Provinciali, strappo di Palmieri nel Pd. Appello agli amministratori

Il Sindaco di Montemarano con una nota va in fuga solitaria e punta alla conta domani al Viva Hotel per verificare la possibilità di candidarsi, forte dell'appoggio del deputato sannita Del Basso De Caro, spiazzando le altre correnti impegnate nel dialogo con le altre forze politiche


Beniamino Palmieri tenta la fuga in avanti nella corsa alla candidatura del Partito Democratico alle provinciali. In linea con le indicazioni venute pubblicamente in diverse interviste dagli esponenti dell’area che fa capo all’ex Sottosegretario, va in contrapposizione a via Tagliamento, ma anche alle posizioni espresse da altri esponenti del partito, a cominciare da Enzo De Luca, impegnato nella costruzione di una proposta unitaria da allargare alle forze alleate.

Nella nota, il Sindaco di Montemarano si rivolge direttamente agli amministratori locali, cioè a quelli che saranno gli elettori in questa consultazione di secondo livello, dove non partecipano i cittadini. «Ho ritenuto di convocare una pubblica assemblea venerdì alle ore 17:30 presso l’Hotel Irpinia, a cui credo sia utile partecipino proprio tutti a partire dai riferimenti istituzionali», scrive tra l’altro nella nota. «È giunto il momento di dare voce alla base, di rispettarla, di ascoltarne gli umori e le opinioni e di dire basta a liturgie stanche che hanno solo il merito dì allontanare ulteriormente gli elettori non solo dal partito ma dalla politica».

In questi due passaggi del breve comunicato diffuso nel pomeriggio, Palmieri esibisce due punti che ritiene di forza. Da un lato la sollecitazione da parte di alcuni amministratori locali, volendo rappresentare all’opinione pubblica un disagio delle rappresentanze istituzionali territoriali per i tempi e i modi del confronto politico attualmente in atto. Si contesta evidentemente il perimetro nel quale il Pd ufficiale si muove, quello che raccoglie le forze presenti nella maggioranza che sostiene a Napoli il Governatore Vincenzo De Luca. Dall’altro, la sua non condivisione di un accordo politico con altre forze sul nome del candidato, definendo il dialogo avviato con Popolari ed altre componenti “liturgie”.

Palmieri punta a presentarsi qui come espressione della maggioranza tenuta fuori dal congresso provinciale, la cui magna pars in questa fase non appare però sulla linea della “conta”. Il tentativo sembra orientato a bloccare chi oggi chiede unità e superamento delle divisioni congressuali nel nome delle nuove primarie ormai all’orizzonte.

Il deputato sannita Umberto Del Basso De Caro

La mossa di Palmieri non appare dunque casuale, nel momento in cui tra oggi e domenica si completeranno le consultazioni tra tutti i partiti e i soggetti politici in campo, in vista di uno sbocco propositivo sulle candidature previsto ragionevolmente entro lunedì. Le conseguenze sulle trattative in corso potrebbero essere devastanti, soprattutto alla luce delle posizioni assunte in queste ore dalle forze centriste. I Popolari hanno ribadito nelle ultime ore di essere disponibili a convergere sul nome del Partito Democratico, a patto di averne uno solo su cui ragionare. Anche l’altro fronte centrista, quello che fa capo al consigliere regionale Vincenzo Alaia appare da tempo scettico sulla possibilità per il Pd di recuperare unitarietà.

Lo stesso Centrodestra, oggi orientato sul Sindaco di Avella Domenico Biancardi, ha a lungo atteso dal Pd una scelta di ragionevolezza, come si è detto. La mossa di Palmieri dimostra ancora una volta le divisioni interne ad un partito che sconta la mancanza di un gruppo dirigente espressione democratica di un congresso riconosciuto da tutti.

Domenico Biancardi e i sindaci del Baianese ai tempi dell’Alto Clanis

Come quattro anni fa, il Pd si ritrova con numeri sufficienti per eleggere il proprio candidato, ma rischia di presentarsi ancora una volta in ordine sparso all’appuntamento decisivo. A differenza di allora, stavolta il prezzo da pagare potrebbe essere certamente più alto. Se quattro anni fa Paolo Foti fu sabotato dai franchi tiratori del Comune di Avellino, in un contesto nel quale i Democratici guidavano due delle prime tre città, con una larga presenza nelle altre autonomie locali, oggi al Capoluogo il Pd è opposizione, alla vigilia di una tornata amministrativa dove potrebbe ulteriormente arretrare per effetto dell’avanzata delle forze al governo del Paese, Movimento Cinque Stelle ma anche Lega.

La guerriglia politica, dalla carta bollata scelta in sede congressuale, alla adunate convocate unilateralmente, intaccano quello che resta della immagine di un partito e di un gruppo dirigente agli occhi degli alleati, ma anche della pubblica opinione. Mentre da mesi la attività politico-amministrativa sconta la paralisi imposta dalla crisi radicalizzata al Comune di Avellino, nelle prossime ore il Pd irpino potrebbe certificare il proprio declino a livello territoriale.

Il tweet del Corsera on line sulla candidatura di Matto Richetti

LO SCONTRO CONGRESSUALE. Il sindaco di Montemarano, già espressione dell’Associazione Big Bang, renziano della prima ora, appare in questo momento in campo per segnare una posizione politica anche in chiave congressuale, dove a contendere la leadership del partito a Nicola Zingaretti sarà in campo Matteo Richetti, amico personale e per lungo tempo strettissimo collaboratore proprio di Matteo Renzi. Ora si tratterà di vedere chi sosterrà il tentativo di Beniamino Palmieri e cosa lo stesso Sindaco di Montemarano dirà nel suo intervento. Una candidatura unilaterale certamente non sarà sostenuta dall’intero partito, spiegano sottovoce alcuni esponenti di via Tagliamento, per ora cauti nell’affermare chiaramente un punto di vista che potrebbe essere prematuro.

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