità economico-finanziaria di un tracciato alternativo per la linea.
La stazione Irpinia nel rendering di Rfi

“Il Collegio Scientifico del Master Architettura e Progetto per le Aree Interne, insieme alla comunità scientifica che rappresenta, nel sostenere l’assoluta importanza strategica della stazione Hirpinia, auspica che la valutazione intorno alla linea ed alla sussistenza della stazione venga portata avanti prendendo in considerazione tutte le complesse implicazioni territoriali, alle diverse scale, che essa coinvolgerà, rendendosi disponibile ad un incontro con il Ministro e con i rappresentanti politici ed istituzionali finalizzato alla illustrazione in termini scientifico-culturali ed economici, sia sul breve che sul lungo periodo, del portato della strategia territoriale che, con l’eliminazione della stazione Hirpinia, si sta mettendo in discussione” continua.

“Deviare quella linea e cancellare quella stazione significa non soltanto interrompere un processo virtuoso di riattivazione e ripopolamento dei paesi e dei paesaggi irpini, di rigenerazione dei tanti borghi e delle aree naturali, ma soprattutto boicottare una strategia di riconnessione dell’intero Mezzogiorno con il resto d’Europa, una condanna all’isolamento e, di conseguenza, al definitivo spopolamento, in altre parole la fine di un sogno.
Eliminare la stazione significa cancellare l’unica visione possibile di sviluppo sostenibile per le terre d’Irpinia, l’unica strategia capace di innescare un processo di nuova centralità territoriale, costruzione di futuro di interconnessione delle regioni del Mezzogiorno, coerente con la Strategia Scuola Politecnica e delle Scienze di Base dell’Università degli Studi Federico II” conclude.

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