Comune di Avellino, Nargi: “La sfiducia è l’unica via d’uscita. Firmare subito”

Il Pd è pronto a mandare a casa il sindaco Vincenzo Ciampi. Nei prossimi giorni dovrebbe essere firmata la mozione, insieme agli altri gruppi di opposizione. Prima però l'esame del bilancio consuntivo.

«Al Comune di Avellino si registra un’inaccettabile situazione di stallo. Ogni giorno la giunta dimostra di non essere in grado di governare la città e di non volersi assumere responsabilità. Così non si può andare avanti». E’ quanto sostiene la consigliera del Pd, Laura Nargi.

Consigliera, il gruppo democratico è ancora deciso a presentare la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Ciampi?

«Abbiamo assunto un impegno e va portato avanti senza indugi. Discuteremo nei prossimi giorni tempi e modalità. Per quanto mi riguarda sono convintissima che non ci sia altra via d’uscita. Questa esperienza amministrativa è finita, anzi non è mai nata. Durante questi mesi non è stato compiuto nemmeno un passo in avanti. Il più completo immobilismo».

Non crede che possa esserci un atteggiamento dilatorio da parte di qualcuno o addirittura qualche ripensamento tra le fila dell’opposizione?

«Spero proprio di no. Gli elettori non comprenderebbero tatticismi ed opportunismi. Tutte le forze politiche ed i rappresentanti dei gruppi di opposizione hanno chiesto al Pd di assumersi le proprie responsabilità. Sarebbe davvero strano e incoerente se qualcuno dovesse avere ripensamenti».

C’è però la scadenza del bilancio consuntivo 2017.

«Naturalmente andrà esaminato prima il bilancio. Il Movimento 5 Stelle però non ha consentito nemmeno che si costituisse la commissione Finanze, alla quale per comune accordo ed evidenti ragioni si era deciso di dare assoluta priorità. Stiamo riscontrando indifferenza ed insofferenza per ogni procedura istituzionale e democratica».

Che idea si è fatta sulla situazione finanziaria dell’ente?

«Premesso che ancora non è stato possibile visionare gli atti, ho l’impressione che si sia fatto di tutto per creare un clima di allarmismo da parte dell’amministrazione, al quale però non è corrisposta una capacità di proposta. Ancora non sappiamo quale sia la strategia della giunta per il risanamento dei conti. La situazione è sicuramente delicata, ma non credo affatto che sia compromessa. Non si può, comunque, ignorare lo sforzo compiuto dalla precedente amministrazione per far emergere i debiti e pagarli. Tutti gli enti locali del Paese sono in difficoltà. Serve un percorso di risanamento».

A fine mese c’è la scadenza delle elezioni provinciali. La fase di definizione delle candidature non è stata semplice.

«C’è sempre il rischio che alle scadenze il Pd arrivi diviso. Occorre uno sforzo da parte di tutti per garantire l’unità. Non si possono però più accettare fughe in avanti e i soliti giochetti. Il partito ha bisogno di una guida sicura e di mettere da parte vecchi metodi. Le decisioni vanno assunte alla luce del sole e coinvolgendo tutti. I consiglieri comunali di Avellino, in questa fase, non sono stati ascoltati. Ma adesso è tempo di guardare avanti».

In questi giorni però si sono registrati dei clamorosi strappi nel partito. Quattro assessori della giunta Foti, compreso il vicesindaco, sono andati via, aprendo addirittura un’interlocuzione con la Lega. Che ne pensa?

«E’ troppo semplice dire che non si crede più nel progetto, per giustificare improbabili scelte politiche. Non condivido l’atteggiamento arrendevole. Andare via quando ci sono difficoltà è da opportunisti. E’ necessario, invece, lavorare per aprire un nuovo percorso. Il Pd deve fare autocritica sugli errori commessi. E non è più tollerabile che, sul piano locale, come su quello nazionale, vi sia un ristretto gruppo dirigente, sempre gli stessi, che pensano di fare il bello ed il cattivo tempo, impermeabili rispetto a ciò che succede attorno a loro».

Cosa bisognerebbe fare?

«Il Pd deve tornare tra i cittadini e sui territori, occupandosi dei problemi ed individuando soluzioni. Va recuperata la fiducia degli elettori, restituendo senso e valore al progetto politico, con idee e proposte capaci di incidere positivamente sulle condizioni di vita delle persone, in particolare di chi è in difficoltà».

 

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