Dogana di Avellino, il restauro non parte. Il Comitato: un pasticcio

UNO SPAZIO RIQUALIFICATO PER GIOVANI, MEETING ED EVENTI CULTURALI E UNA TERRAZZA PANORAMICA. Rescisso il contratto con la ditta appaltatrice del progetto dell'architetto Giovanni Multari. Reazione durissima di Franco Festa

La Dogana di Avellino in piazza Amendola. Il luogo è uno dei simboli storici della città. I primi sedimenti documentati risalgono all'anno 1.009

Non sono iniziati i lavori di restauro parziale e ricostruzione della Dogana di Avellino due mesi e mezzo dopo la consegna del cantiere, lo scorso 30 gennaio. Il Comune di Avellino ha rescisso il contratto con l’impresa appaltatrice. «Gli uffici hanno notificato all’impresa “Sapit” di Roma un procedimento di risoluzione contrattuale in danno, per gravi ritardi nell’avvio dei lavori e inadempienze in termini di sicurezza sul cantiere della Dogana», si legge in una nota. Contestualmente, il Comune di Avellino ha contattato l’impresa che si era classificata al secondo posto nella gara ed avviato l’iter per riaffidare i lavori di recupero dell’antico edificio. Si tratta della ditta “Imprecal” di Sirignano, in provincia di Avellino.

IL COMITATO PER LA SALVEZZA DELLA DOGANA: NON C’E’ PACE PER LA DOGANA. La rescissione del contratto con l’impresa a cui erano stati affidati i lavori per la riqualificazione della Dogana “è un segnale di gravità inaudita, anche per il carico di improvvisazione pasticciona che contiene”, si legge in una nota di Franco Festa, che interviene a nome del Comitato civico nato per promuovere la ricostruzione dell’edificio monumentale. “Dopo anni persi a sparare promesse, a inventare improponibili archistar, a rincorrere procedure bocciate a tutti i livelli, questo ultimo passaggio, con il carico di ricorsi, contenziosi, possibili sequestri, che si possono aprire, corre il rischio di diventare la pietra tombale di un recupero che era invece a un passo. Eppure al sindaco Festa, che non aveva fatto NULLA sul terreno del riscatto civile contro l’abbandono in cui il monumento versava , NULLA sul terreno dei finanziamenti, toccava solo spendere, con saggezza e nei tempi definiti, i fondi che erano arrivati grazie alla mobilitazione dei cittadini e all’impegno delle precedenti amministrazioni. Siamo invece tornati all’anno zero, ecco l’unico risultato di tre anni di populismo esasperato e di sostanziale disprezzo della partecipazione popolare”. Per questo, conclude, occorre la mobilitazione. “È una situazione gravissima, che richiede, da parte di tutti i cittadini, delle associazioni e delle forze politiche – se esistono – che hanno ancora a cuore la città, una coraggiosa risposta, prima che sia troppo tardi”.

UN ANNO DI LAVORI. Il cronoprogramma prevede 360 giorni di tempo per completare tutte le lavorazioni e recuperare la splendida facciata firmata da Cosimo Fanzago. Al momento la proiezione temporale fa slittare il cronoprogramma presumibilmente alla primavera inoltrata del 2024. Si prevede un restauro filologico della facciata e una serie di importanti innovazioni negli spazi interni. Al piano terra, sorgerà “Il Teatro della Dogana”. Il primo livello sarà dedicato al coworking per imprese e professionisti. Un doppio livello superiore culminerà con la chicca del rooftop calpestabile.

L’APPALTO. Con un ribasso dl 25% la ditta SAPIT con sede legale a Roma si era aggiudicata l’appalto del restauro parziale progettato dall’Architetto Giovanni Multari. L’intervento prevede il “Recupero e la Riqualificazione edilizia dell’antica Dogana di Avellino Ventro servizi per i giovani”, con un investimento complessivo di 3.944.367,19 euro, di cui 2,4 per lavori. La commissione ha aggiudicato l’appalto alla seconda offerta, dopo le verifiche dei requisiti all’ambito della procedura negoziata. Il progetto della nuova Dogana di Avellino è finanziato dalla Regione Campania attraverso il Programma Integrato Città Sostenibile (P.I.C.S. – POR FESR 2014-2020 – ASSE X).

