Lo stop ai precari nella Sanità in Campania, sia nelle Asl che negli ospedali, con il via libera al ‘decreto Madia’ riguarda anche la provincia di Avellino. Solo nei prossimi giorni sarà definito il numero di persone che saranno assunte con contratti stabili nelle strutture sanitarie e ospedaliere dell’Irpinia. Da oggi sui tavoli delle Direzioni Generali dell’Azienda Sanitaria di Avellino e dell’AORN San Giuseppe Moscati ci sono le linee guida.

I manager hanno ricevuto le regole e le procedure da seguire per avviare il percorso di stabilizzazione, che al momento dovrebbe riguardare il personale sanitario impiegato a tempo determinato (che sia stato) reclutato con procedure concorsuali, quindi i titolari di rapporti di lavoro atipici. Le misure coinvolgono diverse figure professionali, dagli amministrativi e dirigenti ai tecnici, dai biologi e farmacisti agli ingegneri clinici, fino agli operatori socio sanitari.

Maria Morgante ed Angelo Percopo, alla guida di Asl e Moscati, dimensioneranno la portata dell’intervento in tempi stretti, in linea con quanto richiesto dal Governatore Vincenzo De Luca, attualmente Commissario regionale per il Piano di Rientro in Campania. Compileranno le liste sulla base dei criteri stabiliti nelle linee guida, dall’anzianità (tre anni di lavoro anche non continuato negli ultimi otto, dei quali almeno per un giorno presso la struttura che ne dispone la stabilizzazione).

Il Governatore Vincenzo De Luca, Commissario per il Piano di Rientro della Sanità in Campania e, a sinistra, il consigliere delegato Enrico Coscioni

“Abbiamo lavorato in questi mesi, confrontandoci con le organizzazioni sindacali e le rappresentanze di categoria per affrontare in maniera positiva e portare a soluzione il problema dei precari impegnati nella sanità campana”, ha commentato il Governatore, presentando il provvedimento. “Parliamo di migliaia di persone con profili professionali diversi e situazioni contrattuali molto diversificate, che in qualche caso erano impegnate da molti anni per rendere possibile l’espletamento di servizi essenziali. Era un impegno che avevamo assunto e lo abbiamo mantenuto, come sempre. Ringrazio la struttura regionale per il lavoro attento di questi mesi e per la prova di responsabilità e di impegno data per risolvere questo problema”. Per De Luca, se “rimane libero a questo punto il percorso per completare con migliaia di nuove assunzioni, gli organici delle nostre strutture sanitarie come previsto dal Piano per l’occupazione legato al Piano Ospedaliero”, la stabilizzazione dei precari rappresenta l’ennesima tappa di quella che definisce “la svolta radicale nella sanità campana”.


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Intanto, a due anni dalla nomina dei nuovi direttori generali, la Regione guarda alla prossima scadenza dei contratti nel 2019. E si rinnovano gli elenchi stabiliti dalla legge per procedere alla scelta di quelli che prenderanno il posto degli uscenti non confermati. Sul BURC n. 33 del 07/05/2018 è stata pubblicata la Delibera della Giunta Regionale della Campania n. 264 del 02/05/2018 recante l’Avviso per la formazione dell’Elenco regionale degli idonei all’incarico di Direttore Sanitario e Direttore Amministrativo presso le aziende e gli enti del Sistema Sanitario Regionale. Scaduto il 6 giugno scorso il termine per le domande, nelle prossime settimane si procederà con l’aggiornamento.

COMMISSARIAMENTO CONFERMATO ANCHE NEL 2019, VERSO LO SCONTRO. Se le voci saranno confermate, potrebbe finire davanti alla Corte Costituzionale lo scontro finale tra la Regione Campania e il Ministero della Salute, divisi sulla fine del commissariamento.

Il Ministro della Salute, Giulia Grillo

Dopo la sua visita negli ospedali napoletani, il Ministro Giulia Grillo sembra orientata a confermare per il dodicesimo anno consecutivo il regime speciale in Campania. Pur lasciando intendere di non voler sostituire De Luca, sulla Campania il Governo giallo verde sembra voler mantenere lo stesso profilo di quelli guidati da Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, cioè gli esecutivi che si sono succeduti dal 2012 in poi, da quando cioè tecnicamente il commissariamento sarebbe stato revocabile. Come è noto, per i disavanzi di gestione maturati negli anni 2000, la Regione Campania è sottoposta dal marzo 2007 al ‘Piano di rientro dal deficit sanitario’ e (per l’inadempimento degli obblighi ivi assunti) dal 24 luglio 2009 a commissariamento ai sensi dell’art. 4, comma 2, del D.L. n. 159 del 1° ottobre 2007, convertito con modificazioni dalla legge n. 222 del 29 novembre 2007. Da allora, tuttavia, l’azzeramento del deficit e il riassorbimento del debito a modificato le condizioni che oltre undici anni fa imposero la sospensione dei poteri ordinari.

Joseph Polimeni, commissario sanitario in Campania per il Piano di Rientro dal gennaio 2016 a metà del 2017

A questo proposito appare significativo quanto affermato dall’allora commissario Joseph Polimeni sul numero 40-2016 di ‘Monitor’, Trimestrale dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali: “Dal 2012 il disavanzo è sceso sotto la soglia del 7 per cento di deficit, mentre nel 2013 e nel 2014 si è passati a un risultato positivo. Pertanto, allo stato dei dati disponibili, a oggi non sussisterebbero più le condizioni per il primo ingresso in Piano di rientro e la Regione potrebbe riproporre un programma operativo per l’uscita dalla fase di commissariamento”.
 Polimeni affermava tutto questo nel settembre del 2016, quando i numeri del debito non erano ancora quelli attuali. Proprio sulla ulteriore sussistenza dei presupposti giuridici, il Governatore finirà per muovere una offensiva legale di fronte alla Consulta per ottenere la fine di un commissariamento che attualmente giudica politico, ad un anno e mezzo dalle elezioni regionali previste nel 2020.

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