Il Referendum sulla autonomia differenziata non si farà. Legittimo per la Corte di Cassazione, è stato fermato all’ultimo passaggio dalla Corte Costituzionale. I giudici della Consulta hanno dichiarato l’inammissibilità del quesito. La Consulta ha rilevato che “l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari”, circostanza che “pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell’elettore”, ma non solo. “Il referendum verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull’autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull’articolo 116, terzo comma, della Costituzione; il che non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale”, si legge. La sentenza, che sarà depositata nei prossimi giorni, non cambia la stroncatura che gli stessi giudici avevano stabilito nel merito della Legge Calderoli, da riscrivere in sette punti chiave.
LA LEGGE CALDEROLI ERA STATA GIÀ PESANTEMENTE RIMANEGGIATA DALLA CONSULTA. La Corte Costituzionale aveva già accolto nel novembre scorso in gran parte e in tutto il suo nucleo essenziale, le censure sulla norma attuativa della Autonomia Differenziata. Per il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, tra i promotori della richiesta di verifica costituzionale, «la sentenza della Consulta smantella la Legge Calderoli e difende l’unità del Paese». L’Alta Corte «ha accolto in gran parte e in tutto il suo nucleo essenziale, le censure mosse nel ricorso promosso dalla Regione Campania e dalle altre Regioni ricorrenti, e sostanzialmente ‘riscrive” la legge nei termini che la stessa Regione Campania ha proposto con un disegno di legge emendativo della Calderoli trasmesso alle Camere ai sensi dell’articolo 121 della Costituzione qualche settimana fa”, si legge in una nota diffusa il 14 novembre dal Governatore.
LA CASSAZIONE AVEVA DATO DISCO VERDE. Secondo l’Ufficio centrale per il referendum della Cassazione, nonostante la sentenza con cui la Consuta ha bocciato in sette punti chiave la legge, il referendum per l’abrogazione totale è fondato. Non per il quesito referendario sull’abrogazione parziale che cinque Consigli regionali, quelli di Campania, Emilia-Romagna, Toscana, Sardegna e Puglia, avevano chiesto, perché riguardanti parti della legge già ritenute illegittime dalla sentenza della Corte. Già disarticolata nel suo impianto, dunque, la Legge Calderoli potrebbe quindi essere abrogata in toto, nel caso di un voto favorevole dei cittadini in sede referendaria.
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«Referendum sulla autonomia differenziata in difesa del SUD», focus a Lauro
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