«Un anno senza De Mita», Enzo De Luca: la politica deve recuperarne il pensiero per ripartire

Il 26 maggio del 2022 è scomparso il segretario più longevo della Democrazia Cristiana. La riflessione dell'ultimo segretario della Dc in provincia di Avellino

Luigi Ciriaco De Mita

Un anno senza De Mita, scomparso il 26 maggio del 2022, nella politica resta incolmato un vuoto. È la riflessione di Enzo De Luca, il senatore ed esponente del Pd che attraverso una dichiarazione ricorda la «comune militanza» nella Democrazia Cristiana con Ciriaco De Mita, di cui afferma debba essere recuperato il ragionamento.

Ciriaco De Mita
Ciriaco De Mita e il simbolo della Democrazia Cristiana

«Di Ciriaco De Mita restano il pensiero, il ragionamento e la lezione riformista, una base validissima e attuale su cui le forze democratiche possono costruire una nuova prospettiva per il Popolarismo di Sturzo nel solco di Aldo Moro, declinando il patrimonio di valori costituzionali sulla modernità di una società in costante cambiamento», scrive De Luca. «È questo l’impegno che da cattolici e democratici possiamo prendere oggi, ricordando l’On. Ciriaco De Mita», dice, lanciando un segnale politico. Di seguito la dichiarazione integrale.


Un anno senza Ciriaco De Mita

Dichiarazione di Enzo De Luca | Presidente dell’Osservatorio sulla Gestione dei Rifiuti e del Coordinamento Sostenibilità Ambientale della Regione Campania attivato presso l’ORGR

Enzo De Luca

Ad un anno esatto dalla scomparsa di Ciriaco De Mita, avvenuta il 26 maggio 2022, la politica non ha saputo colmare il vuoto lasciato dall’Amico Presidente, al quale mi legano decenni di militanza comune, soprattutto nella Democrazia Cristiana, di cui ad Avellino sono stato l’ultimo segretario provinciale.

Mancano la sua intelligenza, capacità di ragionamento e profonda cultura, quelle preziose risorse che indussero Aldo Moro a coinvolgere l’On. De Mita pienamente nella elaborazione del suo disegno di rafforzamento del sistema democratico italiano, minacciato dalle tensioni della guerra fredda e del terrorismo negli anni ’70.

Dai “Patti costituzionali”, per dare alle istituzioni un consenso superiore ai numeri della maggioranza, fino al tema delle riforme, accanto a Moro e con la Democrazia Cristiana De Mita ha scritto pagine significative della vicenda repubblicana di questo Paese. Alle prese con una congiuntura economica e sociale radicalizzata dalla crisi morale e di valori, la politica avrebbe bisogno del Ciriaco De Mita che contribuì attraverso la sua azione nella Dc, nel Parlamento e nel Governo, a far uscire ordinatamente e democraticamente l’Italia dalla “Notte della Repubblica”, come è stata ribattezzata da Sergio Zavoli.

Un anno dopo la sua morte, invece si avverte drammaticamente la assenza di quello che De Mita è stato: l’architetto della “democrazia possibile”, per dirla con Sergio Mattarella.

Manca l’uomo “di partito e di Stato”, come lo ha definito Dario Franceschini nel suo elogio funebre, pronunciato a Montecitorio nel giugno scorso, solo pochi mesi dopo avermi chiesto di organizzare un incontro con De Mita a Nusco, per parlare del rilancio ferroviario della linea storica “Avellino – Rocchetta Sant’Antonio” con Vincenzo De Luca e amministratori locali.

È stata quella un’occasione perduta, nelle settimane in cui si provvedeva alla elezione del Capo dello Stato, ma che conferma la cifra di Ciriaco De Mita riferimento fino alla fine, cercato e consultato da chi negli anni ha assunto responsabilità di guida nel Paese.

Tra questi, certamente anche un altro grande protagonista della vicenda democratica nazionale ed europea, David Sassoli. Il compianto Presidente del Parlamento europeo, incrociò la sua strada con quella dell’eurodeputato De Mita, col quale condivideva i valori sturziani e l’impegno nel solco moroteo.

Al termine di questo anno senza Ciriaco De Mita, penso che la sua pazienza e capacità di costruttore nel quotidiano sarebbe fondamentale soprattutto alla causa della ricostruzione democratica, dopo decenni di indebolimento progressivo della rappresentanza, che ha svilito agli occhi degli italiani il prestigio delle istituzioni, in particolare del Parlamento.

Uomo dello Stato, per il servizio reso alle istituzioni repubblicane e democratiche attraverso il suo impegno nel partito della Dc, chi meglio di lui potrebbe aiutare proprio i nostri giovani a riscoprire la funzione fondamentale assegnata ai partiti dall’articolo 49 della Costituzione.

Con il compianto Ciriaco De Mita, probabilmente, i cattolici democratici ritroverebbero dopo tanti anni la fiducia necessaria e indispensabile per riprendere l’impegno nella politica italiana, al servizio esclusivo dello Stato e della Comunità.

La fine dell’uomo non cancella l’opera, le idee e l’esempio che ci ha lasciato.

Di Ciriaco De Mita restano il pensiero, il ragionamento e la lezione riformista, una base validissima e attuale su cui le forze democratiche possono costruire una nuova prospettiva per il Popolarismo di Sturzo nel solco di Aldo Moro, declinando il patrimonio di valori costituzionali sulla modernità di una società in costante cambiamento.

È questo l’impegno che da cattolici e democratici possiamo prendere oggi, ricordando l’On. Ciriaco De Mita.

Ciriaco De Mita giovanissimo in un comizio della Democrazia Cristiana

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Aldo Moro, Avellino, Ciriaco De Mita, Dario Franceschini, Democrazia Cristiana, Sergio Mattarella, Sergio Zavoli, Vincenzo De Luca

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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