Peronospora della vite, Agronomi di Avellino: vendemmia compromessa

«AGLIANICO E GRECO DI TUFO LE VARIETÀ MAGGIORMENTE COLPITE». APPELLO ALLA REGIONE CAMPANIA E AL MINISTERO DELL’AGRICOLTURA. Il presidente Francesco Castelluccio: subito le procedure per lo stato di calamità e il Fondo di solidarietà per oneri fiscali e contributivi

La vendemmia 2023 va considerata compromessa a causa della peronospora della vite, che ha colpito in particolare Aglianico e Greco di Tufo. Così il presidente degli Agronomi irpini Francesco Castelluccio, che chiede di «avviare le procedure per lo stato di calamità del comparto e attivare il Fondo di solidarietà per oneri fiscali e contributivi». Gli agronomi di Avellino sollecitano subito «un incontro con la Regione Campania e il Ministero dell’Agricoltura». Di seguito la nota del presidente Francesco Castelluccio.


Peronospora della vite, Aglianico e Greco di Tufo le varietà maggiormente colpite

Nota di Francesco Castelluccio | Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Avellino

Francesco Castelluccio, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Avellino

Il 2023 finora è stato caratterizzato, purtroppo, dalle anomale condizioni climatiche che stanno determinando una drastica riduzione delle produzioni viticole in tutto il territorio nazionale tra cui anche l’Irpinia. L’intera penisola ha vissuto un inverno mite e poco piovoso, con solo 280 mm di pioggia da gennaio ad aprile, poi invece si sono susseguite piogge ininterrotte che hanno interessato i mesi di maggio e giugno per un totale di 40 giorni di piogge e ben 300 mm di acqua caduti al suolo sul nostro territorio. La pioggia quotidiana non ha permesso l’ingresso in campo agli agricoltori al momento opportuno per adempiere alla necessaria difesa fitosanitaria, infatti gli agricoltori hanno potuto effettuare gli interventi necessari solo nelle piccole tregue che la pioggia concedeva e con una forte riduzione dell’efficacia dei trattamenti stessi, legato proprio all’azione dilavante delle copiose piogge. Queste particolari ed anomale condizioni climatiche: pioggia, elevata umidità, temperature favorevoli e impossibilità ai trattamenti, hanno permesso al pericoloso fungo “Plasmopara viticola” (Peronospora della vite) di trovare le condizioni ottimali per il suo sviluppo con una fortissima pressione del patogeno, infezioni a cicli sovrapposti ed elevata dannosità a tutti gli organi della pianta: foglie, tralci, fiori e grappoli (peronospora larvata) compromettendo la produzione di molti vigneti sia termini quantitativi che qualitativi. Le varietà irpine maggiormente colpite risultano l’aglianico e il greco di tufo con una percentuale di danno stimato pari all’incirca al 70-80% a seguire poi il fiano e la falanghina con altri vitigni, con una percentuale di danno stimata all’attualità pari a circa il 50%. Il mese di luglio si è caratterizzato invece per l’eccezionale ondata di caldo e siccità che ha rallentato la progressione del fungo, ma di fatto non è riuscita ad arrestarne completamente lo sviluppo. La situazione del territorio irpino riflette purtroppo lo scenario preoccupante che si respira a livello nazionale, l’intera filiera vitivinicola ed in particolar modo le aziende agricole sono in fermento per la grave crisi che ha colpito il comparto e che fa presagire una vendemmia magra che rischia di mettere in ginocchio molte aziende agricole che negli ultimi anni hanno dovuto affrontare una serie di emergenze: dalla Pandemia Covid, al rincaro degli input produttivi ed ora la peronospora. Confidiamo che la Regione Campania possa adoperarsi per attivare tutte le misure necessarie e possibili, per garantire adeguati ristori alle aziende agricole colpite. Sarebbe opportuno che si avviasse la procedura per il riconoscimento dello stato di calamità del comparto sull’intero territorio della Provincia di Avellino, inoltre è opportuno che vengano attivate le procedure per il riconoscimento del Fondo di solidarietà in merito agli oneri fiscali e contributivi, anche in deroga, per consentire maggiore respiro alle aziende colpite. È fondamentale inoltre istituire un tavolo tecnico di concerto con la Regione e il Ministero dell’agricoltura, della sovranità e delle foreste al fine di trovare le migliori soluzioni possibili per arginare la crisi che sta attanagliando la filiera.


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