Castagne, la Regione renda pubblico lo studio sui pericoli.
Monito di Rubinaccio al Governatore De Luca

INIZIATIVA DEL COORDINATORE NAZIONALE DI ORTOFRUTTA ITALIA. I produttori e le imprese di trasformazione chiedono di condividere i risultati della ricerca sui parassiti e i funghi "che colpiscono le piante, a macchia di Leopardo in Irpinia e nel Paese".

Dalla Toscana in giù la produzione castanicola del 2018 presenta delle anomalie pigmentose: il settore “area frutta a guscio” dell’Organizzazione interprofessionale Ortofrutta Italia rappresentata da Giampaolo Rubinaccio ha raccolto le segnalazioni lanciate da diversi soggetti economici che evidenziano problemi di natura fungina che hanno aggredito le castagne italiane. “All’interno della castagna si nota una colorazione di tipo marroncino, ma prima di azzardare definizioni sulla tipologia di fungo rilevata, è necessario dotarsi di analisi ufficiali” ha spiegato il coordinatore, ex presidente di Coldiretti Avellino e titolare di un’azienda castanicola a Quindici.

ORTOFRUTTA ITALIA MONITORA MONTELLA. Rubinaccio conferma i timori espressi dall’omonimo produttore nell’areale di Montella Salvatore Malerba sulla presenza di una varietà fungina che ha aggredito la produzione, ma propone di affrontare il problema indicando percorsi tecnici e scientifici insieme: chiamare in causa la Regione Campania per ottenere subito una definizione del fungo attraverso analisi fitosanitarie ufficiali, e sollecitare il Crea, la struttura laboratoriale e di ricerca del Ministero per le Politiche Agricole.

SUBITO UNA CONFERENZA DEI SERVIZI. Sul territorio invece, propone una conferenza di servizi fra i diversi attori per avviare una valutazione sulle castagne sane; un monitoraggio delle aree colpite dal fungo, con l’osservazione di una campionatura di 100 castagne; e capire se è necessario un metodo fisico di selezione. “Se le persone si unissero si potrebbero limitare i danni per il 2018” avverte.

Ma stando alle parole del coordinatore nazionale di Ortofrutta, non c’è più tempo da perdere. “Il servizio fitosanitario regionale che peraltro è ubicato ad Avellino deve essere immediatamente interpellato e il professor De Cristofaro deve restare in Alta Irpinia in pianta stabile. E’ necessario un piano di controllo straordinario che tuteli gli agricoltori, e suggerirei di convocare giovani agronomi e chiunque possa dare una mano. In secondo luogo si stabilisce chi è responsabile” suggerisce.

“Già il 20 settembre scorso alcuni operatori impegnati nel settore hanno fatto pervenire messaggi di questo tipo: l’organizzazione interprofessionale di cui faccio parte offre la garanzia di muoversi a tutela del comparto” ha spiegato. “La scorsa settimana c’è stata la presentazione al pubblico di un progetto di ricerca sulla castagna, con docenti universitari che hanno dato una lettura scientifica corretta, ma non credo che i Comuni siano in grado di dare classificazioni specifiche alla natura del fungo perchè si fa una cattiva informazione che non fa bene ai produttori”.

L’INDUSTRIA ALLA FINESTRA. Rubinaccio spiega che le industrie irpine leader a livello europeo per la produzione di castagne hanno riscontrato il problema, ma l’origine resta un punto interrogativo su cui indagare. “Propongo di ragionare a bocce ferme, e di coinvolgere il Crea per sollecitare una indagine della patologia di natura vegetale. Potrebbe trattarsi di un fungo di origine australiana, anche se è stato riscontrato anche in Svizzera da 7/8 anni, e quindi rileva una certa storicità”.

STRATEGIA ANTI-FUNGO. Il protocollo da adottare per sconfiggere il fungo prevede una profilassi specifica, ma l’areale di Montella coincide con il parco a tutela comunitaria, su cui sarebbe necessario intervenire invece con il rame. “Non è precluso il metodo per difendersi, ma è necessario avere scienza e coscienza del problema” puntualizza. “La quotazione è molto sensibile alla vendita al pubblico, ma c’è da dire che il prodotto non è dannoso alla salute dell’uomo; si presenta soltanto sgradevole al palato, perchè il frutto si presenta marcio. Non ci sono insomma allarmismi da fare”.

La tutela del consumatore è ben regolata da norme terze dello Stato, ma Regione e Ministero, ognuno per la sua competenza devono fornire analisi e fare chiarezza sulla questione. “Ad oggi abbiamo due patologie fungine su cui indagare, ma non esistono test rapidi di laboratorio che consentono di avere una scheda scientifica. Abbiamo soltanto l’osservazione a occhio nudo”.

La stampa di settore conferma la sofferenza del comparto, e associazioni di categoria come Coldiretti Salerno riscontrano anomalie. Coldiretti regionale propone invece una soluzione da condividere con i produttori di castagne. I territori però non risultano colpiti tutti allo stesso modo. “Nella sola provincia di Avellino, la presenza del fungo si avverte nell’areale della Mezzana, nel montellese, che però è stata colpita dalla Fersa, che noi agricoltori conosciamo bene e che si manifesta con il ristagno idrico della nebbiolina che cala fra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. L’area della montagna invece è esclusa da questa problematica”.

L’altitudine dei castagneti risulta determinante almeno quanto le variazioni climatiche. “Il problema è stato riscontrato sul Partenio, nel serinese, nel Vallo di Lauro, sul massiccio di Cervinara, San Martino Valle Caudina e a Rotondi. Si tratta di un problema regionale e nazionale. Se il fungo ha intaccato soltanto il primo raccolto- come sostiene il sindaco di Montella- siamo ben lieti, ma mi permetto di dare un consiglio all’intera filiera: c’è bisogno di una convocazione complessiva. Nessuno ha interesse ad avviare una campagna mediatica terroristica, soprattutto perchè la distorsione del mercato è un reato penale” puntualizza Rubinaccio.

GLI STUDI NEL CASSETTO. “Dalle aggressioni del cinipide galligeno la Regione Campania ha finanziato studi e ricerche: è arrivato il momento di pubblicare i risultati e dare la possibilità a chi è interessato di informarsi per capire dove e come intervenire. Il mio è un appello al buon senso: la filiera è ben rappresentata, ed è sbagliato fare finta che problema non ci sia. Al mercato generale dell’ortofrutta di Roma io riesco a piazzare le castagne a 5,60 euro al kg, mentre scopro che le castagne vendute in un ipermercato, e di origine francese vengono vendute a 10,00 euro al kg. Bisogna fare qualcosa” conclude.

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