“Venga la ferrovia”, in scena il Clan H sulle carrozze dell’Avellino Rochetta

“Venga la ferrovia” è un’ IdeA/Azione performativa del Clan H che si volgerà in contemporanea nei vagoni dell’Avellino-Rocchetta: suoni, immagini, racconti e storie d’Irpinia diretta da Salvatore Mazza. Sabato 26 e domenica 27 maggio la compagnia torna a calcare le scene viaggianti del treno irpino e deliziare i viaggiatori con le loro performance.

Dopo la serie di spettacoli che hanno visto impegnata la compagnia storica della città, come “Falstaff e le comari” andato in scena con successo ad aprile scorso e i saggi di fine corso dei laboratori teatrali attivi ad Avellino da ventotto anni, Clan h è pronta per una nuova performance.

Già sperimentata nell’ambito dello Sponz Fest con “Storie su rotaie”e per il carnevale con “L’Irpinia in Carozza”, ritorna la performance sul treno  in occasione della riapertura dell’Avellino Rocchetta.

“Si animi Monticchio, venga la ferrovia, e in piccol numero d’anni si farà il lavoro di secoli. L’industria, il commercio, l’agricoltura saranno i motori di questa trasformazione. Vedremo miracoli. Perché qui gli ingegni sono vivi e le tempre sono forti. Questa stessa resistenza che incontro, questa durezza che talora chiamerei rozzezza, questa fedeltà a impegni presi, a parola data, non mi prova che qui carattere c’è? E dove è carattere, c’è la stoffa dell’avvenire”. Parafrasando le famose parole del De Sanctis, si è creato un spettacolo che fa emergere la terra d’Irpinia, il paesaggio, la tradizione e tutto ciò che possa far rivivere personaggi e stili di vita dell’epoca del “treno a vapore”.

Il ritorno alla “lentezza”, il rumore dello sferragliare delle rotaie, le stazioni che pullulano di bande e accoglienze festose, saranno il liet motiv di questa esperienza.

Fra gli gli attori: Salvatore Mazza, Andrea De Ruggiero, Santa Capriolo, Sara Mollica, Laura Tropeano, Alfredo Tajani, Sabino Balestrieri, Pasquale Migliaccio, Umberto Branchi, Antonia Guerra e Mariapia Di Padova, che daranno vita ad una serie di personaggi di tradizione o dell’immaginario collettivo in abiti d’epoca.

Vogliamo sognare ancora, finché ci saranno in lontananza treni e binari. Il nostro è speriamo anche di tanti irpini è un sogno che divora ma è un sogno libero.

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