IL PROGETTO DELLA NUOVA DOGANA DI AVELLINO. Il progetto (realizzato dalla società Corvino + Multari Srl in qualità di capogruppo del costituendo raggruppamento con l’Arch. Italo Luigi Urciuolo/Ing. Sergio De Felice) è stato presentato lo scorso 5 ottobre ad Avellino l’architetto Giovanni Multari, dello studio Corvino e Multari di Napoli. Esattamente tre decenni dopo l’incendio che ha distrutto l’edificio, risparmiando miracolosamente la facciata settecentesca, i lavori dovranno ripristinare l’edificio monumentale entro i primi mesi del 2024. Multari è intervenuto accanto al Sindaco di Avellino, Gianluca Festa, nel corso dell’incontro pubblico con la città organizzato presso l’ex chiesa del Carmine, a due passi dal palazzo di città.

UNO SPAZIO RIQUALIFICATO PER GIOVANI, MEETING ED EVENTI CULTURALI. Il progetto ha l’obiettivo di rigenerare la quinta storica di piazza Amendola, offrendo agli avellinesi una piazza stratificata coperta, con una terrazza praticabile sulla sommità, da dove ammirare il centro storico, la torre dell’orologio e in distanza piazza Libertà con la prospettiva sul corso Vittorio Emanuele II. È la facciata il vero banco di prova. Il suo restauro, con la riproposizione delle statue rappresenta il principale obiettivo dell’intero intervento. Si tratta dell’immagine simbolo, l’icona identitaria della città. Dietro quel prezioso paravento settecentesco, si articoleranno su tre piani altrettanti spazi concepiti alla maniera minimalista. Il piano terra concentrerà la piazza coperta, un luogo sviluppato intorno a quello che il progettista ha definito “il Teatro della Dogana”, con servizi, punti informativi e aree seminaristi e per eventi culturali. Al primo piano sarà possibile il co-working per le imprese e i professionisti. Quindi, il doppio livello superiore con il terrazzo panoramico. Si tratta di funzioni enunciate, il programma di utilizzo vero e proprio dovranno elaborarlo l’amministrazione e le componenti sociali e culturali che interagiranno – o si proporranno di farlo – con il Comune.

IL COMITATO CIVICO ATTENDE GLI SVILUPPI. Il Comitato per la salvezza della Dogana di Avellino aveva espresso nel marzo scorso la propria soddisfazione per lo sblocco delle procedure di restauro di ciò che resta di questo monumento simbolo della città, la facciata. Ora attende i fatti.

L’antica Dogana di Avellino nel suo splendore

Devastata nel 1992 da un terribile incendio, la Dogana è considerata una delle principali emergenze architettoniche del nucleo urbano antico avellinese. Il referente del Comitato, Franco Festa, accolse con favore e speranza la notizia dell’avvenuta aggiudicazione dell’opera, considerando la caratura dei progettisti. Il restauro conservativo della facciata realizzata nel 700 Cosimo Fanzago dovrà combinarsi con una ricostruzione ex novo dell’intero edificio oggi mancante. «Finalmente, dopo due anni di procedure sbagliate, in cui tutto sembrava perduto, si imbocca la strada giusta e si comincia a vedere il traguardo, ovvero la restituzione alla città, in tutto il suo splendore, del suo monumento più bello e più amato», spiegò Festa sei mesi fa.

Franco Festa

«Finalmente, il centro storico può davvero guardare a un futuro migliore. Finalmente, 13 anni dopo che un gruppo di cittadini, indignati per lo stato in cui la Dogana si trovava, si riunì sotto il monumento di ‘Carlucciello’ e diede vita al comitato per la salvezza della Dogana, la luce si intravede in fondo al tunnel». Dopo anni di battaglie, il Comitato ora guarda al risultato. «Questo è il momento in cui tutta la città deve sentirsi fiera del risultato ottenuto: tutti, anche quelli che si sono persi per la strada, hanno remato contro, non hanno compreso fino in fondo il senso e il valore della battaglia per il recupero della Dogana. Guardiamo avanti, con soddisfazione, con sincera fiducia». Per questo, conclude Franco Festa, «seguiremo la nuova fase che si apre, anche quella relativa al suo utilizzo, con la stessa tenacia, con la stessa determinazione, con la stessa apertura di sempre alla discussione e al confronto, sperando questa volta di muoverci tutti, cittadini e amministrazione,  nella stessa positiva direzione».


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Comitato per la salvezza della Dogana di Avellino, Comune di Avellino, Dogana di Avellino, Franco Festa, Studio Corvino e Multari di Napoli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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