Sarà l’imprenditore Valerio Gruppioni, leader della Sirpress di Nusco a subentrare nell’assetto societario della Industria Italiana Autobus per rilanciare il polo nazionale della produzione di autobus. Svelato il mistero: il Gruppo Sira- società di Bologna che ha acquisito gli stabilimenti dell’ex Almec nell’area industriale nuscana- manifesta la disponibilità al Ministero per lo Sviluppo Economico ad entrare nel 51% della IIA, e a farsi carico di ‘rappresentare’ la quota parte di investimenti erogata da Invitalia attraverso la misura destinata alle Piccole e Medie Imprese Sud.

Dal Gruppo Sira alla ex Bredamenarini di Bologna, da Nusco a Flumeri, Valerio Gruppioni consolida il progetto industriale nel Mezzogiorno, diversifica la produzione e rafforza la sua presenza in Irpinia. Il magnate bolognese infatti ad oggi vanta fra le sue credenziali la salvezza della ex Almec- oggi Sirpress- dalla procedura fallimentare per creare “il polo dell’Italia meridionale deputato alla pressofusione e produzione di radiatori”. Sulla scia del polo altirpino deputato all’aerospazio, Gruppioni ha varato il progetto per la creazione di un consorzio di imprese, che dovrebbero occupare tutti i capannoni dismessi del sito di Contrada Fiorentine per chiudere il ciclo produttivo dell’intera filiera della pressofusione e produzione di radiatori. L’uscita dalla crisi dello stabilimento nuscano però, è costato lacrime e sangue per le maestranze, di cui una buona parte ancora oggi rivendica l’ingresso in azienda.

L’ingresso di Sira Group nella IIA intanto, converge a pieno titolo con la manovra di reindustrializzazione e rioccupazione dei lavoratori nei due stabilimenti annunciata dal Ministro Di Maio in occasione dell’audizione del 7 luglio scorso. La soluzione prospettata dal Ministro prevede infatti l’ingresso di Invitalia con un fondo per le Piccole e Medie imprese stanziato per il Sud e un nuovo socio privato “non del settore ma affine”. “Lo stesso Ministro ha spiegato che la compagine Invitalia, Finmecccanica e nuovo socio privato avrebbe più del 50% del capitale e l’amministratore Del Rosso diventerebbe socio di minoranza” spiegano in una nota congiunta Sergio Scarpa, Fiom Avellino, Michele De Palma Segretario Nazionale Fiom e Bruno Papignani, segretario generale dell’Emilia Romagna. “La Fiom ha chiarito che la posizione assunta dall’inizio della vertenza e, che conferma a maggior ragione oggi, è che si raggiungesse un nuovo assetto societario a maggioranza pubblica”.

La Fiom si riserva dunque di valutare con i lavoratori i nuovi assetti e il conseguente piano industriale e occupazionale, ma chiede che le produzioni rientrino ad horas dalla Turchia all’Italia. Una richiesta già accolta da Di Maio, e che trova conferma nel Decreto Dignità licenziato dal Governo e dalla manovra di “scoraggiamento” di delocalizzazione all’estero. Altra questione da affrontare invece, sarà la richiesta al Governo di incentivo al rinnovo del parco mezzi del trasporto pubblico locale, per favorire la realizzazione di autobus ad alimentazione elettrica. 

Fra le problematiche sollevate dalla Fiom, insistono la reindustrializzazione e il rilancio della produzione nello stabilimento di Bologna; e la scadenza a dicembre degli ammortizzatori sociali per i lavoratori di Flumeri. Il Mise intanto rassicura i lavoratori di Flumeri e chiarisce che è già in corso una verifica sugli ammortizzatori sociali per trovare una soluzione che garantisca i lavoratori interessati; mentre è stato sottolineato un trasferimento già avvenuto di sei milioni di euro su Flumeri che non è stato considerato risolutivo, a differenza di Bologna, su cui ad oggi non ci sono stati investimenti.

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