“Piano speciale per la castagna”, Malerba: salvare alberi e asset

Il delegato regionale della Cia Salvatore Malerba annuncia la stesura di un documento sulla castanicoltura che dovrà essere recepito nelle linee guida della Regione Campania per combattere l'avanzata del fungo e debellare il cinipide galligeno

All’apparenza il frutto è sano, ma se si apre all’interno la castagna è marcia. Questa è la nuova emergenza che si è abbattuta sui castanicoltori irpini, costretti a fronteggiare l’avanzata del fungo che ha azzerato la produzione del 2018. In realtà si tratta della cronaca di una morte annunciata, come denuncia Salvatore Malerba, componente della giunta regionale dell Cia, vice presidente provinciale e delegato al Ministero dell’Agricoltura per il tavolo castanicolo nazionale. “Il cinipide galligeno oggi è solo una concausa della malattia della pianta: il vero killer è il fungo” spiega.

 

Protagonista di un tavolo tecnico convocato in regione Campania dal consigliere delegato Franco Alfieri, il leader di una delle aziende castanicole più importanti del comprensorio montellese conferma uno stato di crisi del comparto dovuta all’aggressione del fungo killer, ma annuncia la stesura di un documento che dovrà essere recepito dalla Regione Campania in cui la Cia indica soluzioni ben precise: autorizzare l’utilizzo di prodotti già utilizzati per l’agricoltura biologica, mappare il territorio e incaricare un agronomo che faccia da interfaccia fra la ricerca scientifica universitaria e le aziende sul territorio, per monitorare gli andamenti e intervenire tempestivamente laddove richiesto.

Franco Alfieri, Consigliere Delegato all’Agricoltura della Regione Campania

“Diversamente il prossimo anno andremo incontro a ulteriori conseguenze, e sempre più disastrose che potrebbero metterci sulla strada del non ritorno” ha spiegato Malerba. “Il problema purtroppo è a monte: c’è stata una speculazione sull’emergenza castanicola che dura da 20 anni, e se si continua a non porre rimedi, è scontata l’aggressione di nuovi parassiti”. A detta di Malerba, il Ministero deve aggiornare le linee guida del comparto e recepire le indicazioni che arrivano dai territori a vocazione castanicola. “Soltanto la Campania produce il 55% della produzione nazionale e la sola provincia di Avellino il 50% della produzione campana. Le linee guida non possono essere dettate dal Piemonte o da altre realtà” continua.

Castagne

Il settore rappresenta una voce determinante del Pil provinciale e regionale,  e incide fortemente sull’occupazione, sul profilo sociale e ambientale. “Oggi viviamo un dramma: la pianta è già debilitata per il cinipide galligeno, ed è stata facilmente aggredita da quattro-cinque tipologie di fungo, che hanno reso le castagne non più commerciabili. All’apparenza il frutto è sano, ma all’interno è marcio, quindi il prodotto si presta solo alla lavorazione industriale della pelatura, oppure all’essiccazione perchè viene sgusciato; ma questo significa dedicarsi solo alla trasformazione”.

Ad incidere ulteriormente sulla grave crisi del comparto, anche gli andamenti climatici che si sono verificati negli ultimo mesi: l’eccessiva umidità ha causato la proliferazione dei funghi, mentre la fersa ha bruciato i ricci. Senza contare che il forte vento ha causato la cascola precoce. Tutto su una condizione già debole e precaria delle piante.

L’imprenditore montecellese Salvatore Malerba, azionista della Malerba di Montella

La politica, le istituzioni, i tecnici e la parte scientifica non possono fare finta di niente. “Il fungo c’è sempre stato” puntualizza. “Ma la pianta era forte e il fungo restava sui rami senza penetrare nel frutto, ma oggi è debilitata e facilmente attaccabile. Sostegno da 10 anni una battaglia in Regione Campania, e non possiamo continuare ad assistere a questi drammi. Nonostante l’aggressione che stiamo constatando oggi, i castagneti si devono pulire- con un investimento di energie e soldi- per arginare il focolaio di infezione e impedire una contaminazione maggiore per l’anno prossimo”.

Nel 2017 il consigliere regionale delegato ha inserito la classificazione della castagna come albero da frutto nel patto di stabilità regionale, anche se comitati e parterre scientifici continuano a sostenere la strada della sperimentazione. “Per combattere questo fungo bastava un pò di rame; ma l’aspetto grave della vicenda è che dopo 20 anni, gli addetti ai lavori incaricati di risolvere la questione non hanno ancora ammesso il fallimento del metodo e degli interventi adottati, senza pensare al tracollo del comparto e dell’indotto” tuona Malerba. “A Montella mancano 500 giovani dall’anagrafe comunale e il mercato della castanicoltura si è azzerato”.

L’azienda Malerba- guidata da Rita e Jessica sotto lo sguardo vigile del padre Salvatore, oggi resiste grazie agli investimenti avviati sulla trasformazione. “Abbiamo diversificato la produzione, e quest’anno ci dedicheremo ai lavorati che vengono dal secco, ma abbiamo difficoltà sulle castagne del prete”.

Alla vigilia degli eventi autunnali legati alla valorizzazione del territorio e delle sue tipicità- come castagne e tartufi- si prospetta una nuova incursione delle castagne provenienti dalla Spagna, Turchia e Portogallo. Se la qualità delle importazioni sarà buona, determineranno il prezzo sul mercato, indebolendo ulteriormente la già precaria economia locale.

La soluzione però Salvatore Malerba l’ha già esposta ai tavoli provinciali, regionali e nazionali: “E’ necessario utilizzare i prodotti di estrazione biologica, e i formulari già autorizzati. Il consigliere Alfieri è stato in visita qui da me un mese fa insieme al presidente nazionale della Cia, ed è al corrente di tutto. Quest’ultimo ha addirittura paventato l’interesse della magistratura sull’utilizzo in 20 anni dei fondi pubblici utilizzati per le sperimentazioni”.

Ad affiancare i castanicoltori è sceso in campo il Partito Democratico di Montella. “Quest’anno nessun produttore riuscirà a portare a casa risultati, e io ho visto persone di 60 anni piangere perchè non avranno quel guadagno minimo a garantirgli la sussistenza. Le persone sono sfiduciate e non credono più a niente. Io però ho fiducia in Alfieri, perchè ha garantito degli impegni. Io personalmente ho già redatto il documento con le linee guida che la Regione dovrà recepire e adottare ad horas”.

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