“Anita e Nora due donne in fuga” di Gaetana Aufiero

Una foto in bianco e nero diventa l’immagine attorno a cui si dipana una storia, attraverso sofferenze, disillusioni e speranze, quella dell’amore tra Anita e Alessio e della sofferenza dei due figli, troppo piccoli per capire cosa stia succedendo

“Anita e Nora due donne in fuga. Da Wagna a Trieste” di Gaetana Aufiero. Una foto in bianco e nero diventa l’immagine attorno a cui si dipana una storia, attraverso sofferenze, disillusioni e speranze, quella dell’amore tra Anita e Alessio e della sofferenza dei due figli, troppo piccoli per capire cosa stia succedendo. Lei non ha mai avuto la possibilità di scegliere, spesso era stata usata come una pedina senza che lo sapesse: quando era ancora una ragazza, un anziano maestro si era reso conto del suo talento e aveva chiesto al padre di poter diventare per lei una guida artistica e l’aveva introdotta nel mondo del canto.

“Anita e Nora due donne in fuga. Da Wagna a Trieste” di Gaetana Aufiero

L’amore per Alessio l’aveva attratta e aveva rinunciato alla sua vita e al suo mondo per lui, tanto da abbandonare la sua città, Trieste e trasferirsi con lui a Capodistria, nonostante l’opposizione di suo padre. La partenza di Alessio per il fronte la pone in una situazione difficile, restando sola con due bambini. Un altro evento doloroso la sconvolgerà, poiché sarà arrestata e costretta a salire su un treno con tantissima gente verso il campo di concentramento di Wagna. In quella terribile oscurità del cuore, una debole luce si scorgeva: l’incontro con Nora, una ragazzina che si affidava a lei, “due mani che si stringono, due storie lontanissime si incontrano”. Nel campo di concentramento Anita e Nora vivranno fianco a fianco, dormiranno nelle baracche e sul pagliericcio di fieno: Anita organizza attività con i bambini, per “offrire bellezza a creature che soffrono senza capire”. Arriverà il giorno in cui lei e Nora saranno costrette a dividersi per un lungo tempo e questa separazione le farà soffrire molto. La guerra divampa sul Carso e il cuore di Anita è straziato, diviso tra il dolore per le notizie nelle lettere che Alessio le manda dal fronte e il sentimento profondo che prova per Alfred, il suo direttore d’orchestra, l’uomo che si rende conto di amare, ma che rappresenta il nemico. Il ritorno di Alessio, approdato a casa come un naufrago disperato pone la donna in una situazione penosa, perché non può
rivelargli che l’Anita di oggi era molto diversa da quella del passato, prova un profondo senso di colpa nei confronti dei suoi figli che avevano sofferto molto per l’assenza della loro madre. La nonna si era occupata di quei due poveri bambini traumatizzati e un giorno aveva mostrato al piccolo Attilio il pianoforte, dicendogli che “è qui che la tua mamma tornerà. Devi solo attenderla senza fuggire”. Egli a poco a poco aveva imparato a suonare, ricreando il legame con sua madre, che gli aveva trasmesso la sua passione. L’arrivo a casa di Anita di Nora che è riuscita a salvarsi è il simbolo di un legame che non è riuscito a spezzarsi e l’importanza del passato e dei suoi segni, come il pacchetto con le lettere scritte dalla donna che amava come una madre e il violino del bambino che era nel campo di concentramento, simbolo di rinascita in mezzo a tutto quel dolore. E’ il momento, per Anita, di fare i conti con i suoi sentimenti che ha sempre represso dentro di sé, a scoprire finalmente il segreto di quel plico che le ha consegnato Alfred e che lei aveva custodito per anni. Tra le tante cose, uno spartito, una musica dedicata a lei che darà a suo figlio, una
sorta di eredità: ”consideralo un testo solo mio, tu devi solo dargli vita”. L’incontro, dopo tanto tempo e tanta sofferenza, tra Anita e Nora è denso di commozione e affetto: la ragazza le confida le sue sofferenze e le rivela la nascita di una bambina. La morte di Anita e lo strano suicidio strano di Alessio turbano molto Attilio e Mara che reagiscono in modo diverso. Avviene qualcosa di particolare, un cerchio che si ricostruisce, due fili spezzati che si riannodano, due vite che si uniscono: Nora guarisce grazie all’amore che la lega ad Attilio, mentre Marija, la figlia di Nora, diventa crocerossina, una donna fiera e determinata. Nelle ultime pagine di questo bellissimo libro, l’attesa diviene la misura dei giorni e delle notti, finchè una musica vaga e conosciuta avvolgerà tutta la realtà nel ricordo e nel rimpianto.

A cura di Ilde Rampino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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