Alto Calore Servizi spa salvo: sì del Tribunale di Avellino al concordato

Il Tribunale ha accolto il piano di salvataggio proposto nel 2022 dall'Azienda idrica pubblica. Soddisfazione del Comitato: gestione pubblica bene prezioso, ora serve una svolta

La sede dell'Alto Calore spa

Per l’Alto Calore Servizi spa è arrivato il giudizio positivo del Tribunale di Avellino, che ha approvato il piano concordatario. Si conclude a 6 anni la lunga rincorsa verso il salvataggio dal fallimento chiesto dalla magistratura nel 2018. È arrivata la notizia attesa fin dal 17 settembre, giorno della verifica conclusiva prima del salvataggio, dopo che in precedenza era stata già raggiunta la soglia minima di adesioni dei creditori al “Concordato pieno con continuità aziendale” n. 3 dichiarato nel luglio 2022. Si trattava della ultima udienza, convocata a distanza di poco più di un anno dalla prima, il 16 maggio 2023. Ma il cammino era stato facilitato dalla approvazione del bilancio consuntivo, che i soci hanno votato all’unanimità il 10 luglio, sia pure con l’astensione del Comune di Avellino. Dopo il via libera dall’assemblea dell’azienda idrica, che il 27 luglio 2023 ha ratificato i provvedimenti finanziari collegati al bilancio, dopo la nomina del nuovo amministratore unico il 25 marzo scorso, l’avvocato avellinese Antonio Lenzi, ora l’Ente Idrico Campano ha ricevuto dal Tribunale di Avellino le notizie sul piano di concordato che danno continuità alla gestione idrica pubblica.
ORA SI SCEGLIE IL DIRETTORE GENERALE. Il compito del nuovo rappresentante aziendale è completare il programma di risanamento, che la Regione Campania attende di vedere concretizzato entro il quinquennio. Dopo aver affidato (il 28 marzo 2023) con riserva il servizio idrico integrato (fino a tutto il 31 dicembre 2027) per la sola provincia di Avellino all’Alto Calore, con l’obiettivo di salvaguardare una gestione pubblica, l’Amministrazione di Palazzo Santa Lucia con il concordato si può sciogliere la riserva. Una volta ottenuto il disco verde, l’amministratore unico Anton Lenzi può assumere con un contratto a termine il Direttore generale che sceglierà tra gli idonei risultanti dalla selezione indetta con il bando pubblicato il 6 settembre.
L’EMERGENZA IDRICA. Negli uffici di corso Europa nel frattempo prosegue sul fronte dell’emergenza idrica l’impegno dell’avvocato avellinese Antonio Lenzi, eletto amministratore unico della società per azioni partecipata dai Comuni irpini e sanniti, con questi ultimi ormai prossimi ad uscire dal capitale aziendale, in vista della costituzione di una società autonoma per la provincia di Benevento. Esperto di diritto fallimentare, ha superato ai voti il docente universitario napoletano Massimo Zeno.
IL COMITATO ESULTA. “Apprendiamo con soddisfazione che il tribunale di Avellino ha concesso l’omologa del concordato preventivo presentato dall’Alto Calore Servizi”, commenta il Comitato Acqua Bene Comune  Avellino – aspettando Godot nella nota di seguito riportsta; “Riteniamo che la salvezza dal fallimento dell’Alto Calore sia un passaggio fondamentale per salvaguardare la gestione pubblica dell’acqua nella nostra provincia e in tutto il sud Italia. Il nostro comitato si batte da anni per questo obiettivo e sottolineiamo che quella di oggi è soltanto una tappa intermedia per arrivare a preservare quella che per noi e per le future generazioni è la risorsa più preziosa. Purtroppo a 15 anni dal referendum che sancì la gestione pubblica dell’acqua siamo ancora al punto di partenza e nessun governo che si è succeduto da allora si è mai impegnato a fare una legge che garantisse l’esito referendario, anzi negli ultimi tempi abbiamo assistito a varie operazioni volte a far entrare i privati nei capitali delle aziende pubbliche: a cominciare dall’ex EIPLI diventato Acque del Sud, che gestisce anche alcuni bacini idrici nella nostra Provincia, all’ultima legge approvata dalla Regione Campania che istituisce una società mista pubblica privata per la Grande Adduzione Regionale di cui fanno parte l’Acquedotto della Normalizzazione e le sorgenti di Cassano Irpino. Ribadiamo per l’ennesima volta che non è sempre vero che la gestione pubblica comporta sprechi e inefficienze, basti pensare che in Italia ci sono tanti esempi di aziende idriche totalmente pubbliche amministrate bene che riescono a fare investimenti come a Napoli, a Milano, a Torino, in Veneto ed in Puglia. Invece in Irpinia siamo in piena emergenza idrica, alla carenza di precipitazioni si aggiunge la situazione disastrosa delle reti che la mancanza di investimenti negli anni ha reso fatiscenti, di cui la colpa non è solo di Alto Calore, ma anche dei comuni a cui appartengono le reti locali e della Regione a cui competono le reti della grande distribuzione. Per affrontare questi problemi è necessaria una collaborazione di tutti gli Enti coinvolti e delle forze politiche, con il risanamento di Alto Calore si avvii allora una nuova fase, non solo finanziariamente virtuosa, ma che non lascia più spazio a clientele, inefficienze e sprechi, la crisi climatica non ce lo consente più.


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Alto Calore Servizi spa,udienza dei creditori sul concordato

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