Fca il 29 novembre svela i piani per gli stabilimenti. Domani al Mise lo scenario post Diesel

LA CESSIONE DI MAGNETI MARELLI RILANCIA GLI STABILIMENTI ITALIANI. I sindacati preparano le piattaforme da presentare all'azienda per il nuovo contratto. Si confermano i rapporti difficili tra il Gruppo italo americano e Fiom, che il 5 novembre si riunisce a Roma in contemporanea con le altre sigle

In pressing da mesi, il sindacato apprenderà direttamente dalla Fca i piani sul futuro degli stabilimenti italiani il 29 novembre, con eccezione della Fiom rinviata al giorno successivo.

Domani, mercoledì 31 ottobre, è in programma al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma una audizione delle organizzazioni sindacali su convocazione del Ministero del Lavoro, dedicato allo scenario del settore automobilistico in Italia. Per i 1800 dipendenti dello stabilimento irpino di Pratola Serra e per gli altri circa 60mila globalmente in forza al Gruppo si tratta di un momento di chiarezza, dopo la ridda di voci contraddittorie e preoccupate circa il destino delle fabbriche italiane della azienda, seguite alla prematura scomparsa del manager Sergio Marchionne.

Ad alimentare il pessimismo era stato il ricorso crescente in questi ultimi mesi della Cassaintegrazione a Cassino, Torino e Grugliasco, gli stabilimenti della Fca dove erano aumentate le ore di stop, generando un clima di forte preoccupazione intorno al futuro italiano del gruppo. L’incertezza sul futuro ruolo delle fabbriche italiane, spiegava il sindacato, si legava ai numeri delle fatturazioni in calo in Europa.

Ora, invece, l’accelerazione è arrivata dalla stessa Fca, che con la vendita della Magneti Marelli alla giapponese Calsonic Kansei, ormai avviata, si appresta alla riconversione tecnologica dei propri stabilimenti, decisa la fine del Diesel, che potrebbe essere anticipata rispetto alla data prestabilta del 2022. L’incontro al Mise arriva in contemporanea con la diffusione dei dati del primo trimestre post Marchionne.

SINDACATO PRONTO AL CONFRONTO SU PIANO INDUSTRIALE E CONTRATTO. La mossa della Fca, che domani sarà meglio delineata al tavolo sull’auto in Italia convocato al Mise, sara al vaglio delle organizzazioni sindacali già nei prossimi giorni.

“Finalmente le richieste dei rappresentanti dei lavoratori sono state esaudite” e “il prossimo 29 novembre i vertici di FCA incontreranno i rappresentanti nazionali dei sindacati Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr per discutere degli investimenti per gli stabilimenti italiani che erano stati annunciati a Balocco nel piano industriale dello scorso 1 giugno”, hanno scritto in un comunicato congiunto nei giorni scorsi Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr.

Queste sigle avviano il percorso in vista del confronto con FCA sul piano industriale, sugli investimenti e sul rinnovo del Contratto CCSL. “La direzione di Fiat Chrysler Automobile ha comunicato che ci sarà il giorno 29 novembre, presso la sede del Lingotto, l’incontro con i massimi vertici aziendali del Gruppo, richiesto dalle organizzazioni sindacali FIM UILM FISMIC UGLM AQCFR, per discutere della implementazione degli investimenti per gli stabilimenti italiani previsti dal Piano Industriale 2018-2022”.

Il manifesto delle organizzazioni sindacali sull’incontro annunciato per il prossimo 5 novembre a Roma

in una nota, le sigle ricordano di aver sollecitato “l’incontro il 10 ottobre scorso”. Nell’occasione, pur esprimendo il proprio parere positivo sul piano industriale 2018-2022, nello stesso tempo ribadivamo l’esigenza di procedere urgentemente al dettaglio delle assegnazioni produttive per ciascuno stabilimento, definendo la tempistica e relativi investimenti”. A questo punto, si prosegue, “diamo una valutazione positiva alla convocazione. Ci aspettiamo che ci vengano date risposte concrete per tutti gli stabilimenti italiani in modo da rispondere positivamente alle preoccupazioni che avevamo evidenziato vista la situazione produttiva in peggioramento”.

Lunedì 5 novembre a Roma si incontreranno tutti i rappresentanti sindacali degli stabilimenti italiani di FCA, CNHI e FERRARI, per la presentazione della piattaforma unitaria con le richieste per il rinnovo del Contratto Collettivo in scadenza il prossimo 31 dicembre 2018.

Proprio in questi giorni “si è concluso il percorso di preparazione della piattaforma unitaria che ha coinvolto dopo un lungo lavoro di mesi le segreterie nazionali e le RSA di tutti gli stabilimenti in rappresentanza di tutti i lavoratori dei Gruppi FCA, CNHI e FERRARI”, si legge ancora. “Come organizzazioni sindacali che hanno sottoscritto il Contratto Collettivo Specifico di Lavoro (CCSL), abbiamo già inviato nel mese di settembre formale disdetta per attivare le procedure necessarie ad avviare il negoziato per il rinnovo del contratto 2019-2022”. Ora partono le consultazioni all’interno degli stabilimenti. “Dopo l’assemblea nazionale dei delegati sindacali, a cui parteciperanno anche i segretari nazionali e generali delle organizzazioni sindacali, si procederà nella giornata di giovedì 8 novembre e venerdì 9 alla votazione delle RSA di tutti gli stabilimenti e alla campagna di coinvolgimento e partecipazione dei lavoratori nelle assemblee di fabbrica”.

IL TAVOLO SEPARATO CON LA FIOM. La Fiom incontrerà Fca un giorno dopo rispetto alle altre sigle, ma non intende disporsi in attesa di quell’appuntamento restando ferma. Anzi, alla riunione sulla situazione dell’auto in Italia di domani, mercoledì 31 ottobre, come anticipato a nuovairpinia.it dal segretario nazionale De Palma, la Fiom chiederà al governo l’istituzione di “una cabina di regia per FCA”.  La tesi della Fiom è che il superamento del Diesel per fare spazio all’ibrido e all’elettrico richieda un intervento pubblico a sostegno della trasformazione della cultura automobilistica nei cittadini. L’idea sarebbe quella di predisporre un repentino ingresso nel futuro del Paese, attrezzando una filera capillare della distribuzione energetica, installando nelle città e lungo le vie di comunicazione principali i colonnini di rifornimento elettrico.


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La Fiom domani avanzerà le sue proposte per agevolare, sulla scorta di quanto Norvegia e Regno Unito stanno facendo con modi e tempi diversi, la trasformazione dell’industria automobilistica mutando la domanda attuale di veicoli ad alimentazione tradizionale ad auto ibride, sempre più elettriche ad alta tecnologia di automazione.

La lettera che convica l’assemblea della Fiom per il 5 novembre

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