Reggia di Caserta, Felicori lascia la direzione ad ottobre

Nonostante i record e i successi dal primo ottobre dovrà andare in quiescienza obbligatoria prevista per i dipendenti pubblici. L'annucio colmo di rammarico con un post su Facebook

Alla Reggia di Caserta Felicori lascia. Cessa la apprezzatissima direzione di un sito considerato tra i maggiori musei europei. Con un anno di anticipo sulla scadenza del contratto, il manager pubblico dovrà prendere atto delle conseguenze imposte dalla nuova legge im materia di previdenza per i dipendenti pubblici, come scrive su un social media.

“In ragione della legge sulla quiescenza obbligatoria per limiti di età dei dipendenti pubblici, il mio contratto con lo Stato come direttore della Reggia di Caserta cesserà con il prossimo ottobre, in anticipo di un anno rispetto alla scadenza indicata. Peccato”, si legge sulla pagina Facebook di Mauro Felicori.

Mauro Felicori, Direttore della Reggia di Caserta

Alla Reggia di Caserta Felicori, bolognese, con un passato da dirigente dei servizi culturali del Comune nella sua città, era arrivato nell’estate del 2015. Aveva assunto la sua direzione ad agosto, tra i primi venti manager autonomi scelti in base alla riforma voluta dal Ministro Dario Franceschini, che ha ontrodotto la procedura di selezione internazionale.

Laureato con lode all’Alma Mater in Filosofia (dove è stato successivamente docente di gestione e organizzazione delle imprese culturali), si è poi specializzato in Economia della cultura e politiche culturali. Felicori dal 2011 è stato direttore del Dipartimento economia e promozione della città del Comune di Bologna, dove era dirigente dal 1986. Tra le sue direzioni, l’Area cultura di Palazzo D’Accursio, l’Istituzione Musei civici, l’Istituzione biblioteche civiche e il settore Cultura e rapporti con l’Università.

Per il monumentale complesso vanvitelliano non è una buona notizia. Felicori in tre anni ha rivoluzionato il ruolo della Reggia nel sistema dei beni culturali italiani, imponendosi come una delle mete nazionali di riferimento nel mondo. Sbriciolati i record precedenti di presenze, aumentata la produttività, qualificata e sviluppata l’attività culturale e la programmazione degli eventi all’interno del palazzo, delle dipendenze e dei giardini, la Reggia è oggi una realtà promettente su cui si può e si deve investire ancora. Grazie all’aumento delle sue entrate, all’incremento dei visitatori, alla attenzione rinnovata delle istituzioni pubbliche e private, il sito casertano è anche in virtù del lavoro realizzato da Felicori un polo attrattore per lo sviluppo turistico dell’intero Mezzogiorno.

La Reggia di Caserta

APPROFONDIMENTI. La scheda Mibact dedicata alla Reggia di Caserta

Tra i suoi meriti riconosciutigli dalla politica e dagli operatori della cultura, quello di aver collegato con successo la Reggia al territorio, inaugurando una politica di sinergia culturale tra istituzioni nell’interesse dello sviluppo locale su base comprensoriale. Una intuizione che ha riavvicinato Caserta alle zone interne, come ebbe a sottolineare nella seconda edizione del festival “Irpinia Madre Contemporanea”, nell’autunno del 2016, la promotrice di quel cartellone culturale, Antonia De Mita. “Con Felicori la Reggia diventa la punta di diamante di un più vasto sistema di beni culturali delle zone interne nel contesto di una Campania dove costa ed entroterra si incontrano”, disse.

Resta il rammarico per l’uscita di scena del suo direttore dal prossimo ottobre. Lascia una eredità non facile da gestire per quello che sarà il successore, ma soprattutto per il Ministero dei beni culturali.

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